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Chieti. Molestie e corruzione, il prof Sabatino si avvale della facoltà di non rispondere

 CHIETI. A vuoto stamattina l’interrogatorio del prof. Giuseppe Sabatino, Neonatologo del SS. Annunziata di Chieti, che davanti al Gip Paolo Di Geronimo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Si trattava della prima udienza per rispondere alle accuse dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per molestie sessuali ad alcune parenti dei suoi piccoli pazienti e per corruzione da presunte tangenti per la prescrizione di latte e vitamine della Dicofarm e della Mellin. 
«Il prof non ha risposto non perché non ha nulla da dire – ha spiegato dopo l’udienza l’avvocato difensore Andrea Di Lizio – ma non abbiamo ancora tutta la documentazione su cui si basa l’ordinanza di custodia, non abbiamo i video e quindi ci è stato impossibile valutare bene un’interpretazione alternativa alle accuse. Abbiamo delle idee e ci serve tempo per capire e per replicare».
 Allora tornerete dal Gip? Avete inoltrato richiesta di revoca degli arresti domiciliari? «Sicuramente torneremo, ma non ho inoltrato questo tipo di richiesta che presenterò a tempo debito – ha concluso l’avvocato – certo è che chiederò al Gip in favore del prof l’autorizzazione ad uscire per curarsi, viste le sue condizioni di salute».
 Si allungano perciò i tempi per affrontare direttamente le accuse formulate sulla scorta dell’indagine del Nas dei Carabinieri ai quali sembra che sia stata la Asl ad inoltrare la segnalazione, dopo essere venuta a conoscenza delle denunce di alcune donne. 

Tanto che la stessa Asl si costituirà parte civile in un eventuale processo al prof, mentre sembra anche che pure l’Università sia stata allertata rispetto a certi comportamenti del professore di Neonatologia dovuti probabilmente ad alcuni problemi di salute ed alle cure ed ai farmaci a cui viene sottoposto. Ma queste sono vicende che probabilmente verranno fuori in caso di processo, mentre oggi l’ordinanza di custodia cautelare indica cinque episodi di presunte molestie alle mamme e due capi di accusa legati alla corruzione per aver prescritto vitamine della Dicofarm e latte della Mellin in cambio di 10 mila euro da ciascuna ditta.
«Le accuse di aver intascato presunte tangenti dalle due società sono molto sommarie – chiarisce l’avvocato Di Lizio – il prof non ha intascato un centesimo. Se poi ci sono state sponsorizzazioni di alcuni convegni, questi non sono stati organizzati a scopo di lucro, ma per l’aggiornamento obbligatorio di medici e di infermieri. C’è una società che gestisce tutto il

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