Professional day. Bianco (Fnomceo): “Senza deontologia il Paese come un grande supermercato”

“Se nelle regole per le professioni non si dà spazio ai principi deontologici, si trasforma il Paese in un grande supermercato”. Ne è convinto il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, per il quale "un lungo percorso formativo, l’aggiornamento e l’etica sono i tratti identitari delle professioni.

01 MAR – Il Comitato Centrale della Fnomceo, riunito a Roma, ha partecipato stamani alla celebrazione del Professional Day attraverso un collegamento audiovisivo. Un modo per ribadire che medici e odontoiatri si sentono parte della grande famiglia delle professioni, con la quale sentono di condividere molti “tratti identitari”, come spiega Amedeo Bianco in questa intervista a Quotidiano Sanità.

Presidente Bianco, cosa hanno in comune le professioni che oggi si sono riunite nel Professional Day? È un “cartello” per tutelarsi dalle liberalizzazioni o c’è qualcosa di più?
Credo che le professioni intellettuali abbiano un comune Dna: formazione lunga, aggiornamento continuo e regole etiche da rispettare nell’esercizio professionale. Sono queste le caratteristiche che identificano un professionista, al di là delle modalità di organizzazione del lavoro in cui opera, che sia dipendente, libero professionista o altro.

Ma è possibile coniugare etica e libero mercato?
Certo a volte non è facile coniugare le regole di mercato con l’esercizio professionale, ma alla fine credo che non ci sia nessun antagonismo tra principi deontologici e regole di mercato e che la modernizzazione dei servizi professionali passi proprio attraverso una responsabile sintesi di questi valori.

Ci spieghi meglio. Un professionista sta sul mercato come una qualsiasi impresa commerciale?
Non proprio, ci sta da professionista e quindi con il suo bagaglio etico e deontologico. Se nelle regole di mercato sulla pubblicità, sulle tariffe, sull’obbligo dei preventivi, non si inseriscono anche i principi deontologici che richiamano i professionisti ai loro valori civili e sociali, c’è il rischio di trasformare il nostro Paese in un grande supermercato dove si sperperano risorse e si dilatano i consumi. Un rischio reale per noi professionisti, ma soprattutto per i cittadini.
E.A.

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