Pharma questione di famiglia, la top 10 dei gruppi a capitale italiano

Crescono export e investimenti in R&S

Un tesoretto di molecole arcinote e di grande successo, ma anche una propensione agli investimenti in Ricerca e Sviluppo, e uno sguardo attento ai mercati esteri. Sono alcune delle caratteristiche delle 10 maggiori industrie farmaceutiche a capitale italiano per fatturato, una top ten da quasi 12 miliardi di euro, in cui spiccano i gruppi guidati da famiglie storiche impegnate – a volte da più di un secolo – nel settore. E’ il caso di Menarini, che con un fatturato di 3.500 milioni di euro si piazza in testa alla classifica (dati Farmindustria relativi al 2016), seguita da Chiesi (1.600 mln), Bracco (1.360), Recordati (1.200), Alfasigma (1.000), Angelini (divisione Pharma, con 850), Zambon (700), Italfarmaco (650), Kedrion (650), Dompé (260). All’undicesimo posto Mediolanum Farmaceutici (200) fondata da Rinaldo Del Bono a Milano nel 1972 e oggi guidata dall’Ad Alessandro Del Bono.

Qualche alleanza strategica o cessione di ramo d’azienda negli ultimi mesi ha cambiato il panorama: è il caso del ‘matrimonio’ tra Oki* e Cebion* del novembre scorso, quando Dompé (azienda biofarmaceutica fondata nel 1940 a Milano da Franco Dompé e presente anche a Napoli e all’Aquila, senza contare le sedi estere) ha acquistato la divisione pharma di Bracco, che si focalizza così sul core business Imaging. La storica impresa milanese fondata da Elio Bracco nel 1927 e guidata oggi dalla nipote Diana è infatti un gruppo leader mondiale nell’imaging, con un fatturato di oltre 1,3 miliardi di euro di cui l’81% sui mercati esteri e 3.400 dipendenti, e che investe ogni anno in R&S il 9%.

Ma in Italia operano oltre 200 compagnie specializzate nella produzione di medicinali e vaccini: il 40% è a capitale italiano. La produzione del pharma made in Italy vale ormai 30 miliardi di euro l’anno (dato 2015), di cui 73% in export, e – come ha ricordato più volte il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi – in Europa siamo secondi solo alla Germania. Parliamo, in generale, di aziende che impiegano 64.000 persone (+2.000 dal 2013) e vantano un investimento in R&S da 2,6 mld l’anno, con diverse eccellenze riconosciute nel mondo. Insomma, il ‘made in Italy’ di successo non è solo quello alimentare o della moda. E i numeri fanno ben sperare. La produzione farmaceutica in Italia ha segnato un +5,7% nel 2015 e un +2% nel 2016, con la previsione di un +2% per il 2017-2018 (fonte Farmindustria sulla base dei dati Istat).

In cinque anni (2010-2015), inoltre, l’export del pharma è volato (+43% contro il +23% dell’industria totale), insieme alla produzione industriale (+11%). E si tratta di produzioni iper-specializzate: dal biotech ai vaccini, dagli emoderivati ai farmaci orfani, fino alle terapie avanzate. Lo testimoniano i circa 350 prodotti biotech in sviluppo e il fatto che, su sei terapie avanzate messe a punto in Europa, tre siano italiane. Non è un caso che le aziende italiane guardino all’estero. Il gruppo Menarini – fondato nel 1886 da Archimede Menarini a Napoli e dal 1915 a Firenze, oggi guidato da Lucia e Alberto Aleotti – ha iniziato presto il cammino dell’internazionalizzazione. Alle sedi di Barcellona e Berlino (con Berlin-Chemie) si sono succeduti l’ingresso in India, in Argentina, in Messico e oggi il gruppo – con un fatturato consolidato di 3,46 miliardi di euro e oltre 16.600 dipendenti, è presente anche a Singapore e guarda con attenzione all’Oriente. Ma anche a Occidente: nel 2016, con l’acquisizione di CellSearch, ha infatti stabilito una base negli Usa.

Il 2016 è stato un anno importante anche per il gruppo Angelini e per il suo stabilimento di Ancona, che rappresenta un fiore all’occhiello della produzione pharma made in Italy. Con 104,5 milioni di pezzi prodotti nel 2016, pari a un incremento del 5,2% rispetto all’anno precedente, il sito ha messo a segno un risultato storico, superando il tetto dei 100 mln di pezzi prodotti in un solo anno. Nato ad Ancona all’inizio del Novecento dal laboratorio di Francesco Angelini, il gruppo produttore della Tachipirina* – il farmaco record di vendite in Italia – oggi ha sedi in 20 Paesi e una distribuzione dei prodotti a livello mondiale. Guidato dal presidente Francesco Angelini, nipote del fondatore, il gruppo impiega oltre 5.000 persone con un turnover consolidato pari a oltre 1,5 miliardi di euro.

Al 2015 risale invece la nascita di Alfasigma, gruppo creato dall’aggregazione di due storiche aziende italiane: Alfa Wassermann e Sigma-Tau. Guidata dal chairman Stefano Golinelli, l’azienda pochi giorni fa ha annunciato l’acquisizione in Usa di Pamlab. Più antica la storia di Zambon: nata a Vicenza nel 1906, l’avventura di questa azienda inizia con Gaetano Zambon. Oggi il gruppo, presieduto da Elena Zambon, opera direttamente in tre continenti – Europa, Sud America e Asia – con oltre 2.600 dipendenti in 15 Paesi, e un portafoglio di prodotti ‘celebri’ come Fluimucil* e Monuril*. Quanto a Recordati, nasce a Correggio Emilia nel 1926 da una piccola farmacia risalente ai primi anni dell’Ottocento, che Giovanni Recordati ‘senior’ trasforma in impresa industriale fondando il Laboratorio Farmacologico Reggiano. Il 2016 è un anno di acquisizioni importanti per il gruppo presieduto da Alberto Recordati e guidato dall’Ad Andrea Recordati, fra cui quella di Italchimici S.p.A. Recordati, con sede a Milano, ha attività operative nei principali Paesi europei, in Russia e negli altri Paesi del Centro ed Est Europa, in Turchia, in Nord Africa, negli Stati Uniti e in alcuni Paesi latino americani.

Italfarmaco è stata invece fondata nel 1938 da Gastone De Santis. Oggi il gruppo, presieduto dal figlio Francesco, è presente con la sua attività di vendita di prodotti etici in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Russia, Turchia, Cile, Perù, Marocco e per la consociata Chemi Spa anche Usa e Brasile. Ha invece le sue radici a Parma il gruppo Chiesi: l’azienda nasce nel 1935, quando Giacomo Chiesi, farmacista con il sogno della ricerca, acquista il Laboratorio Farmaceutico Parmense dando così origine alla sua avventura imprenditoriale. Tra la fine del secondo e l’inizio del terzo millennio, entra in azienda la terza generazione Chiesi, i figli del presidente Alberto e del vicepresidente Paolo: Alessandro, Andrea, Giacomo e Maria Paola.

Ancora una volta radici familiari per Kedrion, azienda farmaceutica di Barga che raccoglie e fraziona il plasma umano per produrre e distribuire plasmaderivati da utilizzare nel trattamento di malattie, patologie e condizioni gravi quali l’emofilia e le immunodeficienze. Kedrion viene fondata in Italia nel 2001, è guidata dal Chairman e Ceo Paolo Marcucci e negli ultimi anni è cresciuta molto negli Usa.

Pubblicato il: 22/02/2017 – adnkronos

 

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