Epatite C, la rabbia dei malati: “Il nuovo farmaco non è per tutti”

I 65 milioni della Regione non bastano: «Una gara pubblica per abbassare i prezzi». E’ una sorta di lotteria: che riguardando la salute e addirittura le possibilità di sopravvivenza di migliaia di persone non ha nulla di giocoso.

E’ una sorta di lotteria: che riguardando la salute e addirittura le possibilità di sopravvivenza di migliaia di persone non ha nulla di giocoso. I malati bussano alla porta della Regione chiedendo l’accesso gratuito ad un farmaco tanto prodigioso quanto costoso, un prodotto finalmente risolutivo, scoprendo che il beneficio non è alla portata di tutti: sono stati classificati in base a logiche di priorità; si passa, e quindi si ottiene la rimborsabilità da parte del servizio sanitario pubblico, in base all’urgenza clinica. Gli altri devono aspettare, fino a quando il progredire della malattia li trasformerà a loro volta in casi «urgenti» o finchè non si troverà una soluzione per abbassare il prezzo del farmaco. Sempre che non siano disposti a pagare di tasca loro migliaia di euro.

Prezzo da capogiro

Il prodotto in questione è il Sovaldi Sofosbuvir, sintetizzato dall’azienda farmaceutica Gilead: il prezzo di riferimento ufficiale per le strutture pubbliche, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è pari a circa 12 mila euro a confezione (per un ciclo di terapia ne servono almeno tre). La malattia contro la quale viene impiegato è l’Epatite C, che attacca il fegato e a lungo andare impone il trapianto. In Piemonte i malati sono 2.174: 1.602 avviati a trattamento, per un costo totale di 65 milioni anticipati della Regione in attesa del riparto del Fondo nazionale per i farmaci innovativi. Attenzione: non tutti i malati ma quelli che rientrano nei parametri di cui sopra.

Malati esasperati

Tra questi non rientra il lettore che ieri ha scritto a Specchio dei Tempi: «All’estero la Gilead fa produrre il generico ad altre case farmaceutiche. La cura completa costa circa 1.500 dollari. Una bella differenza. Vorrei sapere perché non è concesso, a chi vuole farlo, l’utilizzo di tale generico, lasciando la persona che non ha i mezzi finanziari nell’impossibilità di provare una cura che nel 90% dei casi debella la malattia. Nell’attesa di una risposta, attendiamo il decorso della malattia».

Appelli inascoltati

Chi stabilisce i parametri per ottenere il Sovaldi e gli altri farmaci di nuova generazione contro l’Epatite C? L’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco: ha stipulato con Gilead un accordo commerciale tuttora secretato. In pratica, spiegano dalla Regione, non esiste certezza sul costo reale del prodotto, variabile da Paese a Paese. Secretati gli accordi anche con le altre case farmaceutiche che a seguire hanno immesso sul mercato farmaci analoghi: meno costosi ma non sempre validi per tutti i genotipi. Situazione paradossale. «Ne conviene l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta: «Noi ci assumiamo i rischi della copertura finanziaria, ma l’unico modo per garantire il trattamento a tutti, abbassando il prezzo, è bandire una gara pubblica nazionale per mettere in competizione i prodotti disponibili. Continuiamo a sollecitare l’Aifa, finora invano».

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Criteri di prioritizzazione. Registri AIFA: l’Agenzia fornisce informazioni sui dati dei trattamenti con i nuovi farmaci per la cura dell’epatite C. N.d.R.

AIFA. Il “caso sofosbuvir”. Trasparenza e Responsabilità nel “posizionamento” dei farmaci innovativi

AIFA. Lista Centri autorizzati alla prescrizione dei farmaci antivirali per l’epatite C – Aggiornamento (30/12/2015)

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