Relazione Scaccabarozzi, punti di forza e tendenze dell’industria del farmaco. Italia primo produttore in Europa

La relazione di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, tenuta oggi nel corso dell’assemblea pubblica dell’associazione confindustriale

START Magazine – Luigi Pereira – 11 luglio 2018

“Siamo i primi in Europa per produzione farmaceutica, grazie al vero e proprio traino dell’export. Un successo made in Italy che dimostra la qualità del nostro sistema Paese. E che ha ricadute importanti: maggiore occupazione, soprattutto per i giovani; più investimenti che creano valore sul territorio; sinergie con l’indotto e le Università; sviluppo degli studi clinici che fanno crescere la qualità delle cure e portano al Servizio Sanitario Nazionale importanti risorse”.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE SCACCABAROZZI

È quanto ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, nel corso dell’assemblea pubblica che si è svolta a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione: “Abbiamo dimostrato sul campo di essere una freccia nell’arco del Sistema Italia. E possiamo ancora esserlo attraverso una partnership con le Istituzioni per risolvere i problemi urgenti e fondare una governance di lungo respiro. Siamo disponibili a contribuire con proposte concrete allo sviluppo del Paese. Come abbiamo sempre fatto. E come vogliamo continuare a fare”.

LA VITORIA DELL’ITALIA SULLA GERMANIA

L’Italia è il primo produttore farmaceutico dell’Unione Europea. Dopo anni di inseguimento l’Italia ha superato la Germania con una produzione di 31,2 miliardi, contro i 30 dei tedeschi. Un successo dovuto al boom dell’export che oggi sfiora i 25 miliardi, nota l’associazione confindustriale presieduta da Scaccabarozzi, che è stato rieletto al vertice di Farmindustria negli scorsi giorni.

LA SITUAZIONE DELLE AZIENDE

Ma qual è la situazione delle aziende a capitale italiano? E quale quelle a capitale straniero? Quelle a capitale nazionale sono aziende che singolarmente oggi arrivano a investire oltre 300 milioni di euro all’anno in ricerca e sono ai primi 3 posti tra le imprese di tutti i settori manifatturieri. Occupano fino a 17.000 addetti e sono leader in aree mondiali o hanno affrontato importanti operazioni di fusione, nota Farmindustria. Senza dimenticare le tante altre, che portano nel logo il nome di famiglia, che hanno sfidato i mercati globali con successo, anche in segmenti altamente innovativi. Quelle a capitale estero hanno in diversi casi origini antiche in Italia con propri stabilimenti e centri di ricerca: “Aziende che, anche se internazionali, sono e si sentono italiane. E tra le imprese a capitale estero, la farmaceutica è il primo settore per somma di investimenti ed export”, dicono i vertici dell’associazione del settore.

LA TENDENZA DELLE ESPORTAZIONI

L’Italia ha segnato il maggiore incremento dell’export farmaceutico – che, tra l’altro, è anche il più alto di tutti i settori del Paese – tra i Big Ue negli ultimi 10 anni (107% complessivo rispetto a 74%). Un export che è cresciuto dal 1991 al 2017 di 15 volte, passando da 1,3 a 24,8 miliardi. Nella classi­fica per export dei 119 settori dell’economia in Italia, nel 1991 i medicinali erano al 57° posto, oggi sono al quarto (dopo due settori della meccanica e gli autotrasporti).

LA CLASSIFICA DELLE REGIONI

E nella classifica nazionale per export dei poli tecnologici di tutti i settori, i primi due sono farmaceutici – Lazio e Lombardia – e Toscana e Campania sono rispettivamente al quarto e al settimo posto. La farmaceutica rappresenta il 55% dell’export hi tech del Paese.

I PUNTI DI FORZA SECONDO FARMINDUSTRIA

Ma quali sono i punti di forza dell’industria del farmaco in Italia? Ecco il quadro dell’ufficio studi di Farmindustria.

Nel farmaco biotech. Le oltre 200 aziende nel Paese, che dal 2010 hanno aumentato gli investimenti in R&S del 40%, sono una realtà consolidata. Investono in R&S quasi 700 milioni, con circa 300 progetti di ricerca. Nelle Terapie Avanzate: 3 su 6 di quelle attualmente autorizzate in Europa sono nate dalla R&S in Italia.

Nei vaccini. L’Italia è un hub internazionale di ricerca e produzione, con una solida tradizione scientifica e una forte vocazione all’export. I vaccini generano anche risparmi significativi: per 1 euro speso se ne risparmiano 16 per i costi della malattia evitati; fino a 44, se si considerano il valore di una vita più lunga e in salute e il relativo impatto.

Nei farmaci orfani (alle malattie rare è destinato il 25% del totale degli studi clinici in Italia), negli emoderivati (settore in cui il nostro Paese è campione, con importanti investimenti nazionali e internazionali e un livello di investimenti per addetto che è pari a 5 volte la media manifatturiera) e nella medicina di genere.

Nel Contract Development and Manufacturing Organization (CDMO), cioè i produttori “conto terzi”. Oggi il comparto, grazie anche ai suoi investimenti 4.0, ha una produzione di quasi 2 miliardi, la più alta in Ue e vale circa ¼ del totale europeo.

I NUMERI DELL’INDOTTO

Le imprese del farmaco possono contare su un indotto di eccellenza e altamente innovativo con 66.000 addetti, 14 miliardi di produzione e più di 800 milioni di investimenti. Considerando gli occupati nella distribuzione (oltre 12.000) e nelle farmacie (88.000), la somma di addetti diretti, indotto e filiera è pari a 232.000.

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