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UN MERCATO A RISCHIO

AVOS Life Sciences, nota società di ricerca statunitense, ha analizzato le performance delle prime 14 compagnie farmaceutiche considerandole come un gruppo unitario. Utilizzando i dati sugli investimenti, ha concentrato l’analisi sui farmaci da prescrizione di punta di ciascuna compagnia, estendendo di fatto il rendimento del prodotto principale a tutto il listino. In dettaglio significa identificare una rosa di farmaci branded capace di vendere per almeno 500 milioni di dollari l’anno e focalizzare l’analisi su quelli.
 
In un articolo pubblicato su Nature Review Drug Discovery, Michael Goodman di AVOS considera la performance aggregata del gruppo farma in rapporto a 6 indici strategici, che sono: età commerciale del prodotto; percentuale sul pharma globale (quanto del profitto dell’azienda è legato ai farmaci più prescritti); vendite MRDP (misura direttamente proporzionale alla quota di venduto del portfolio); Compound Annual Growth Rate (CAGR) delle vendite a 5 anni (quantifica la crescita aggregata delle performance dei farmaci da prescrizione); concentrazione (stima il rischio di diversificazione del portfolio); larghezza (correla il numero di prodotti più venduti al numero di aree terapeutiche coperte).
Secondo le previsioni di Goodman, dal 2007 al 2012 il blocco pharma andrà incontro ad un significativo deterioramento del suo rendimento, con una calo complessivo del 18% del punteggio dei 6 indici critici, che passerebbe da 64 a 54. La discesa più ripida sarà quella del "CAGR delle vendite a 5 anni" infatti per questo indice è previsto un crollo del 68%.
Il motore trainante principale di questo scenario è la perdita dell’esclusività di mercato, esplicitata dal fatto che 9 delle 14 Big Pharma vedranno scadere i diritti di sfruttamento di quelli che nel 2007 erano i loro best seller. La maggior parte dei brevetti scadrà tra il 2011 e il 2012 quindi la congiuntura sfavorevole si protrarrà anche oltre il periodo oggetto di queste previsioni. In media le vendite del gruppo pharma passeranno da 20,5 miliardi di dollari nel 2011 a 19,3 miliardi nel 2012 e più della metà delle compagnie, individualmente, subirà una crescita annuale negativa delle vendite nel settore di punta. Inoltre il portfolio principale subirà una contrazione del numero di prodotti: dai 186 dello scorso anno ne resteranno 180 nel 2012.
Tra l’altro è da notare che i primi 3 performer del gruppo – Roche, Johnson&Johnson e Bristol-Myers Squibb – derivano una parte considerevole del loro guadagno da prodotti specialistici, come bevacizumab (Avastin), infliximab (Remicade) e aripiprazolo (Abilify) rispettivamente. E non si tratta di fenomeni isolati dato che Eli Lilly ha comprato ImClone e, di recente, i vertici di Merck e Bristol-Myers Squibb hanno annunciato di voler accelerare la crescita attraverso acquisizioni mirate nel biotech. Tutto ciò significa che nel futuro del gruppo aggregato pharma l’interesse principale si rivolgerà ai mercati specialistici, caratterizzati da prodotti ad alto margine.

Fonte
Michael Goodman. Market Watch: Pharma industry strategic performance: 2007-2012E. Nature Reviews Drug Discovery 2008; 7: 967

www.pharmamarketing.it

 

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