Menarini perde il ricorso a Strasburgo Era stato presentato nel 2008

Firenze, 27 settembre 2011 – Alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo la Menarini, casa farmaceutica con sede a Firenze, ha perso la sua causa contro lo Stato italiano. I giudici hanno ritenuto che il diritto della Menarini a un equo processo contro una decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sia stato rispettato.

Il ricorso, presentato nel 2008, riguardava la presunta impossibilità di ricorrere davanti a un tribunale con piena giurisdizione contro la decisione dell’ Agcm di infliggerle una multa di 6 milioni di euro per aver fissato con altre case farmaceutiche il prezzo di un test per il diabete. La Menarini, pur avendo pagato la multa, era ricorsa al Tar, poi al Consiglio di Stato e in fine in Cassazione mettendo in dubbio la legalità degli atti dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, sia per quanto concerneva le conclusioni dell’inchiesta dell’Agcm sia per l’ammontare della multa. Dopo aver perso uno dopo l’altro questi ricorsi, la Menarini oggi ha perso anche quello a Strasburgo. I giudici della Corte, organismo del Consiglio d’Europa, hanno infatti sottolineato che a differenza di quanto sostenuto dalla Menarini, questa è stata in grado di difendere i propri interessi davanti a un tribunale che aveva piena giurisdizione sugli atti intrapresi dall’Agcm.

 

  La Corte Europea per i diritti dell’uomo

La Menarini a Lucia Aleotti "Niente soci, si resta da soli"

MAURIZIO BOLOGNI

La crescita
Sotto la guida di Alberto Aleotti la Menarini è passata da un fatturato di un paio di miliardi di lire ad oltre 3 miliardi di euro, da 180 a 13.000 dipendenti. E’ presente in 100 Paesi e realizza all’estero, dove sono 8 dei suoi 12 stabilimenti, quasi il 75% della produzione complessiva

Sì al ricambio generazionale nella guida dell’azienda con l’avvento al vertice di Lucia Aleotti, no all’apertura del capitale sociale all’esterno. Con queste risposte il gruppo farmaceutico fiorentino Menarini, primo in Italia con quota di mercato dell’8% e interamente in mano alla famiglia Aleotti, affronta le «emergenze&ra

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