La Tv del Pharma.

La scena è questa: un medico, rigorosamente in bianco, che parla di tumore al seno e una paziente che rassicura l’audience sull’esistenza di molti trattamenti disponibili. E’ il filmato pilota, anticipato al Guardian, della durata di 10 minuti, di Pharma Tv. Di che cosa si tratta? Un canale digitale, interattivo, interamente dedicato e finanziato dall’industria farmaceutica. A lanciare la proposta quattro tra le principali compagnie farmaceutiche mondiali, Johnson & Johnson, Pfizer, Novartis e Procter & Gamble, che chiedono anche in Europa la revisione delle leggi che vietano la pubblicità diretta di medicinali al consumatore. Si tratta, infatti, di una vera e propria emittente televisiva per arrivare senza tramiti al grande pubblico.
La proposta è stata presentata da J&J, nel corso di un incontro al Centre for Health, Ethics and Society, svoltosi a Bruxelles. Il canale, che dovrebbe essere reso disponibile anche su Internet, sarà digitale e di tipo interattivo, con notizie sulla salute e sull’offerta di medicinali delle industrie che sponsorizzano il servizi l’utente potrà ciccare sull’area di interesse corrispondente alle varie patologie e ottenere informazioni dettagliate su quali trattamenti sono disponibili per ciascuna di esse. E un conduttore in camice bianco aiuterà gli spettatori a districarsi tra i vari argomenti. Le compagnie sono state esplicite: meno restrizioni favorirebbero più competitività nel settore e nel caso non si prendessero simili provvedimenti potrebbero spostare il business oltreoceano, negli Stati Uniti, dove la pubblicità è concessa.
E l’Unione Europea che cosa ne pensa? Per il momento la proposta di aprire alla pubblicità diretta è in fase di valutazione da parte della divisione Imprese della Commissione europea e viene sostenuta da alcune associazioni di pazienti, a loro volta largamente finanziate dalle aziende. Il gioco delle parti è il solito, visto che, invece, le associazioni di consumatori la osteggiano. Il motivo? L’unico obiettivo delle case farmaceutiche è di aumentare i profitti. Ma il progetto di Pharma Tv, rispondono le aziende, mira anche a dimostrare come il divieto di pubblicità diretta sia dannoso per l’industria. Una prestigiosa istituzione come l’International Society of Drug Bulletins (Isdb), che si occupa di pubblicare rapporti in cui mette a confronto l’efficacia di vari farmaci, dal canto suo, rincara la dose: l’industria non è certo una fonte attendibile di informazione sui medicinali. Negli Usa e in Nuova Zelanda, infatti, dove è ammessa la pubblicità diretta ai malati, si assiste a un peggioramento delle condizioni di salute della popolazione. A sottolineare l’inaffidabilità delle fonti e i rischi per i pazienti. E la mancanza di informazione comparativa è il principale capo d’accusa. In ultima analisi, come riporta il Guardian, è favorevole il parere dello European Patient’s Forum, una delle due associazioni di pazienti che fanno parte del gruppo di lavoro della Commissione europea per la discussione sul cambio di regole in materia di pubblicità. Il nuovo canale, secondo l’associazione, potrà essere una novità positiva. Fatte però le opportune modifiche. Quali? Un tono meno “ipocrita e condiscendente”. Marco Malagutti
 

Fonte “pharmamarketing.it”

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