
Da quest’anno la selezione per l’accesso alla facoltà di medicina (NdR: anche odontoiatria e veterinaria) non è stata fatta con un test di ingresso. Il nuovo sistema, infatti, prevede che tutti gli studenti possano avere accesso al semestre “propedeutico”, durante il quale partecipano a lezioni a frequenza obbligatoria di Chimica, Fisica e Biologia, per un totale di 18 crediti (6 per insegnamento), nella sede da loro inserita come prima scelta. Al termine del semestre,
arriva l’esame. Il primo appello si è svolto oggi, dalle 11. Mentre il secondo sarà il 10 dicembre. I posti a disposizione per quest’anno, per andare avanti nel corso di studi, sono 24mila, tremila in più dell’anno scorso. Secondo le stime più recenti, passerà poco più di un candidato su tre, secondo l’UDU (Unione degli Universitari) impedirà l’accesso a 7 candidati su 10.
Le prove del test sono una per ciascuna materia, ognuna della durata di 45 minuti, con un intervallo di 15 minuti tra una e l’altra. Si parte con Chimica, segue Fisica, poi ultima Biologia. Ognuna delle tre prove si compone di 31 domande, a risposta multipla o a completamento. Ogni risposta esatta vale un punto. Se non si dà la risposta, il punteggio è zero, mentre se la si sbaglia è -0,1. Il voto minimo per superare ogni prova è di 18/30, il voto massimo è 30 e lode. I punteggi con numeri decimali verranno arrotondati per difetto o per eccesso. Dalla somma dei tre voti dipenderà la posizione in graduatoria di ciascun candidato e quindi la possibilità di proseguire o meno gli studi.
La Sapienza di Roma ospiterà il numero più alto di candidati: circa 4.000 studenti per 1887 posti. A seguire, si registrano numeri molto elevati anche in altri grandi atenei: Federico II di Napoli, Università degli Studi di Milano e Università degli Studi di Padova. In queste sedi, che superano le 3.100 iscrizioni, la competizione risulta più intensa: i posti disponibili per proseguire nel percorso sono circa 700, rendendo la selezione particolarmente rigida. Non basta infatti superare la prova: solo chi rientra nei posti disponibili in graduatoria può proseguire con il secondo semestre. Si può anche ritentare, iscrivendosi nuovamente al semestre filtro per l’anno accademico successivo e per un massimo di tre volte.
Chi non potrà proseguire Medicina dopo la prova di oggi – o di dicembre – potrà optare per uno dei “corsi affini” che ha obbligatoriamente opzionato quando si è iscritto al “semestre filtro”: da Biotecnologie a Farmacia, da Zoologia ad alcune Professioni Sanitarie
Fonte SKY TG24 – 20 novembre 2025
La contestazione dell’Unione degli Universitari (UDU)
“Il semestre filtro nuoce alla salute”: partono le iniziative legali degli studenti
L’iniziativa è stata lanciata nel corso del presidio dell’Udu davanti al ministero. Un percorso che doveva superare il numero chiuso ma che impedirà a sette candidati su dieci di studiare medicina
Collettiva – 20 novembre 2025 di Stefano Iucci
Una diffida predisposta per tutti i 60 mila partecipanti al semestre filtro di medicina – quello che fa finta di superare il numero chiuso – per chiedere l’ammissione di tutti ai corsi e interventi sulle irregolarità del meccanismo.
L’iniziativa dell’Udu è stata lanciata questa mattina (20 novembre) nel corso della giornata di mobilitazione contro l’ennesima beffa del governo. Iniziativa – che ha coinvolto anche Cgil e Rete studenti medi – che ha visto un presidio davanti alla sede del Mur e in numerosi atenei italiani la consegna di camici sanitari ai partecipanti del semestre filtro.
“È un gesto semplice, ma con un messaggio preciso: per noi sono già medici, e nessun sistema incoerente dovrebbe decidere al loro posto”, si legge in una nota dell’Udu. La mobilitazione, infatti, è stata organizzata nel giorno dell’esame per gli aspiranti medici.
Contestualmente vengono distribuiti materiali informativi sul ricorso e sulle modalità per segnalare anomalie o irregolarità. La diffida aprirà la strada ai ricorsi collettivi e ai ricorsi territoriali, così da tutelare gli studenti sia rispetto ai problemi generali del semestre filtro sia alle criticità specifiche riscontrate nei singoli atenei.
