Nuovi orari per i medici. Sindacati: diffida a contrattazione separata su nuova normativa.

Il sindacato degli ospedalieri Anaao, parla di almeno 4-5 mila medici in più per poter applicare i nuovi orari in tutti gli ospedali. infatti, rispettare le nuove disposizioni sarà difficilissimo a causa degli organici ridotti dal blocco del turn over.

L’addio dei medici alle maratone in ospedale

Tetto massimo all’orario e riposi obbligati. Da fine novembre l’Italia si adegua all’Europa

di MICHELE BOCCI – 31 ottobre 2015 – R.it Salute

Più riposati grazie a turni meno lunghi e più freschi quando c’è da fare una diagnosi, indicare una terapia o entrare in sala operatoria. Cambiano per legge gli orari di lavoro dei medici italiani, dal 25 novembre dovranno essere bandite dai reparti le notti che iniziano il pomeriggio e finiscono nella tarda mattinata del giorno dopo, oppure i recuperi di appena 8 ore. I numeri da ricordare sono tre: 48 come le ore massime di lavoro nella settimana, 13 come il turno più lungo che può essere richiesto al professionista, 11 come il riposo minimo da garantire sempre.

( … continua su R.it Salute del 31 ottobre 2015)

Diffida de Sindacati Medici a contrattazioni decentrate sull’applicazione della normativa europea

dal 25 Novembre 2015, il lavoro di tutti i medici dipendenti pubblici e privati dovrà essere riorganizzato in modo da adeguarsi integralmente alla normativa europea sugli orari di lavoro e sui riposi, conseguentemente all’applicazione della Legge 161/2014.

La normativa europea, che sarà pienamente recepita dalla normativa italiana dal 25 Novembre, demanda unicamente al livello nazionale delle relazioni sindacali la possibilità di prevedere, entro determinati limiti, eventuali deroghe che consentano eccezioni alla normativa stessa, valevoli poi integralmente ed uniformemente su tutto il territorio nazionale.

Per tali ragioni, nessuna contrattazione sindacale periferica, e tantomeno alcuna regolamentazione decentrata, né a livello regionale né aziendale, può derogare alla normativa europea, né imporre limiti più stringenti rispetto a quelli da essa previsti. Fino a questo momento, sull’applicazione di tale normativa, dalle Istituzioni nazionali competenti non risulta avviata alcuna iniziativa al fine di evitare che si verifichino derive decentrate (regionali e/o aziendali) disomogenee, che come noto, più in generale, sono anche alla base dello stato di agitazione dei medici in corso in questi giorni, la quale verte anche sull’insostenibile frammentazione del SSN in 21 Sistemi Sanitari Regionali diversi tra loro.

Le OOSS ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FESMED – FP CGIL MEDICI – CISL MEDICI – UIL FPL MEDICI – FASSID tutto ciò premesso,

DIFFIDANO

le Regioni e le Province Autonome, nonché gli Enti del SSN tenuti ad applicare gli imminenti obblighi normativi in oggetto, dall’emanare regolamentazioni in qualsivoglia modo difformi rispetto alla normativa in questione, che si riservano di impugnare caso per caso, e contestualmente inviteranno i loro Rappresentanti Regionali e Aziendali a non sottoscrivere alcun accordo decentrato regionale o aziendale, e a vigilare sui provvedimenti organizzativi eventualmente adottati dalle Regioni e/o dalle singole Aziende del SSN, essendo disponibili, ai loro rispettivi livelli nazionali, a supportarli per tutte le valutazioni nel merito degli stessi provvedimenti.

Dr Costantino Troise, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED, Dr Riccardo Cassi, Presidente Nazionale CIMO, Dr Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC, Dr Carmine Gigli, Presidente FESMED, Dr Massimo Cozza, Segretario Nazionale FP Cgil Medici, Dr Biagio Papotto, Segretario Generale CISL Medici, Dr Roberto Bonfili, Coordinatore Nazione UIL FPL Medici, Dr.ssa Alessandra Di Tullio, Coordinatrice FASSID.

il testo della diffida per i dirigenti medici
il testo della diffida per i dirigenti sanitari

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Direttiva Europea 2003/88/CE concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro

LEGGE 30 ottobre 2014, n. 161 – Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea

Art. 14 legge 161/14

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