News

Censis. L’automedicazione al tempo dell’Intelligenza Artificiale e delle fake news

Rapporto Censis assosalute L’automedicazione al tempo dell’Intelligenza Artificiale e delle fake news

Il modello di automedicazione responsabile è dinanzi alla straordinaria sfida che, dapprima il web e i social e, più di recente, l’Intelligenza Artificiale, gli stanno ponendo.

Quali sono i principali rischi per la salute dei cittadini che emergono dall’analisi di opinioni e comportamenti degli attuali utilizzatori dell’IA?

L’alfabetizzazione sanitaria degli italiani costruita nel lungo periodo è sufficientemente solida per prevalere sulla tentazione di fondare decisioni sulla propria salute affidandosi esclusivamente all’IA, senza verificarne le informazioni con medici o farmacisti?

Se sinora si è parlato del tema dell’IA in sanità dal lato dell’offerta e dei suoi protagonisti, questo studio lo affronta dal punto di vista del rapporto dei cittadini con i piccoli disturbi e i farmaci di automedicazione.

Il Rapporto, però, non si limita a dare conferma ulteriore del valore sanitario e sociale dell’automedicazione, ma analizza, interpreta e racconta la molteplicità di aspetti della straordinaria sfida che dapprima il web e i social e, più di recente a un livello infinitamente più alto, l’Intelligenza Artificiale (IA) pongono al virtuoso modello italiano di gestione dei piccoli disturbi.

Oltre alle attività dei malintenzionati produttori di informazioni false e fuorvianti, ci sono rischi culturali che già vanno emergendo tra gli utilizzatori con, ad esempio, approcci eccessivamente fideistici che stimolano nelle persone la convinzione che, se affiancati dall’IA, sono nelle condizioni di rinunciare in toto al supporto di medici e farmacisti nelle scelte. L’estrema comodità del ricorso all’IA accessibile dagli smartphone la rende altamente attrattiva per cittadini con una ormai consolidata iniziazione digitale.

I rischi di un inappropriato utilizzo dell’IA per la salute dei cittadini sconsigliano l’inazione o di puntare solo sulla capacità spontanea degli individui di acquisire le competenze per un utilizzo dell’IA compatibile con una gestione razionale dei farmaci di automedicazione.

La ricerca mostra che quel certo senso di onnipotenza che l’IA stimola nei soggetti illudendoli di aver trovato la fonte di ogni conoscenza e la guida per le scelte minute e decisive della propria vita può essere gestita solo se diventa senso comune la strumentalità dell’IA.

Così e solo così l’IA potrà contribuire a innalzare l’alfabetizzazione sanitaria a supporto di un’automedicazione responsabile di massa

il modello di automedicazione responsabile dei piccoli disturbi ha un impatto positivo anche sul Servizio sanitario, poiché evita che le attuali difficoltà di accesso siano aggravate dall’afflusso aggiuntivo di persone alle prese con mal di testa, mal di schiena, dolori e malesseri vari. La gestione in autonomia, forti del consiglio del farmacista e del medico, con farmaci senza obbligo di ricetta evita un intasamento ulteriore del Servizio sanitario e consente alle persone di svolgere nel quotidiano le attività programmate.

Tipologie e frequenza dei piccoli disturbi più diffusi

Nell’ultimo anno è capitato al 53,1% degli italiani di soffrire di mal di schiena, dolori muscolari e articolari, al 42,1% di mal di testa, al 40,8% di raffreddore, tosse, mal di gola, problemi respiratori, al 29,1% di mal di stomaco, reflusso gastro-esofageo, problemi digestivi, al 23,9% di problemi intestinali, al 16,7% di mal di denti, al 12,3% di allergie (tab. 2). Il 10,6% ne soffre ogni giorno, il 14,2% di più di una volta a settimana, il 13% una volta a settimana, il 21,3% due o tre volte al mese, il 14,5% una volta al mese, per il 23,5% meno di una volta al mese (fig. 1). Il 24,8% ne soffre più giorni a settimana e oltre il 70% una o più volte nel corso di un mese. Ne soffre tutti i giorni il 7,9% dei giovani, il 5,6% degli adulti e il 22,5% degli anziani.

Il 49,7% delle persone con piccoli disturbi ha avuto impatti negativi sulla propria vita (fig. 2). Per il 10,7% molto negativi poiché costretto a riorganizzare la propria quotidianità, per il 39% abbastanza, poiché deve decidere cosa può o non può fare. Il 44,9% riesce comunque a conviverci malgrado il disagio e solo per il 5,4% non hanno alcun effetto.

