
Oms. L’Italia si allinea nuovamente agli Stati Uniti di Trump e dice di “no” agli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale
L’Italia ha ufficializzato il proprio rifiuto agli emendamenti del 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale
(RSI), adottati durante la 77ª Assemblea Mondiale della Sanità con la risoluzione WHA77.17. La decisione è stata comunicata direttamente dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, al direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, attraverso una lettera formale inviata in data 18 luglio 2025.
Nel documento, Schillaci invoca l’articolo 61 del Regolamento per notificare ufficialmente il rifiuto da parte del governo italiano “di tutti gli emendamenti adottati” nella suddetta sede internazionale, ribadendo così l’esercizio pieno del diritto sovrano di esprimere riserve entro i termini previsti. Gli emendamenti, destinati a entrare in vigore il 19 settembre 2025 per tutti i Paesi che non si siano opposti formalmente, sono stati dunque respinti in toto da Roma.
Uno dei cambiamenti più rilevanti previsti da questi emendamenti era l’introduzione della categoria specifica di “emergenza pandemica”, distinta da quella di “emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC)”. Questa nuova definizione consente di attivare meccanismi più rapidi e coordinati in presenza di eventi sanitari di grande portata, con l’obiettivo di garantire una risposta collettiva, non solo sanitaria ma anche politica e sociale. Con gli emendamenti Oms veniva poi rafforzato il concetto di preparazione sistemica, sottolineando che i Paesi devono investire e pianificare non solo in fase emergenziale, ma anche in tempi di normalità. Veniva rivisto anche il modello del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi che si sarebbe applicato solo ai nuovi certificati emessi dopo l’entrata in vigore delle modifiche.
Dal punto di vista pratico, l’Italia continuerebbe ad applicare il Regolamento del 2005, che resta pienamente valido. Non ci sarebbe quindi alcuna uscita formale dal sistema RSI né un vuoto normativo. Tuttavia, la mancata adozione degli emendamenti comporterebbe un’importante divergenza tecnica e operativa, in particolare sul fronte dei certificati vaccinali. L’Italia continuerà a rilasciare certificati secondo il modello precedente. Questo potrebbe creare problemi di riconoscimento nei confronti di altri Paesi che invece avranno adottato il nuovo formato. I cittadini italiani, quindi, potrebbero trovarsi in difficoltà nei viaggi internazionali, in particolare in caso di nuove emergenze sanitarie globali, con la possibilità di subire limitazioni, controlli sanitari aggiuntivi, possibili quarantene o obblighi di revaccinazione.
La mossa del governo Meloni segue ancora una volta la linea tracciata dagli Stati Uniti sotto la nuova amministrazione a guida Trump. Ieri, una nota congiunta firmata dal segretario di Stato Marco Rubio e dal ministro della Salute Robert F. Kennedy ha annunciato che anche Washington ha rigettato gli emendamenti Oms. Secondo i due esponenti, tali modifiche “ampliano significativamente l’autorità dell’Oms”, influenzando in modo improprio le risposte sanitarie nazionali e includendo concetti come “solidarietà ed equità” che la nuova leadership americana considera “politicizzati” e in contrasto con la necessità di “azioni rapide ed efficaci”.
Nella stessa dichiarazione, Rubio e Kennedy hanno ribadito l’impegno a “proteggere la sovranità nazionale e impedire ai burocrati internazionali di influenzare le politiche interne”, sottolineando il rischio di ingerenze “nella libertà di parola, nella privacy e nelle libertà personali” degli americani.
Il gesto dell’Italia rappresenta una chiara rottura con l’approccio multilaterale adottato finora e sancisce un ulteriore avvicinamento al nuovo asse atlantico conservatore in materia di sanità pubblica. La convergenza con Washington non è solo simbolica: entrambi i governi rivendicano il primato delle decisioni nazionali e rigettano qualsiasi forma di vincolo internazionale che possa interferire con l’autonomia politica o gestionale dei sistemi sanitari.
N.d.R.: Nei regolamenti e negli emendamenti in nessun modo viene conferita all’Oms la facoltà di intervenire sulle scelte politiche dei singoli Paesi, né di imporre provvedimenti restrittivi, come il lockdown o il divieto degli spostamenti
I commenti politici.
