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Consiglio dei Ministri: stanziamento di 1,1 miliardi di euro per attutire l’impatto del payback dispositivi

Boggetti: Inaccettabile. Il payback deve essere cancellato, altrimenti il problema non troverà mai una soluzione definitiva

l CdM del 28 marzo, in aggiunta al Decreto bollette, Fisco ed al nuovo Codice Appalti, ha dato il via libera ad una serie di misure per la Sanità, su proposta del Ministro Orazio Schillaci.

Via libera innanzitutto ad uno stanziamento di 1,1 miliardi di euro, per attutire almeno in parte l’impatto del payback di 2,2 miliardi sulle imprese fornitrici di dispositivi medici. Occorre ricordare che il payback per i dispositivi medici a carico delle imprese fornitrici del comparto sanità obbliga queste rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle Regioni che sforano il tetto di spesa. Una pratica che è stata fortemente contestata dalle associazioni di settore e che mette a rischio migliaia di PMI, compromettendo anche il Sistema sanitario nazionale.

Fifo Sanità Confcommercio e Pmi Sanità in una nota congiunta hanno ribadito l’allarme in merito al payback sui dispositivi medici nel DL Energia, sottolineando che il miliardo di euro stanziato dal decreto bollette non basta. “Quanto emerge dal Consiglio dei Ministri di ieri non fa altro che aggravare una situazione già critica delle micro, piccole e medie imprese che riforniscono gli ospedali “, dichiarano il presidente di Fifo Sanità Confcommercio, Massimo Riem e Gennaro Broya de Lucia, presidente PMI Sanità.

“Lo sconto sul totale delle richieste – proseguono Riem e Broya – non solo lascia inalterato il rischio fallimento di un settore composto nel 95% da pmi, ma è anche condizionato alla rinuncia ai ricorsi al TAR. Una soluzione particolarmente penalizzante per le micro, piccole e medie imprese e che, di fatto, compromette la tenuta e la competitività del comparto dei dispositivi medici. Questo si sta traducendo in una crisi senza precedenti dell’intero Sistema Sanitario Nazionale, le cui cure al cittadino sono in serio pericolo”. Anche il Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti si era espresso molto duramente su questo tema alla vigilia del Consiglio

Infatti il presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti, boccia la norma inserita nel decreto Energia: “Non è togliendo 1,1 miliardo alle aziende, concedendo rateizzazioni o aggiustando la stortura dell’Iva che si risolve il problema”

Su Aboutpharma si riporta:

“L’intenzione del Governo di fare uno sconto alle imprese sull’ammontare del payback se in cambio queste rinunciano ai ricorsi è una proposta inaccettabile. Il payback deve essere cancellato, altrimenti il problema non troverà mai una soluzione definitiva. Tutti concordano sull’iniquità di questa norma è quindi giunto il momento di cancellarla. Questa misura decreterà la fine del Servizio sanitario nazionale e dell’attrattività del nostro Paese da parte delle imprese dei dispositivi medici. Per questo abbiamo intenzione di andare avanti con i ricorsi al Tar”. Lo ha denunciato il Presidente di Confindustria dispositivi medici, Massimiliano Boggetti, per portare l’attenzione sulle criticità generate dalla norma che è stata inserita nel decreto cosiddetto Energia nel corso del Consiglio dei Ministri di oggi, 28 marzo.

Rischio ricadute sulle imprese

“Non è togliendo 1,1 miliardi alle aziende, concedendo rateizzazioni o aggiustando la stortura dell’Iva – ha dichiarato il Presidente Boggetti – che si risolve il problema, soprattutto perché la norma resterebbe attiva per gli anni 2019-2022 e per il futuro. Inoltre, molte aziende hanno ricevuto un payback che include i servizi (per legge non inclusi nel conteggio) e non si capisce come uno sconto dovrebbe sanare queste storture e rendere le aziende soddisfatte, tanto più che le imprese scontano il pagamento per i servizi correlati. Il contenzioso generato dal payback si inasprirà con evidenti ricadute sulle imprese e sulla fornitura per i nostri ospedali. La cosa più saggia e lungimirante è semplicemente cancellare il payback perché non ancorato alla realtà, ai veri bisogni di cura dei cittadini”.

Urge incontro con il governo

“Il Governo, a cui riconosciamo di aver preso in carico questo annoso problema e a cui chiediamo un incontro urgente, deve prendere atto che il payback non è uno strumento per contenere i costi, ma per tagliare le prestazioni, scaricando sulle imprese fornitrici oneri e responsabilità che non gli competono. Ciò che chiediamo – ha continuato Boggetti – è di avere una visione di medio e lungo termine per il Ssn e di riconoscerci quale comparto destinato a essere sempre di più strategico se non si vuole dipendere dall’estero per tutto ciò che riguarda la cura e la diagnosi per i cittadini. Ricordo che far chiudere le imprese che riforniscono il Ssn vuol dire esporre i cittadini al rischio sempre più concreto di non essere curati adeguatamente perché negli ospedali cominceranno a mancare la tecnologia, le apparecchiature e la competenza per fare buona sanità. Di ciò ne sarà responsabile questo Governo”.

 

Redazione Fedaisf

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