NewsNote di redazione

Disastro esame filtro a medicina. Solo il 10% supera il test.

Fondamentale per un medico sapere come oscilla una molla orizzontale!

La riforma dell’accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria e Odontoiatria in vigore da quest’anno si sta dimostrando disastrosa,come peraltro era stato previsto da tutti gli organi accademici, inclusa la Conferenza dei Rettori e il Consiglio Universitario Nazionale.

La prima prova ha avuto un esito disastroso e i promossi nelle tre materie sono risultati circa il 10% degli iscritti, un numero molto inferiore a quello dei posti da coprire. Una catastrofe di questo genere dimostra che la modalità di esame prevista dalla riforma è inadeguata al suo scopo.

I dati, ancora parziali in attesa del report ufficiale del Ministero dell’Università, dipingono una fotografia impietosa, senza grandi differenze tra Nord e Sud. Secondo le proiezioni, a livello nazionale le percentuali di idonei si aggirerebbero sul 20% per Biologia, poco meno per la Chimica, e su un drammatico 10% per la Fisica.

Le cifre degli atenei sono un bollettino di guerra. All’Università Statale di Milano, su 3.173 studenti solo il 12% ha superato Fisica. All’Alma Mater di Bologna la percentuale è del 10%. A Catania si scende al 9,4%, mentre a Bari i promossi in Fisica sono il 10,3%. Un po’ meglio, ma non troppo, va a Palermo (13%) e alla Bicocca di Milano (17%). Anche le medie dei voti sono basse, spesso poco sopra la sufficienza: 21,9 in Biologia, 21,2 in Chimica, 21 in Fisica.

Le domande a crocette o a completamento non possono valutare la preparazione di uno studente. Inoltre la scuola di provenienza può fare la differenza. Chi viene da un liceo scientifico è avvantaggiata rispetto a chi arriva dal classico o da altre scuole.

Uno dei punti contestati che sta facendo esplodere la polemica riguarda chi rifiuta un voto e ripete l’esame al secondo appello “ricomincia da zero”. L’ipotesi di tenere il punteggio migliore tra i due tentativi — come avveniva in passato — sarebbe stata scartata.

Uno dei nodi più contestati è proprio questo: molti studenti devono decidere se accettare o rifiutare un voto senza avere davanti una graduatoria ufficiale, quindi senza sapere se quel punteggio basterà davvero per rientrare. Una scommessa che può trasformare ogni voto “così così” in un dilemma enorme: lo tengo e rischio di non entrare, oppure lo rifiuto e mi gioco tutto al prossimo appello?

Procede la preparazione del ricorso collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali, con oltre 2.000 adesioni. Il ricorso “chiederà il riconoscimento delle violazioni sistemiche emerse”

Quella che doveva essere una prova moderna e meritocratica è stata vissuta da migliaia di studenti e famiglie come una beffa, segnata da irregolarità diffuse e violazioni che mettono in discussione la validità stessa della selezione. Da questo scenario nasce il ricorso collettivo al TAR Lazio, promosso dall’avv. Giacomo Romano.


N.d.R.:

La medicina, come ogni scienza, non è fatta di domandine e rispostine, che molte domande che un medico si deve porre non hanno risposte certe e assolute, che certe risposte possono essere giuste in un contesto e sbagliate in un altro, che in molti casi la transizione tra giusto e sbagliato è graduale e non assoluta: in una parola che finalizzare un corso universitario al superamento di un quiz è un tradimento culturale della missione dell’università. Anche in quei contesti stranieri in cui l’esame a quiz è usato, il corso non è costruito sulla misura dei quiz. (Fonte Prof. Andrea Bellelli, Ordinario di Biochimica a La Sapienza, Roma, il Fatto)

Sistema sbilanciato su discipline come Fisica, con un livello di difficoltà così elevato e poco aderente alle competenze realmente necessarie per formare buoni medici (OMCeO Napoli)

Il risultato è duplice: da un lato posti vacanti nelle facoltà di Medicinai, dall’altro la prospettiva di un ulteriore impoverimento del  Servizio sanitario regionale, già sotto pressione per l’onda lunga dei pensionamenti, la fuga verso altre regioni e all’estero, la difficoltà a coprire i turni nei pronto soccorso, nei reparti e nella medicina territoriale (Fonte OMCeO Napoli).

L’esame d’accesso, se deve esserci, dovrebbe valutare la “vocazione” all’arte medica, come si diceva una volta, intesa come medicina vista non solo come scienza tecnica, ma anche come disciplina pratica, etica e umanistica, che richiede abilità, giudizio e cura del paziente nel suo contesto, unendo la conoscenza scientifica all’arte del “prendersi cura”, basata su principi etici fondamentali. Utopia!

Lo studente che si approccia alla facoltà di medicina probabilmente si aspetta cognizioni mediche o almeno attinenti, invece si trova di fronte ad esami di chimica e fisica che ha già fatto nella scuola di provenienza che considera superflui magari con domande di fisica del tipo “A una molla orizzontale (di massa trascurabile) è attaccato un cubetto di legno di massa m = 7 Kg che oscilla con un periodo di π/3 secondi. Quanto vale il coefficiente k della molla in unità SI?”. Una delusione totale!

 

Gli esami:

Biologia

Chimica

Fisica


Se qualcuno è curioso di sapere la soluzione del quiz:

La risposta era da scegliere fra le seguenti 5: A) 252π – B) 126 – C) 28 – D) 252 – E) 4

Risposta corretta è la D) 252.

Per un oscillatore massa-molla il periodo di oscillazione è definito dalla relazione T = 21V(m/k). Da qui ricaviamo:
k = 472 m/ T2

Sostituendo i dati: m = 7 kg e T = 7/3s, risulta T2 = 72/9. Allora:
k=4r7. 7/(T2/9) = 4•7•9 = 252 N/m

Il valore di k in unità SI (N/m) è quindi 252.

Analisi delle risposte errate
A) 252r: compare un fattore 7 in più in che non deve esserci. Il r1 si semplifica esattamente nel calcolo tra numeratore e denominatore.
B 126: è metà del valore corretto, come se fosse stato omesso il fattore 2 o 9 nella formula.
C 28: troppo piccolo; non da deriva da una manipolazione corretta della formula del periodo.
E) 4: completamente incompatibile con i dati con la dipendenza k × m/T4.


Notizie correlate: OMCeO Napoli: Medicina, rischio banchi vuoti. Bruno Zuccarelli: «In tempi non sospetti avevamo avvertito del pericolo. Rischio di posti vacanti nell’intera regione. Ma le famiglie abbienti possono contare sul vecchio sistema nelle università private»

Redazione Fedaisf

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