Boccia (PDI): “Decisione gravissima”
“Che Giorgia Meloni e il suo governo abbiano scelto di genuflettersi all’ottuso sovranismo e al trumpismo non lo scopriamo certo oggi. Ma la scelta fatta dal ministro Schillaci riguardo al regolamento sanitario dell’Oms è assurda e pericolosa. La scelta di respingere gli emendamenti adottati dalla 77esima Assemblea Mondiale della Sanità è una decisione gravissima, che isola il nostro Paese dal contesto internazionale. Un colpo durissimo alla cooperazione internazionale in ambito sanitario”. Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia.
Ricchiuti (Fdi): La scelta tutela l’autonomia dell’Italia”
“L’Italia ha detto ‘no’ agli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale dell’Oms, che avrebbero potuto attribuire all’Organizzazione poteri straordinari in caso di emergenze sanitarie. Tra le modifiche proposte, c’era la possibilità per l’Oms di influenzare direttamente decisioni cruciali come lock down, obblighi vaccinali, gestione delle pandemie e censura dell’informazione scientifica”. Lo ha detto Lino Ricchiuti, vicepresidente del dipartimento Imprese e Mondi Produttivi di Fratelli d’Italia. “Con questa scelta, il governo Meloni ha riaffermato il principio di sovranità nazionale, tutelando il diritto dell’Italia di decidere autonomamente in materia di salute pubblica”, ha aggiunto.
i commenti dei medici
Dice Locatelli: “Mi pare che l’accordo sia assolutamente rispettoso della sovranità nazionale. In nessun modo viene conferita all’Oms la facoltà di intervenire sulle scelte politiche dei singoli Paesi, né di imporre provvedimenti restrittivi, come il lockdown o il divieto degli spostamenti”. Insomma, “non so cosa ci sia davvero alla base della scelta di chiamarsi fuori. Ma da medico, da scienziato, da rappresentante della sanità pubblica è una decisione che mi lascia molto perplesso. Perché non ci sono critiche specifiche, non c’è la richiesta di modificare questo o quel passaggio: tutto è perfettibile, per carità, ma a mio avviso c’erano le condizioni per approvare il documento”.
Afferma Burioni, “mi pare una posizione che non appartiene a un medico di grandissimo prestigio e valore come il nostro ministro della Sanità Orazio Schillaci. Però all’interno della maggioranza ci sono diversi esponenti importanti che propagandano bugie scientifiche pericolose, contro i vaccini e altro”.
La lettera del ministro Schillaci all’Oms
“Le scrivo – si legge nella lettera inviata dal ministro Schillaci al direttore generale dell’Organizzazione
mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – con riferimento alla sua comunicazione del 19 settembre 2024 sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (2025) adottati dalla 77/ma Assemblea mondiale della sanità con la risoluzione n.WHA77.17. Come indicato dal comma 3 dell’articolo 55 e dal comma 2 dell’articolo 59 del Regolamento sanitario internazionale (2005), tali emendamenti entreranno in vigore a 12 mesi dalla sopra citata comunicazione, ovvero il 19 settembre 2025, eccetto per quelle Parti che avranno notificato al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità la loro decisione di rifiutare o di formulare delle riserve nei confronti dei citati emendamenti”. Pertanto, si legge, “ai sensi dell’articolo 61 del Regolamento sanitario internazionale (2005), per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto di parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77/ma Assemblea mondiale della sanità con la risoluzione WHA77.17”. Alla a 77ª Assemblea Mondiale della Sanità, che si è svolta dal 27 maggio al 1 giugno 2024 a Ginevra, i Paesi membri hanno adottato emendamenti al Regolamento sanitario internazionale, un quadro giuridicamente vincolante per rispondere alle emergenze di salute pubblica, per introdurre il concetto di “emergenza pandemica” e “maggiore solidarietà ed equità”.
