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Generici dibattiti.

“Penso sia essenziale garantire la competitività del mercato, anche dando impulso al settore dei farmaci generici: pur non essendo vero che gli equivalenti in Italia non riescono a decollare, visto che già si sono aggiudicati una fetta pari al 13% del mercato e al 24% delle prescrizioni, dobbiamo porci l’obiettivo di arrivare almeno al 15% come accade in altri Paesi europei”. Così Nello Martini, direttore generale dell’AIFA nel suo intervento al seminario “I prontuari terapeutici: stato dell’arte e prospettive” organizzato dalla Regione. ln altre parole, il generico ormai fa parte dello scenario farmaceutico italiano e se qualcuno pensa che la tendenza possa essere invertita sta sbagliando i suoi conti. L’intervento di Martini è giunto al termine di una settimana piuttosto movimentata su questo fronte, apertasi con le polemiche sulla delibera della Regione Liguria, che poneva a carico del servizio sanitario la sola prescrizione del lansoprazolo generico, richiedendo al paziente il pagamento della differenza tra il prezzo del generico e quello delle specialità di tutta la classe degli inibitori di pompa protonica.
Un cambiamento non da poco, visto che finora il principio della partecipazione alla spesa valeva solo per le specialità equivalenti. I primi a protestare sono stati, inevitabilmente, i medici di medicina generale liguri della FIMMG. “Secondo la letteratura scientifica – ha detto il segretario regionale Francesco Prete – rispetto al lansoprazolo, il rabeprazolo e l’esomeprazolo dimostrano una maggiore rapidità di azione e il pantoprazolo ha una minore incidenza di controindicazioni negli anziani che assumono molti altri farmaci”. Questo, secondo Prete, potrebbe intaccare il rapporto di fiducia tra i medici di famiglia e i propri pazienti. “Noi – sottolinea – continueremo a prescrivere secondo scienza e coscienza, ma saremo costretti a constatare che molti liguri saranno obbligati ad accontentarsi del generico con buona pace dell’articolo 32 della Costituzione, a tutela della salute dell’individuo”. La posizione espressa da Prete è stata confermata l’indomani dal Segretario nazionale del sindacato, Giacomo Milill “Il rischio a nostro avviso – ha continuato Milillo – è che gli strumenti proposti per far fronte alle criticità di finanziamento del sistema siano tutti orientati al razionamento delle prestazioni a danno della salute dei cittadini. In particolare, per quanto riguarda la spesa farmaceutica, l’uso del prezzo di riferimento per classi di farmaci esautora di fatto il medico dalla responsabilità della prescrizione, mettendo in pericolo la sicurezza degli assistiti. Tutto questo accade nonostante sia noto che non tutti i farmaci della stessa classe hanno le medesime caratteristiche. Se così fosse, infatti, l’AIFA potrebbe ammettere alla rimborsabilità del Ssn un solo farmaco per classe, quello con il miglior rapporto costo-beneficio”.
A supporto della posizione della Liguria è intervenuto il presidente della Società italiana di farmacologia (SIF) Giovanni Biggio, che si è detto favorevole alla prescrizione del generico lansoprazolo che, “salvo rare eccezioni, non pregiudicherà l’efficacia della cura. Capisco” ha aggiunto Biggio “che questa normativa possa aver generato nei medici una senso di costrizione, ma la protesta dovrebbe essere accompagnata da una documentazione scientifica che dimostri che il lansoprazolo ha un’efficacia marcatamente inferiore. E quindi non può sostituire gli altri farmaci di marca”.
Ma non è finita qui, ovviamente. Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale ha affrontato la questione da un altro punto di vista. “Solo l’Agenzia italiana del farmaco può essere il punto di riferimento per la prescrizione dei generici” ha detto Cricelli “Le indicazioni delle Regioni valgono solo a fini amministrativi e devono essere

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