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"L’obbligo di indicare in ricetta solo il principio attivo dei farmaci, come pure la sostituibilità da parte del farmacista del medicinale prescritto con il corrispettivo equivalente (già prevista per legge quando il medico non indica la ‘non sostituibilità’ del farmaco), sono dannosi per la salute del paziente". Ne è convinto Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (FIMMG), che esprime completo dissenso sull’emendamento Manzione alla Finanziaria proposto. La norma "rischia di creare confusione fra i pazienti – spiega Milillo – e di aumentare gli effetti collaterali senza poterli controllare". Si pone infatti un problema di farmacovigilanza: "Un capitolo già oggi sottovalutato, che in questo modo si complica ancora di più", sottolinea Milillo. E per far presente tutto questo ai politici, "abbiamo intenzione di compiere azioni concrete. Sto per scrivere una lettera aperta indirizzata a tutti i senatori italiani", annuncia il segretario della FIMMG: L’emendamento di Manzione, sostiene Milillo, toglie una parte di competenze al medico per trasferirla al farmacista, "ma poi i problemi clinici dobbiamo gestirli noi". La questione è che "i farmaci non sono tutti identici – sostiene il segretario nazionale della Fimmg – Anche se la bioequivalenza di due prodotti è stata dimostrata, di fatto i due farmaci in questione possono differire per composizione e tecniche di produzione. E siccome i pazienti non vanno sempre dallo stesso farmacista, specialmente per i malati cronici il rischio è che assumano di volta in volta un medicinale diverso. Se noi sappiamo quale prendono possiamo prevedere e controllare gli eventuali effetti collaterali, ma se non lo sappiamo gli effetti indesiderati incontrollabili non potranno che crescere". Insomma, "la prescrizione per principio attivo e la sostituibilità sono dannose per la salute del paziente – ribadisce Milillo – e chi afferma il contrario non ha fatto ricerche sul tema. Ho chiesto sia all’Istituto farmacologico Mario Negri sia all’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) di condurre studi in merito, ma ciò non è avvenuto". Ancora più netto Mauro Martini, presidente del Sinacato nazionale autonomo medici italiani (SNAMI): "La demagogia – ha detto Martini – nasce dal fatto che per lo Stato e le Regioni come enti pagatori non cambia nulla. I medici sono gli unici professionisti abilitati alla cura delle persone e per questo sanno anche come comportarsi per offrire il maggior vantaggio sia clinico che economico al cittadino. Stiamo attuando tutte le procedure per una dura battaglia in Senato. Non capiamo poi l’affermazione di Manzione secondo il quale ‘l’intervento serve a creare una prima disconnessione tra i medici e le case farmaceutiche’. Che significa? La disconnessione è forse legata al fatto che Manzione pensa che facciamo affari con le grosse aziende? Se è così daremo mandato ai nostri legali di stabilire se le affermazioni possono essere ritenute diffamatorie, Nessun problema –  ha concluso  Martini – a scrivere il nome del principio attivo su qualsiasi ricetta, di fascia A e C, ma senza alcun obbligo. Solo se il medico loritiene opportuno per la salute del proprio paziente".
Fonte “Farmacista33”

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