OMS. International Health Regulations (2005). SEVENTY-SEVENTH WORLD HEALTH ASSEMBLY
International Health Regulations: amendments
Regolamento sanitario internazionale, l’Oms: “Nessuna imposizione, Stati autonomi”
“Il Regolamento sanitario internazionale, i suoi emendamenti e l’Accordo sulle pandemie sono stati tutti proposti, negoziati e adottati dai nostri Stati membri”, perché “è così che
funziona l’Oms: appartiene ai Paesi, a tutti i 194 Stati membri”. Inoltre, “l’Organizzazione mondiale della sanità non ha l’autorità di dire ai Paesi cosa fare. Non possiamo imporre divieti di viaggio, lockdown, obblighi vaccinali o qualsiasi altro tipo di misura. Né cerchiamo di farlo. Questo è chiaramente stabilito nel nostro documento fondativo, la Costituzione dell’Oms”. Lo ha precisato oggi Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità, che nel periodico briefing con la stampa ha voluto “spendere qualche parola sulle recenti affermazioni riguardanti l’Oms, l’Accordo pandemico e gli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale” rigettati per esempio dall’Italia, così come dagli Usa.
“Il nostro compito – ha spiegato il numero uno dell’agenzia ginevrina – è fornire raccomandazioni e linee guida basate sull’evidenza e supportare i Paesi nella protezione e nel miglioramento della salute delle loro popolazioni. Ma come e se i Paesi implementeranno tali raccomandazioni è sempre stato e sempre dipenderà da loro, in base alle loro linee guida e norme nazionali. Questo vale per tutto ciò che facciamo – ha puntualizzato il Dg – che si tratti di linee guida per smettere di fumare, di una migliore alimentazione o di prevenire e affrontare le malattie”. Dunque “questo principio si applica anche al Regolamento sanitario internazionale”, tanto che “il nuovo Accordo sulle pandemie contiene una sezione dedicata che lo specifica chiaramente: l’articolo 22”.
Il direttore generale dell’Oms ci ha tenuto a chiarire anche un altro punto: “Disponiamo di un quadro molto chiaro e completo per tutelarci dall’indebita influenza delle case farmaceutiche e di altre entità del settore privato. Certo, collaboriamo con loro come dovremmo fare, ma disponiamo di garanzie molto chiare sviluppate con i nostri Stati membri”. Fonte Adnkronos
OMS.
Mentre i focolai di malattie e altri rischi acuti per la salute pubblica sono spesso imprevedibili e richiedono una serie di risposte, i regolamenti sanitari internazionali (2005) (IHR) forniscono un quadro giuridico generale che definisce i diritti e gli obblighi dei paesi nella gestione degli eventi di salute pubblica e delle emergenze che hanno il potenziale di attraversare i confini.
L’RSI è uno strumento di diritto internazionale legalmente vincolante per 196 paesi, compresi i 194 Stati membri dell’OMS. L’RSI è cresciuto dalla risposta alle epidemie mortali che un tempo hanno sopraffatto l’Europa. Creano diritti e obblighi per i paesi, incluso l’obbligo di segnalare eventi di salute pubblica. I regolamenti delineano anche i criteri per determinare se un particolare evento costituisca o meno una “emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”.
La responsabilità dell’attuazione del RSI resta su tutti gli Stati che sono vincolati dai Regolamenti e dall’OMS. I governi sono responsabili, compresi tutti i loro settori, ministeri, livelli, funzionari e personale, per l’attuazione dell’RSI a livello nazionale.
L’OMS svolge il ruolo di coordinamento nell’attuazione dell’RSI e, insieme ai suoi partner, aiuta i paesi a sviluppare capacità.
L’RSI richiede che tutti i paesi abbiano la capacità di fare quanto segue:
- Rilevare: assicurarsi che i sistemi di sorveglianza possano rilevare eventi acuti di salute pubblica in modo tempestivo
- Valutare e riferire: utilizzare lo strumento decisionale nell’allegato 2 dell’RSI per valutare gli eventi di salute pubblica e riferire all’OMS attraverso il loro punto focale nazionale dell’RSI quelli che possono costituire un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale
- Rispondere: rispondere ai rischi per la salute pubblica e alle emergenze
L’obiettivo dell’attuazione del paese è limitare la diffusione dei rischi per la salute nei paesi vicini e prevenire restrizioni ingiustificate ai viaggi e al commercio.
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