TRASPARENZA, QUALITA’ E LOW COST PFIZER SPINGE SULL’ACCELERATORE

Prende corpo la ristrutturazione annunciata nel gennaio dello scorso anno da Pfizer la più grande azienda mondiale di ricerca farmaceutica e biomedica, (fatturato 2008 di 48,3 miliardi di dollari): la compagnia, nata dall’idea di due cugini tedeschi esperti di chimica e farmaceutica, Charles Pfizer e Charles Erhart, migrati in America, è ripartita con una nuova struttura che si snoda in sei principali divisioni, studiate per fornire una copertura pressoché totale del settore: al di là dell’unità consacrata alla salute primaria e a quella specialistica (Primary care e Specialty care), sono nate le divisioni Mercati emergenti, Established products (prodotti con brevetto scaduto), Oncologia e infine l’ampio contenitore del business complementare, come per esempio quello della salute animale. «L’obiettivo è aumentare la produttività della compagnia», afferma David Simmons, capo della divisione Established products a livello mondiale, sottolineando che la sua divisione si occupa di un mercato dei farmaci non più protetti «dalle enormi opportunità di espansione per la Pfizer». Secondo le stime, il giro d’affari degli «established products», che oggi ammonta a 270 miliardi di dollari, nel 2013 arriverà a toccare quota 500 miliardi e la compagnia punta a sfidare i farmaci generici sul loro stesso terreno di prezzo, ma offrendo la garanzia di un prodotto che rispetti elevati standard di qualità e sicurezza, mentre soprattutto per quanto riguarda i «paesi in via di sviluppo abbiamo rilevato che esiste un problema di distribuzione, servizio e qualità». Per difendere questo business, che genera 10 miliardi di dollari all’anno per un totale di 380 prodotti e tornare a crescere, «la strategia è quella di abbassare i prezzi, ampliando l’offerta di medicinali e riformulando quelli esistenti, ma puntando sulla qualità», aggiunge Simmons, perché, a parità di costo, appare inevitabile che una persona abituata ad acquistare un farmaco Pfizer decida di non cambiare. Puntare quindi soprattutto sulle medicine più comuni che, attraverso la riformulazione, risultino migliori da un punto di vista qualitativo, riuscendo, per esempio, a ridurre il numero di volte che un paziente è costretto ad assumere una determinata pillola. «Vogliamo creare una sorta di formula unica precisa Simmons – completamente diversa dagli altri generici, incrementando quindi il portfolio dei prodotti Pfizer, sia producendoli autonomamente che attraverso accordi di licensing», come quello appena siglato con la Aurobindo Pharma, un’azienda farmaceutica con base in India. Ma la Pfizer sfrutterà anche l’esperienza in campo ospedaliero, rafforzando la sua offerta di prodotti «iniettabili»: «Le strutture sanitarie – osserva Simmons – richiedono elevati standard di qualità e un tipo di tecnologia altamente specializzata, ma non ci sono molte compagnie in grado di offrire questo servizio». Quindi, la strada del «new business» non può che essere sintetizzata utilizzando tre concetti chiave: «Trasparenza, qualità e prodotti low-cost», senza dimenticare che la Pfizer è in assoluto l’azienda farmaceutica che investe di più in ricerca e sviluppo, con oltre 7,9 miliardi di dollari stanziati nel 2008. 

Finanza e Mercati del 19/03/2009 , articolo di FRANCESCA MANFRONI   p. 8  

AF

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