L’IA Act, ossia la proposta di Regolamento europeo che mira a introdurre un quadro comune normativo e giuridico per l’intelligenza artificiale, arriva all’approvazione il 9 dicembre dopo due anni di confronto serrato, nonostante sia ancora in corso di definizione il lato tecnico del testo, che sarà votato dagli organismi europei.

L’opposizione tra Parlamento e Consiglio ha di fatto rallentato i lavori, ma siamo dinanzi al primo atto di regolamentazione dell’intelligenza artificiale al mondo. Il tema divisivo è stato soprattutto la possibilità o meno di utilizzo di strumenti di IA da parte delle forze dell’ordine: il riconoscimento biometrico in tempo reale o la polizia predittiva (vi ricordate Minority Report?).

 

Il Parlamento difendeva la propria linea che prevedeva il blocco totale dell’utilizzo di questa tecnologia, mentre il Consiglio, che è espressione dei singoli Stati, ha sempre espresso un approccio più permissivo. Il compromesso è stato prevederne l’utilizzo per tre sole fattispecie: “Prevista ed evidente minaccia di attacco terroristico; ricerca di vittime; persecuzione di seri crimini”. È evidente che sarà un tema che continuerà a essere oggetto di discussione vista la vaghezza delle fattispecie previste.