Riceviamo e pubblichiamo
NerPharMa: dal cuore di Nerviano, la ripartenza industriale dopo la tempesta
di Bruno Pepi – RSA CUB NerPharMa (Nerviano, Milano)
Un’eredità solida che guarda avanti
NerPharMa nasce come realtà produttiva interna al gruppo NMS, ma nel corso degli anni ha consolidato competenze tecniche, professionalità e procedure di qualità che le hanno consentito di distinguersi.
Dalle linee dedicate ai principi attivi ad alto contenimento alle aree di confezionamento primario e secondario, il sito ha sempre operato nel rispetto delle più rigide normative europee e americane, superando con successo diverse ispezioni regolatorie, inclusa la FDA.
Il valore del lavoro concreto
Mentre le società di ricerca del gruppo attraversano una fase di ridimensionamento, la produzione rappresenta oggi l’asse industriale stabile e la base da cui può ripartire l’intero ecosistema di Nerviano.
Dietro ogni linea di confezionamento, ogni batch record e ogni revisione di processo ci sono lavoratori che hanno continuato a garantire qualità, sicurezza e affidabilità anche nei momenti più difficili.
È questo lavoro silenzioso, ma essenziale, che ha mantenuto viva l’immagine di un sito capace di competere a livello internazionale.
La nuova fase industriale
Con l’approvazione ministeriale al recente cambio di proprietà, si apre per NerPharMa una nuova fase di rilancio.
Questa prossimità geografica e industriale rappresenta un’occasione unica per creare un distretto biofarmaceutico integrato, in grado di generare innovazione, occupazione e valore condiviso per l’intero Alto Milanese.
Competenze e persone: il vero capitale
Il valore di NerPharMa non si misura solo in metri quadrati o fatturato, ma nelle persone che ogni giorno assicurano il rispetto delle norme di qualità e la continuità produttiva.
Tecnici, operatori, manutentori, addetti QA e QC, figure spesso invisibili ma decisive.
È su questo patrimonio umano che il rilancio deve fondarsi: con formazione, sicurezza e riconoscimento del merito.
Un modello di resilienza per l’industria italiana
NerPharMa dimostra che, anche in un contesto complesso, la fabbrica di qualità resta un pilastro del sistema farmaceutico nazionale.
È la prova che la manifattura specializzata può sopravvivere e prosperare accanto alla ricerca, se sostenuta da una gestione trasparente e da investimenti mirati.
L’interazione con i nuovi poli di ricerca e sviluppo presenti sul territorio può trasformare Nerviano in un vero hub farmaceutico lombardo, dove produzione e innovazione si completano a vicenda.
Conclusione: la forza della verità e del lavoro
La storia recente di Nerviano insegna che la verità industriale, prima o poi, emerge sempre: non si può costruire un futuro solido senza partire da ciò che funziona davvero.
Oggi, tra i reparti di produzione e confezionamento di NerPharMa, si respira un clima di cauta fiducia: la consapevolezza che la tempesta ha lasciato macerie, ma anche spazio per ricostruire meglio.
La rinascita parte da qui — dal lavoro concreto, dalla professionalità delle persone e da una nuova visione industriale capace di guardare avanti senza dimenticare chi, in silenzio, ha tenuto accese le luci del sito.
Nota dell’Autore: Si tratta di un contributo personale, redatto per offrire una testimonianza diretta sul percorso di rilancio industriale di NerPharMa, in un momento di profonda trasformazione del gruppo NMS e dell’intero comparto farmaceutico lombardo.
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Nota:
Lunedì 27 ottobre la direzione ha annunciato nuovi esuberi per 31 dei 42 dipendenti di BioNerviano, società del gruppo che fornisce servizi essenziali alla filiera della ricerca oncologica. Un colpo durissimo che arriva mentre la procedura di licenziamento collettivo già aperta per Nms – 73 posti a rischio – è ancora sul tavolo del ministero delle Imprese e del made in Italy, che ha convocato le parti per il 12 novembre e imposto lo stop a ogni azione unilaterale.
Pag, però, ha tirato dritto. Ignorando il divieto ministeriale, il fondo finanziario cinese che controlla il gruppo ha proseguito la dismissione sistematica del polo di ricerca, confermando di fatto la volontà di abbandonare l’Italia dopo averne assorbito competenze, brevetti e conoscenze accumulate in decenni di lavoro scientifico. (Fonte Collettiva)
