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FARMACI, DA MARZO RINCARI IN VISTA

Previsto un aumento medio dei prezzi del 10 per cento

Rincari in vista, dal prossimo mese, per i farmaci da banco e senza obbligo di ricetta. È l’effetto della Finanziaria 2007, che abolisce il vincolo per le aziende produttrici di indicare il prezzo massimo di riferimento sulle confezioni. Aumenti medi del 10 per cento, di cui i lodigiani potrebbero accorgersi già da marzo: «I nostri associati – spiega la presidente di Federfarma Lodi Annarosa Racca – non hanno ancora aumentato i prezzi perché i listini si basano sugli ultimi ordinativi del 2007. Una realtà che a breve potrebbe cambiare e alla quale i farmacisti dovranno adeguarsi». Situazione apparentemente paradossale visto che la parola d’ordine delle liberalizzazioni era «più concorrenza uguale più convenienza». A sciogliere l’inghippo ancora la dottoressa Racca: «Le aziende da anni sono state costrette a tenere bloccati i propri prezzi, logico che ora vogliano rifarsi. Di contro abbiamo chiesto ai nostri affiliati un’attenzione maggiore sul prezzo, senza dimenticare che in questi ultimi anni abbiamo applicato sconti sui farmaci generici anche del 20 per cento». Il risultato degli aumenti potrebbe essere allora quello di azzerare gli sforzi compiuti in questi anni dai farmacisti: «La legge ha finito per trasformare il farmaco da un bene di salute a un bene di consumo», lamenta la presidente dell’Afc Lodi Adele Riboni ricordando che «d’altronde si tratta di aumenti che i produttori avevano già preannunciato da tempo e che seguono due anni di blocco dei prezzi». Più duro il giudizio del Movimento nazionale liberi farmacisti, secondo cui la nuova normativa «confonde il consumatore inducendolo a ritenere responsabile dell’incremento il farmacista». La Tachipirina costa 4,50 euro in Italia, ma solo 2,75 euro in Francia. Stesso discorso per l’Aspirina effervescente: da noi viene 4,15 euro, Oltralpe 2,91. Se cresce il prezzo dei medicinali da banco bisogna ricordare che il resto dei farmaci ha un costo minore rispetto a quello delle altre nazioni europee. A Lodi, come spiega Adele Riboni, le farmacie comunali si sono unite in un’iniziativa «in cui mese per mese si definisce un paniere su cui è possibile applicare un sostanzioso sconto». Per uscire da questa situazione Federfarma propone due strade: «Utilizzare i cosiddetti farmaci equivalenti, che hanno prezzi inferiori e uguale capacità terapeutica» e «chiedere una diminuzione dell’Iva dal 10 al 4 per cento come nel resto dei paesi europei». Alberto Bolis  Il Cittadino di Lodi del 13/02/2008   p. 11  

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