Il 77,1% degli italiani con un piccolo disturbo negli ultimi dodici mesi ha fatto ricorso a farmaci di automedicazione acquistabili senza obbligo di ricetta. Tra coloro che hanno assunto farmaci di automedicazione senza obbligo di ricetta, all’86,6% è capitato di chiedere consiglio al medico o al farmacista. Il 92,8% degli italiani legge il foglietto illustrativo dei farmaci di automedicazione. Al 37,9% degli italiani è capitato di trovare su internet o sui social una notizia o una informazione relativa alla salute che poi si è rivelata falsa.

Il 94,2% degli utilizzatori dell’IA sceglie di approfondire il contenuto delle sue informazioni su piccoli disturbi e farmaci di automedicazione.

L’urgenza della promozione di una informazione di qualità certificata

Il 77,6% degli italiani reputa essenziale siano garantite alle persone informazioni certificate, di qualità, su piccoli malesseri e sui farmaci senza obbligo di ricetta (fig. 12).

E il 65,8% vorrebbe app, siti ufficiali certificati per consulti a distanza proprio per le piccole patologie e i farmaci di automedicazione senza obbligo di ricetta

Il 44,8% degli italiani pensa che l’IA in futuro sarà sempre più affidabile sui temi della salute.

L’arrivo del web ha abbattuto le barriere tra produttori e consumatori di informazioni, consentendo a chiunque ne abbia voglia, a prescindere dalla sua reale competenza, di generare informazioni di qualsiasi tipo e su ogni ambito di vita a costo zero e senza verifiche né obblighi.

Ciò ha dato il via ad una proliferazione su scala sempre più ampia di una massa di informazioni incontrollate e incontrollabili che fluttuano nel web liberamente accessibili a persone di ogni età, titolo di studio o grado di competenza.

In questo contesto, si sono moltiplicate le fonti che generano notizie e informazioni su tematiche scientifiche, mediche, cliniche, sempre più spesso esplicitamente false, magari per ragioni ideologiche.

Intanto, il web da universo della libertà è diventato una sorta di regno dell’ignoranza, dell’intossicazione delle coscienze dando spazio e visibilità a bugie e nefandezze di ogni tipo, incluse invenzioni e fandonie che s pensavano sepolte, almeno nei paesi più avanzati, dalla responsabilità degli operatori dei media e dalla consapevolezza di massa dei cittadini.

In questo contesto di moltiplicazione del rischio di intossicazione da notizie false, fuorvianti, inventate, indimostrate, ma spesso suadenti, persuasive, allettanti, è evidente che non ci può limitare ad attendere una sorta di spontanea evoluzione dell’alfabetizzazione sanitaria degli italiani, poiché non è difficile immaginare che la potenza d’urto dell’IA malamente utilizzata riuscirebbe a traforare lo scudo dell’attuale consapevolezza e capacità di discernimento degli italiani.

Il caso no-vax

Durante l’emergenza Covid, anche a seguito della potenza amplificatrice delle fake news da parte di web e social, si è assistito ad una delle più colossali diffusioni di massa di bufale, quelle relative agli effetti dei vaccini, con conseguenze nefaste colossali con anche effetti permanenti.

Il movimento no-vax sull’onda di critiche ideologizzate e tesi indimostrate di amplificazione all’estremo di rischi e costi umani dei vaccini, ha preso slancio coinvolgendo quote non residuali di cittadini grazie ai social che hanno così dimostrato di riuscire a operare come una eccezionale cassa di risonanza, capace di ampliare a dismisura la platea delle persone esposte alle bugie con una potenza persuasiva inedita.

Così i vaccini, che per generazioni erano stati altamente apprezzati poiché capaci di tutelare le persone da patologie che in precedenza provocavano morti o non autosufficienti in massa, sono diventati nella vulgata cospirazionista strumenti di morte, origine di stati di non autosufficienza o di patologie anche molto gravi.

Una torsione incredibile che ha visibilmente traforato lo scudo dell’alfabetizzazione sanitaria di quote non proprio residuali di cittadini, generando comportamenti autolesionisti per le persone coinvolte e per la collettività.

Ecco un esempio paradigmatico di come l’evoluzione dell’ecosistema della comunicazione con l’entrata in partita di media nuovi, in cui la produzione di informazione è totalmente liberalizzata senza vincoli o controlli di alcun tipo, possa rimettere in discussione anche conoscenze acquisite, sfidando il cuore della capacità di discernimento delle persone che il processo storico di alfabetizzazione sanitaria ha generato.


 

Comunicato stampa Assosalute

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco