
Pubblichiamo un contributo inviatoci da un lavoratore dedicato alla storia del polo di Nerviano – dalle origini nel 1965 come centro Farmitalia Carlo Erba, fino all’attuale situazione del gruppo NMS/NerPharMa –, ricostruito con fonti storiche e documenti pubblici.
L’obiettivo, ci scrive il lavoratore, non è solo ricordare le radici scientifiche di questo sito, ma anche offrire un quadro utile a comprendere la fase complessa che stiamo attraversando: la crisi del gruppo, i passaggi societari che si sono succeduti negli anni, l’uscita della Regione Lombardia dal capitale e le attuali trattative che coinvolgono fondi internazionali, istituzioni e possibili acquirenti industriali.
Ritengo, conclude, che, proprio in un momento in cui si discute del futuro della ricerca oncologica italiana e della produzione farmaceutica lombarda, sia importante riportare attenzione sul valore storico, tecnologico e umano del centro di Nerviano, che per decenni ha rappresentato un’eccellenza internazionale.
Il polo di Nerviano è uno dei luoghi simbolo della farmaceutica italiana. Nato nel 1965 — lo stesso anno della mia nascita — come centro ricerche Farmitalia, attraversa sessant’anni di fusioni, salvataggi pubblici, acquisizioni multinazionali, privatizzazioni e oggi una nuova crisi sistemica che coinvolge NMS Group, NerPharMa e l’intero ecosistema di via Pasteur.
1965–1979: Farmitalia e Carlo Erba, le radici dell’eccellenza
Il centro nasce nel 1965 per volontà di Farmitalia, storica azienda milanese che, dopo l’ingresso in Montecatini-Edison, punta su Nerviano come polo di ricerca oncologica d’avanguardia.
Negli anni ’70 arriva anche Carlo Erba, altra storica realtà farmaceutica, creando un distretto di competenze unico.
Nel 1978 Montedison fonde Farmitalia e Carlo Erba: nasce Farmitalia Carlo Erba S.p.A., un gigante italiano della ricerca farmaceutica. A Nerviano arrivano investimenti record e nasce una delle molecole che hanno fatto la storia dell’oncologia mondiale: Adriamicina.
È l’epoca d’oro: esportazioni altissime, 60–70% del fatturato all’estero, centinaia di ricercatori.
1980–2003: multinazionali, fusioni globali e arrivo di Pfizer
Negli anni ’80 lo stabilimento cresce e si internazionalizza. Nel 1993, Montedison vende Farmitalia-Carlo Erba alla svedese Kabi-Pharmacia (poi Pharmacia & Upjohn).
Il sito di Nerviano diventa uno dei più grandi centri R&D oncologici d’Europa, con oltre 800 ricercatori.
Nel 2003, con la fusione globale Pharmacia-Pfizer, il sito viene inglobato nel colosso americano.
Nel 2004 Pfizer annuncia la dismissione: costi elevati, riorganizzazione globale e spostamento degli investimenti. Per Nerviano è il primo grande shock occupazionale.
2004–2009: nascita di NMS e la gestione della Congregazione
Nel 2004 il centro viene acquistato dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (CFIC), legata al Vaticano, e rinasce come Nerviano Medical Sciences.
L’obiettivo dichiarato è salvare know-how oncologico e posti di lavoro.
Ma nel 2009 esplode una crisi finanziaria interna alla Congregazione, con debiti pesanti e inchieste che coinvolgono l’IDI di Roma. NMS rischia il fallimento.
2010–2014: intervento pubblico e “salvataggio Formigoni”
Per evitare la chiusura del polo oncologico più grande d’Italia, Regione Lombardia interviene creando la Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB).
Nel 2012, sotto la presidenza Formigoni, FRRB acquisisce il controllo del gruppo.
È un salvataggio pubblico a tutti gli effetti: vengono assorbiti debiti importanti e si mantengono centinaia di posti di lavoro altamente qualificati.
È anche l’ultima vera stagione “industriale” del gruppo.
2015–2021: razionalizzazioni e privatizzazioni
Tra 2015 e 2018 si tenta il risanamento interno. Ma la struttura rimane pesante e il mercato globale dell’oncologia è dominato da big pharma.
Nel 2018 entra il primo grande investitore privato internazionale: Hefei Sari V-Capital (Cina).
Nel 2021 arriva poi un secondo fondo: PAG (Pacific Alliance Group), tramite veicoli lussemburghesi.
FRRB mantiene un piccolo 10% fino al 2024, quando anche l’ultima quota regionale viene venduta.
Finisce così la fase “pubblica”. Inizia quella “finanziaria”.
2022–2025: tagli, smantellamento progressivo e rischio per l’intero polo
Dal 2022 si osservano segnali di arretramento:
• blocco delle assunzioni
• riorganizzazioni e rebranding
• dismissione di asset
• riduzione della pipeline
• crescente centralità dei costi
Nel 2025 scoppia la crisi finale:
• 73 licenziamenti su 123 ricercatori in NMS
• 31 esuberi in BioNerviano
• valutazione di vendita di NerPharMa
• coinvolgimento del MIMIT e di Invitalia
• sospensione dei licenziamenti in attesa del 10 dicembre
I sindacati parlano apertamente di “smembramento” del polo oncologico italiano.
Il ruolo di NerPharMa
Nata come unità produttiva di Farmitalia, scorporata nel 2010, oggi NerPharMa è l’unico asset produttivo GMP del gruppo.
È sotto pressione per:
• carichi di lavoro critici
• “cartellino giallo” FDA (2025) su Xspray, 50% della produzione
• turni straordinari massacranti
• scarsa stabilità societaria
La sua sorte dipende totalmente dall’esito della trattativa di cessione e dalla prossima ispezione FDA.
2025: una crisi simile a quella del 2009, ma senza rete pubblica
La differenza con il passato è semplice e drammatica:
• nel 2009 c’era Regione Lombardia pronta a intervenire
• nel 2025 c’è un fondo internazionale pronto a dismettere
Il rischio di perdere definitivamente:
• know-how scientifico
• pipeline oncologica
• competenze GMP
• migliaia di posti di lavoro indiretti sul territorio è più alto che mai.
Conclusione
Dal 1965 a oggi Nerviano è stato:
• industria (Farmitalia)
• eccellenza mondiale (Farmitalia Carlo Erba)
• multinazionale (Pfizer)
• polo indipendente (NMS)
• ente salvato dal pubblico (FRRB)
• asset di fondi internazionali (SARI, PAG)
La crisi del 2025 non è un fulmine a ciel sereno.
È l’ultimo capitolo di una lunga sequenza di passaggi societari in cui la finanza ha progressivamente sostituito la visione industriale.
Il rischio ora è che il polo nato nel 1965 finisca in un silenzioso smembramento, senza che il Paese si renda conto di ciò che si sta perdendo.
Questa ricostruzione storica non ha finalità polemiche, ma vuole ricordare da dove veniamo e cosa rappresenta questo sito per l’Italia e per ognuno di noi.
In un momento di incertezza profonda, conoscere la nostra storia aiuta a capire il presente e a difendere il futuro del polo di Nerviano, valorizzando lavoro, competenze e sicurezza delle persone.
Questa ricostruzione storica non ha finalità polemiche, ma vuole ricordare da dove veniamo e cosa rappresenta questo sito per l’Italia e per ognuno di noi.
In un momento di incertezza profonda, conoscere la nostra storia aiuta a capire il presente e a difendere il futuro del polo di Nerviano, valorizzando lavoro, competenze e sicurezza delle persone.
Bruno Pepi
Operaio Specializzato – NerPharMa
RSA AllCa CUB




