Le differenze fra informazione scientifica e vendita

Cari colleghi come molti di voi, ho potuto leggere quanto indicato nel documento del centro studi Federisf pubblicato da molti siti del settore. L’articolo di indubbio spessore tecnico, riesce con grande efficacia a mettere in evidenza le mille storture del sistema farmaceutico.
 
L’azione di riduzione  del numero degli addetti al servizio di informazione sui farmaci (gli isf) di ben 10.000 unità e contemporaneamente il mantenimento gli stessi fatturati, se non incrementati, ottenuti informando circa 100.000 medici in meno al giorno, ci spinge a delle logiche conclusioni  ed ad alcune domande.
 
Come mai il Ministero della Salute e le Regioni, non attivano degli specifici controlli ?
 
Come è possibile per le aziende farmaceutiche mantenere e accrescere i fatturati ,quando gli isf in campo diminuiscono di numero  ed i costi dei farmaci vengono ridimensionati dalle genericazioni degli stessi ?
 
Come mai le organizzazioni sindacali firmatarie di contratto partecipano alla precarizzazione  ed alla eliminazione degli Isf senza muovere un dito ?
 
Come mai sempre più spesso assistiamo ad esternazioni che riguardano la previsione di una funzione commerciale dell’ ISF ?
 
Perché si continua a mettere insieme una informazione sui farmaci regolata dal rigore scientifico, che ha come principale finalità il corretto impiego terapeutico del farmaco ed il monitoraggio imparziale delle reazioni avverse o indesiderate, con la massimizzazione delle vendite attraverso la crescita indiscriminata dei consumi che è certamente un non senso ?
 
Perché nessun controllo viene effettuato sull’attività disinvolta di marketing delle aziende farmaceutiche che oramai misurano il risultato delle linee non in funzione dell’impiego dei loro farmaci in terapia, ma dal ROI (sigla con la quale si identifica il ritorno degli investimenti) e con i dati IMS ?
 
Perché si continua a confondere il Servizio di informazione sui farmaci ad uso umano con l’informazione farmaceutica o con l’informazione del settore farmaco, o peggio ancora con una mera pubblicità commerciale ?
 
Cari colleghi per ridare nuovo smalto e credibilità al nostro settore occorre creare, da parte dei sindacati e da parte di altri strutture, funzioni inequivocabili per gli isf e funzioni commerciali ben distinte necessarie al corretto svolgimento dell’attività di informazione scientifica e di vendita commerciale necessaria anche al sistema.
 
Un aspetto importante forse poco detto è che moltissimi scandali dimostrano che gli abusi prescrittivi non dipendono dal numero degli Isf o dalla volontà dei singoli, ma dalla sempre più crescente avidità dei manager farmaindustriali che dissimulando false scelte terapeutiche promuovono invece l’uso indiscriminato dei farmaci utilizzando quota parte del prezzo generosamente valutato per i farmaci  per effettuare operazioni commerciali fortemente opinabili.
 
Occhio a quanto sta accadendo
 
Umberto Alderisi
 
09.10.2010

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