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Corte dei conti. Spesa e deficit sanità in calo. Ma il Ssn è pieno di debiti

Nella sua relazione sui bilanci regionali 2010-2011, la Corte ha dato particolare attenzione alla sanità che da sola copre il 74,5% delle spese regionali. Previsto un calo ulteriore della spesa che scenderà nel 2014 al 6,9% del Pil. Cala anche il disavanzo (- 38%), ma il debito verso i fonitori arriva a 53 miliardi.

09 AGONella sua annuale relazione sui bilanci degli Enti locali per gli anni 2010-2011 la Corte dei Conti sottolinea come permangono profili di criticità nel controllo della spesa pubblica e nella valutazione dei risultati conseguiti. Difficoltà nel controllo della spesa, che per la Corte “sono lungi da trovare completa soluzione”, soprattutto in alcune realtà territoriali, anche perché determinate situazioni si sono ‘costruite’ in qualche decennio e non è ragionevole ritenere che si possano risolvere in tempi brevi. Ma in ogni caso la Corte evidenzia come “uno sguardo complessivo nel quadro della finanza pubblica generale mostra che il comparto sanitario si trova in una fase in cui si intravedono segnali di miglioramento”. Ma veniamo ai numeri.

Le risorse: nel 2014 incidenza spesa sanitaria sul Pil scenderà a quota 6,9%. Aumenta la spesa per interessi
Le risorse impegnate nel 2011 per la sanità, sulla base dei dati di rendiconto comunicati dalle Regioni, costituiscono il 74,5% della spesa corrente complessiva. Per la Corte il complesso sistema di monitoraggio della spesa sanitaria, basato sulla concertazione triennale delle risorse da destinare al SSN e sulla verifica periodica dei risultati della gestione, con l’obbligo di sottoscrivere specifici Piani di rientro in caso di deficit eccessivi, si è dimostrato efficace nel moderare la crescita della spesa, che passa da un incremento annuo medio del 6% nel periodo 2000/2007, al 2,4% nel quadriennio 2008/2011.

Nel 2011, in particolare, per la prima volta da anni, la spesa complessiva, pari a circa 112 miliardi, decresce dello 0,6% rispetto all’anno precedente, e si riduce anche l’incidenza sul PIL, che passa dal 7,3% del 2010 al 7,1%. Le spese correnti riportate nel conto economico della pubblica amministrazione (anni

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