Modena. Inchiesta oncologia, corruzione e sperimentazione farmaci per finanziare sottobanco onlus di comodo. Coinvolti ISF. Le aziende inquisite

Il professore Massimo Federico, docente universitario di Oncologia del Policlinico di Modena è accusato di sperimentazioni presentate come no profit, ma invece ritenute dalla Procura organizzate e finanziate. Dopo una indagine riservata per cinque anni si è arrivati a 14 richieste di rinvio a giudizio per corruzione.

TV Qui Modena – 26 ottobre 2018

Sperimentazioni di Farmaci dichiarate falsamente ‘no profit’. Dopo una indagine tenuta riservata per cinque anni e condotta dai Nas con la supervisione della procura si è arrivati alla richiesta di 14 rinvii a giudizio per corruzione.

Tra questi due medici docenti ordinari alla Facoltà di Medicina del Policlinico di Modena: il professor Massimo Federico, accusato di corruzione, abuso d’ufficio, peculato e interruzione di pubblico servizio. E il professor Stefano Sacchi, docente ordinario di Medicina Interna e medico anche del Dipartimento di Oncologia, accusato in concorso solo per il peculato e l’abuso d’ufficio nell’utilizzo degli spazi e delle attrezzature del Policlinico.

Con loro una lunga lista di manager e informatori delle cinque multinazionali farmaceutiche coinvolte. Secondo i sostituti procuratori dal 2010 al 2014 le cinque multinazionali hanno ottenuto dal prof Federico garanzie per lo svolgimento di undici sperimentazioni presentate al Comitato Etico del Policlinico come “no profit” e che invece sottobanco sarebbero state organizzate e finanziate.

Un flusso di denaro convogliato sotto forma di sponsorizzazioni a convegni e meeting e attraverso versamenti sulle onlus, Fil e Gisl, e dell’associazione Angela Serra, della quale il professor Federico era una figura di riferimento. Ammontano a quasi un milione e mezzo di euro i soldi individuati dalla Procura come corrispettivi di corruzione.

Siamo nel pieno degli scandali che hanno travolto il Policlinico e le strutture sanitarie universitarie; all’inizio dell’inchiesta su Cardiologia. In questo caso si parte da lontano, dalle ruggini tra l’oncologo modenese e l’Ausl per la gestione del Registro dei tumori, partono esposti, denunce e contro-denunce, si arriva anche alla perquisizione degli uffici del Com e al sequestro, sempre da parte dei carabinieri del Nas di hard disk e di documentazione. Federico affronta scioperi della fame, indice conferenze stampa e affida la sua difesa al magistrato simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro.

Per ogni sperimentazione avviata gli investigatori hanno identificato la corrispettiva corruzione: ora una forma di sponsorizzazione a convegni e meeting, ora un versamento diretto sui conti correnti delle onlus Fil e Gisl e dell’associazione Angela Serra, della quale il professor Federico era figura di riferimento.

I farmaci per cui sono stati chiesti e ottenuti test clinici adesso sono noti: Adcetris della Takeda Italia, Bendamustina e Folotyn di Mundipharma, Lenalidomide e Romidepsina della Celgene. Il professor Federico, grazie al carisma personale e professionale, regalava un elemento in più a garanzia della loro bontà: consentiva l’avvio della sperimentazione e li promuoveva nel corso di convegni medici. Nelle carte della richiesta di rinvio a giudizio si legge: “Le sperimentazioni concordate erano tese al profitto, al contrario di quanto indicato”.

L’oncologo al momento si trova in Spagna per motivi accasemici e ha annunciato una sua conferenza stampa per i prossimi giorni.

L’inchiesta di Modena, giunta alla sua conclusione, rimanda – per il tema, il rapporto tra case farmaceutiche e clinici – all’arresto del responsabile della struttura complessa di Ematologia dell’Azienda ospedaliera di Parma, Franco Aversa. Avvenuto lo scorso 8 ottobre.

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