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Glaxo-Aptuit, c’è la firma. Salvi 500 posti

 

Roma. Il centro ricerche della Glaxosmithkline, con i suoi quasi 500 dipendenti (compresi i contrattisti) e 78 anni di storia veronese, è salvo. Passa di mano all’americana Aptuit ma rimane in riva all’Adige: diventerà il 19° centro del sistema del gruppo leader mondiale nei servizi pr la filiera farmaceutica. Un centro strategico e unico, con prospettive di sviluppo anche occupazionale. Ieri, dopo una notte insonne, i rappresentanti dei due gruppi sono arrivati alla conclusione delle trattative con la firma solo poche ore prima dell’incontro interministeriale delle 10 nella sede del ministero del Lavoro.

Un incontro che ha visto la partecipazione e la sottoscrizione di tutte le parti: dalle due aziende ai sindacati e al governo (cinque i ministeri coinvolti) sotto la regia del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha presieduto i lavori. La soddisfazione era di tutti, indistintamente, per la velocità dell’operazione (poco più di due mesi) ma soprattutto per i contenuti di un accordo che sancisce la cessione del ramo d’azienda di Gsk.

Da ieri il centro di Verona si chiama Aptuit, ma per tre anni Gsk manterrà un legame strettissimo: la multinazionale farmaceutica inglese ribadisce l’impegno strategico in Italia e a Verona (dove peraltro da qualche mese ha aumentato la produzione di farmaci del 10%), garantirà inoltre finanziariamente e logisticamente il centro ricerche scaligero, sia perché assicurerà lavoro al centro attraverso commissioni di ricerche specifiche in partnership privilegiata con Aptuit. Da parte sua la società, che ha base in Usa nel Connecticut e 2.500 dipendenti, attraverso un piano industriale presentato in maggio ha convinto Gsk, sindacati e governo italiano (come spiega nell’intervista alla pagina seguente l’amministratore delegato Timothy Tyson) sul mantenimento ma soprattutto sullo sviluppo del centro di ricerche scaligero.

«Dalle preoccupazioni iniziali», ha esordito Sacconi, «ora siamo qui a dire che non solo rimane il centro ricerche Gsk di Verona ma che anche ci sono concrete prospettive di sviluppo: nessuno certo può garantire la certezza assoluta ma con questo accordo ognuno può ribadisce l’impegno a produrre risultati migliori rispetto al passato, noi come governo con i cinque ministeri coinvolti (Lavoro, Salute, Sviluppo economico, Università-ricerca, ed Economia e Finanze, n.d.r.) ci impegnamo sia a creare sinergie con il centro attraverso possibili contratti di ricerca e collaborazioni, sia a monitorare l’applicazione dell’accordo. La soddisfazione è anche perché l’Italia conferma la propria attrattività verso gli investimenti internazionali nella ricerca e nella produzione farmacologica e riesce in questo modo a difendere la proprietà intellettuale presente e attiva». Il primo incontro di verifica sarà in gennaio 2011.

Presenti all’incontro, oltre a Sacconi, il ministro della Salute Ferruccio Fazio, il sottosegretario al ministero

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