Per l’Udu “il semestre filtro nuoce alla salute del sistema formativo e degli studenti. È un percorso che prometteva ampliamento, ma nella realtà porterà all’esclusione di sette candidati su dieci, dopo mesi di frequenze obbligatorie e procedure diverse da ateneo ad ateneo”.
E ancora: “Non è un meccanismo che aiuta chi sogna di diventare medico: al contrario, aggiunge incertezza, stress e disuguaglianze”.
“Se davvero vogliamo affrontare la carenza di personale sanitario, la strada non è creare nuove barriere – aggiunge l’Unione –. Servono percorsi chiari, investimenti e condizioni paritarie per tutti. Il semestre filtro non amplia il diritto allo studio: lo restringe. Lo diciamo oggi davanti al ministero e in tutte le università italiane”.
Pieno appoggio alla mobilitazione anche da Fp e Flp Cgil: “Denunciamo, insieme all’Udu, come questo nuovo meccanismo non rappresenti affatto un allargamento del diritto allo studio, ma l’ennesimo tentativo di selezione mascherata e farraginosa che scarica costi, ansie e incertezze sulla pelle degli studenti e delle loro famiglie. I numeri parlano chiaro: con la previsione di un’esclusione di sette candidati su dieci, il ‘semestre filtro’ si conferma una barriera e non un percorso di accesso equo e trasparente”, si legge in una nota.
“Riteniamo fondamentale riaffermare – scrivono in una nota le due categorie della Cgil – che il diritto allo studio e la possibilità di ampliare realmente l’accesso alla formazione universitaria non possono essere garantiti attraverso strumenti escludenti introdotti senza un’adeguata pianificazione e senza le necessarie risorse finanziarie”.
Per Flc ed Fp ciò di cui il sistema universitario e sanitario italiano necessita sono interventi strutturali che prevedano investimenti concreti e duraturi. È indispensabile rafforzare le infrastrutture degli atenei, incrementare il numero di docenti, ricercatori e professionisti della sanità, affinché vengano create le condizioni materiali e organizzative per un accesso realmente equo e allargato”.
Solo in questo modo “sarà possibile permettere a tutte le studentesse e a tutti gli studenti di seguire la propria vocazione, superando gli ostacoli che oggi impediscono una piena realizzazione personale e professionale”.
La Flc Cgil e la Fp Cgil chiedono “un immediato intervento del Mur per eliminare le storture di questo sistema e per garantire le condizioni paritarie e la chiarezza che le studentesse e gli studenti meritano”, conclude la nota.
Si tratta, in sostanza, di correre ai ripari di un meccanismo folle, irto di ostacoli e che per certi versi peggiora addirittura il “vecchio” numero chiuso e che su Collettiva abbiamo spiegato nei dettagli.
A rischio di annullamento
I cellulari erano banditi, ma il web è stato inondato di scatti. Le chat: si copiava.
Quella che doveva rappresentare la rivoluzione di una delle facoltà universitarie più prestigiose si è rivelata una farsa.
Fotografie delle domande fatte coi cellulari, auricolari, scopiazzamenti tra candidati: uno scandalo che ha costretto lo stesso Ministero retto da Anna Maria Bernini a inoltrare ai vari atenei coinvolti le foto trovate sul web.
In un comunicato si paventa anche l’eventuale annullamento della prova, che non riguarderà tutta la procedura ma l’esame del candidato individuato come responsabile della diffusione delle immagini.
Subito dopo, all’ingresso dell’aula di esame, veniva chiesto ai ragazzi di svuotare le tasche per mostrare il contenuto, ma senza nessuna verifica che effettivamente fosse tutto quanto in loro possesso.
Ovvio scopo di questo iter: impedire che venissero suggerimenti dall’esterno.
La segretezza si è rivelata presto fantomatica.
Nel pomeriggio sono infatti circolate sulle chat riservate degli studenti (ah, potenza dei social!) le fotografie, nitide e leggibili, delle domande poste agli studenti.
Gli esami:
Nota:
L’Unione degli universitari (UDU) è un sindacato studentesco universitario. Ne fanno parte 28 gruppi organizzati nelle principali università italiane.
Nasce nel 1994 dopo una serie di assemblee avvenute in diverse città italiane organizzate da preesistenti associazioni studentesche




