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LO STRANO CASO DEL DOTTOR HAFFNER

Nubi all’orizzonte per l’azienda farmaceutica britannica GlaxoSmithKline e per il suo ipoglicemizzante orale Avandia (rosiglitazone): sembra infatti che lo studio apparso il 21 maggio 2007 sul New England Journal of Medicine, che mise in dubbio la sicurezza del prodotto rilevando un aumento del 43% del rischio di attacchi cardiovascolari nei pazienti in trattamento, fosse stato inviato per fax 17 giorni prima della pubblicazione proprio agli uffici della GSK. Ad affermarlo è la rivista Nature, che rivela anche i nomi dei ‘colpevoli’: Steven Haffner, ricercatore dell’Università di San Antonio in Texas (Usa), uno dei peer reviewer autore dell’indagine e presunta ‘talpa’, e Alexander Cobitz, impiegato della casa farmaceutica. Ora anche il parlamento  americano vuole vederci più chiaro: Charles Grassley, membro del Comitato per la Finanza del Senato Usa, ha richiesto a Gsk dati e informazioni per capire quali misure – se ci sono state – la compagnia abbia intrapreso dopo aver ricevuto le informazioni confidenziali.

Haffner, raggiunto da Nature per un’intervista, ha giustificato il suo comportamento come "qualcosa di impulsivo e incomprensibile: il motivo per cui ho mandato quel fax per me è un mistero". Mistero ancora più grande, dato che lo stesso ricercatore assicura che nessuno mai da GSK gli aveva richiesto di inviare alcuna informazione. Cobitz e Haffner, però, si conoscevano da tempo, dato che lo scienziato dal 1999 è un consulente del gruppo britannico e ha percepito in questo arco di tempo, secondo quanto rilevato dal senatore Grassley, "circa 75mila dollari". Il senatore Grassley ora intima al presidente della divisione farmaceutica statunitense di GSK, Christopher Vienbacher, di fornire in fretta alcune documentazioni per capire come questa violazione possa aver influenzato il comportamento dell’azienda, rilevando che al Comitato era già stato riferito del passaggio di informazioni, la scorsa estate: entro il 15 febbraio viene richiesto a Vienbacher di descrivere la reazione della società dopo aver ricevuto il report, di compilare una lista di tutto il personale impiegato presso Gsk che è venuto a conoscenza dello studio sul NEJM prima della pubblicazione e di mettere a disposizione copie di tutti i documenti, registrazioni telefoniche e messaggi riguardanti la ricerca in questione. Il senatore vuole inoltre sapere quando e come GSK ha cominciato a pensare allo studio pubblicato il 5 giugno 2007 sempre sul New England e portato avanti da ricercatori sponsorizzati dalla stessa azienda, che rianalizzava i risultati del trial prospettico ‘RECORD’, lanciato nel 2001 per monitorare gli effetti cardiovascolari di Avandia, concludendo che essi sono insufficienti per affermare con sicurezza che il farmaco aumenta il rischio cardiovascolare.

Infine, Grassley vuole ottenere copie di altre eventuali bozze di studi su prodotti GSK che, dal 2000 a oggi, l’azienda ha ottenuto in anticipo rispetto alla loro pubblicazione, escludendo quelli alla cui compilazione hanno partecipato ricercatori incaricati dalla compagnia. Intanto – evidenzia Nature – dal New England Journal of Medicine fanno sapere che qualsiasi collaboratore della rivista responsabile di aver rotto la confidenzialità delle informazioni viene escluso da futuri incarichi e lavori per la prestigiosa testata scientifica. Lo scorso aprile, per esempio, il giornale ha penalizzato un celebre cardiologo, Martin Leon della Cardiovascular Research Foundation di New York, per aver parlato di uno studio sottoposto a embargato durante un meeting scientifico. Di Alberto Camuso.
Fonte "Pharmamarketing.it"

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