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Responsabili anticorruzione condannati o sotto inchiesta giudiziaria. Non sono però dipendenti ANAC

Dal CORRIERE DELLA SERA del 14 ottobre 2018 – di Milena Gabanelli

Un interessante articolo di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera ci svela il alcuni aspetti dei Responsabili dell’Anticorruzione.

L’articolo ci dice che in Italia c’è una media di oltre 1.500 casi di corruzione ogni anno, 818 sentenze definitive di condanna nel solo 2016 per peculato, indebita percezione di erogazioni pubbliche a danno dello Stato, corruzione in atti giudiziari, d’ufficio, concussione. Eppure 3 enti su 4, non hanno mai segnalato alcun caso di corruzione.

Negli enti locali italiani, i Responsabili della prevenzione della corruzione, salvo eccezioni, sono i segretari generali: circa 7.000 in tutto, nominati dal sindaco, o dal Presidente della Provincia. Dirigenti, dunque, di investitura politica, e che dalla politica dipendono, ed è forse per questo che l’Anac, con una circolare raccomanda di «evitare di designare, quale responsabile della prevenzione della corruzione, un dirigente nei confronti del quale siano pendenti procedimenti giudiziari», o che non abbia dato «dimostrazione nel tempo di comportamento integerrimo». Si è sentita la necessità di precisarlo, ma non di verificarlo.

Fra questi c’è una lunga lista di indagati o condannati per turbativa d’asta, danno erariale, abuso d’ufficio, rimborsi indebiti, bancarotta fraudolenta, falso.

La Gabanelli conclude che “sarebbe d’aiuto sapere in quanti i casi, questi segretari-responsabili si siano opposti anche ad una sola illegalità. Al momento, non abbiamo trovato dati, anzi abbiamo faticato persino a trovare i Responsabili, poiché neanche a farlo apposta, l’albo che dovrebbe garantire la trasparenza massima sui titolari di questa posizione, disponibile online sulla stessa piattaforma dell’Anac, è in stato di aggiornamento da un pezzo”.

Fra i compiti dell’ANAC c’è quello di prevenire la corruzione nella pubblica amministrazione, in ossequio a questo compito hanno elaborato vari Codici la cui applicazione dovrebbe prevenire appunto la corruzione. Fra questi Codici ce n’è uno che riguarda la Sanità e nel quale troviamo delle norme anche per gli ISF (ANAC.Linee Guida Codice Comportamento SSN) e  testualmente prescrive un Codice che preveda:

il richiamo alla disciplina per regolamentare l’accesso all’interno della struttura sanitaria degli informatori scientifici e dei soggetti che, per conto delle aziende produttrici/distributrici, propongono la vendita o illustrano l’utilizzo di farmaci e/o dispositivi medici.

La stessa dovrebbe configurare misure di trasparenza volte a tracciare i contatti tra i professionisti e i soggetti incaricati dalle suddette aziende quali, a titolo esemplificativo, l’istituzione di un registro che attesti l’accesso di informatori o degli altri soggetti sopra citati all’interno dell’ente sanitario, l’interlocutore e la motivazione e il divieto di ricevere i soggetti in questione al di fuori di una fascia oraria predeterminata.

Cosa possa prevenire una norma del genere rimane un mistero. Anche il meno dotato intellettualmente potrebbe capire che non sono le regole che eliminano il corruttore, anzi, come diceva Davigo, è proprio il corruttore a seguire con diligenza le regole, anche le più stupide. Con la scusa di queste norme, altri personaggi, ancor meno dotati intellettualmente e del tutto all’oscuro del compito degli ISF, hanno elaborato ulteriori norme tanto farraginose e ancora più stupide da rendere impossibile il lavoro degli ISF. E’ evidente che tali norme allontanano proprio gli onesti.

Per fortune le persone di buon senso hanno semplicemente ignorato queste norme, e tutto va com’era prima. Davvero un bel risultato!

Albert Einsten diceva che “due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, però non era così sicuro per quanto riguarda l’universo“. Il problema è che la stupidità può fare danni.

E questi li pagano pure, e tanto!

Redazionale – 15/10/2018

Nota: Noi di FEDAIISF, quando incontrammo alcuni “consiglieri” dell’ANAC, li avvisammo, dicendo loro che con quelle scellerate linee guida anticorruzione bloccavano gli ISF e spianavano la strada a tutta una serie di figure non meglio identificate e di cui non conoscevano nemmeno l’esistenza. Non si sono nemmeno peritati di capire com’è fatto un settore che stavano, arrogantemente e con estrema ignoranza, cercando di regolamentare. Ribadiamo un concetto già espresso a giugno del 2017 a Bologna. E visto che questa è l’ANAC, ci chiediamo perchè continuare a mantenere una struttura tanto inutile quanto costosa.

 

 

Redazione Fedaisf

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