
NMS. No dell’azienda al congelamento dei licenziamenti. Corsa per individuare un compratore
Comunicato Filctem, Femca, UILtec – 21 ottobre 2025
Si è svolto ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un nuovo incontro sulla vertenza della Nerviano Medical Sciences, alla presenza delle organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, della Regione Lombardia, dell’azienda e dei rappresentanti del Governo e di Invitalia.
Nel confronto, il Ministero ha sottolineato l’impegno delle istituzioni a valutare ogni possibile strumento utile a garantire la continuità delle attività NMS in Italia, anche attraverso la cassa integrazione per un anno, vagliando al contempo soluzioni alternative. È stato, infatti, annunciato che, grazie all’importante lavoro di Invitalia, saranno approfondite alcune manifestazioni di interesse provenienti da realtà industriali con un potenziale coinvolgimento in progetti di rilancio. La stessa agenzia sarebbe, infatti, disponibile a impegnarsi a sostenere, con una partecipazione minoritaria ma nel lungo periodo, eventuali compratori.
“L’azienda ha però detto con fermezza no al piano proposto dal MIMIT – hanno riferito Filctem, Femca, Uiltec – portando avanti la procedura di licenziamento che terminerà entro un mese. Siamo preoccupati per l’atteggiamento di chiusura del Management. Per questo le lavoratrici e i lavoratori di NMS continueranno la mobilitazione, presidiando gli strumenti e le strutture di ricerca, che non devono in alcun modo
essere spenti, venduti o alterati.
Le Rsu saranno impegnate in un costante confronto con l’azienda, per mantenere attivi tutti gli impianti e tutte le strumentazioni ritenute essenziali alla conservazione del patrimonio biologico ‘vivo’ e utili a una ripartenza. La ricerca scientifica, le elevate professionalità, i processi produttivi e i macchinari legati alla ricerca biologica rappresentano un patrimonio di competenze e tecnologie da non disperdere” proseguono le organizzazioni sindacali.
“Ora l’obiettivo condiviso resta quello di individuare, nel più breve tempo possibile e prima del prossimo incontro plenario, in agenda il 12 novembre, una soluzione industriale concreta e sostenibile in grado di investire in NMS e di garantire la prosecuzione delle sue attività di ricerca e sviluppo, patrimonio strategico per il sistema scientifico e produttivo nazionale” hanno concluso i sindacati.
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Al ministero delle Imprese si è aperto uno spiraglio per il futuro del centro di ricerca oncologica Nerviano medical sciences (Nms), il centro ricerche oncologiche lombardo che, lo scorso settembre, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo che coinvolge 73 ricercatori su un totale di 123 dipendenti del ramo di ricerca.
Durante il confronto è emerso l’interesse di quattro potenziali soggetti industriali verso il ramo ricerca di Nms. Considerata la necessità di costruire un percorso di reindustrializzazione che valorizzi le competenze ed eviti la dispersione del know-how sviluppato nel tempo, il Mimit ha chiesto a Invitalia di approfondire la conoscenza di questi soggetti interessati, con l’obiettivo di verificare la fattibilità di progetti strutturati in grado di garantire la continuità delle attività di ricerca.
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LA DATA DECISIVA DEL 12 NOVEMBRE
Il prossimo appuntamento al ministero è fissato per il 12 novembre, quando Invitalia presenterà le ipotesi di salvataggio. Se una delle soluzioni verrà ritenuta percorribile, l’azienda si è detta disponibile a sospendere la procedura. Fino ad allora, però, i licenziamenti restano sul tavolo e cresce la tensione tra i ricercatori.
“NERVIANO VIVE”
Le lavoratrici e i lavoratori di Nms hanno deciso di non fermarsi. “Non resteremo con le mani in mano – affermano i rappresentanti sindacali – e presidieremo giorno e notte gli strumenti e le strutture di ricerca, che non devono in alcun modo essere spenti, venduti o alterati”. Un presidio permanente difenderà i laboratori e le apparecchiature, considerate “patrimonio vivo” di un’eccellenza scientifica che l’Italia non può permettersi di perdere.
sospendere la procedura di licenziamento in corso e ha minacciato di spegnere i macchinari dei laboratori di ricerca. Le sollecitazioni del ministero non sono bastate a convincere il fondo a garantire il tempo necessario per individuare una soluzione industriale alternativa. “Non abbiamo mai chiesto al fondo di restare a tutti i costi – spiegano i sindacati – ma di permetterci di lavorare a una prospettiva che eviti la dispersione di un patrimonio scientifico e professionale unico nel Paese”



