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Da Egualia le prime linee guida per il pharma: l’UE ripensi le politiche ambientali

Egualia, l’associazione delle aziende produttrici di medicinali fuori brevetto, ha messo a punto le linee guida per il comparto con l’obiettivo di favorire l’implementazione di pratiche di sostenibilità nella declinazione ESG (environment, social, governance) e rendere misurabili e verificabili gli impegni ambientali, sociali e di governance delle imprese associate, attraverso indicatori concreti lungo l’intera filiera produttiva.

Metà delle aziende associate a Egualia pubblica un report di sostenibilità, il 60% ha figure dedicate all’ESG e un quarto ha già integrato una strategia green nella pianificazione industriale. Risultati incoraggianti, ma con un limite: solo il 28% dei fornitori è dotato di un bilancio di sostenibilità.

È a partire dall’analisi di questi dati che hanno preso vita le “Linee guida per l’implementazione di pratiche di sostenibilità nella declinazione ESG”, presentate ieri a Roma durante l’evento “We Take Care. ESG secondo Egualia: valori, azioni, risultati” alla Galleria del Cembalo. Frutto di un percorso realizzato con Nomisma e avviato nel 2022, tra formazione, mappature e analisi delle imprese associate, il documento introduce indicatori concreti per misurare e verificare gli impegni ESG lungo tutta la filiera, a partire dai fornitori dai quali dipendono i due terzi dell’impatto ambientale, sociale e di governance di un’azienda farmaceutica.

Le linee guida di Egualia offrono un framework operativo per integrare i criteri ESG nella strategia industriale e nella gestione della supply chain, fattore strategico per ridurre i rischi e garantire la continuità produttiva dei farmaci essenziali.

I criteri ESG vengono utilizzati per determinare l’impatto di un’azienda sui fattori ambientali (es. la riduzione delle emissioni di carbonio), sociali (es. il trattamento dei dipendenti) e di governance (es. la trasparenza e l’eticità nella gestione aziendale). Gli investitori li usano per valutare la sostenibilità e l’affidabilità/accountability di un’azienda.

È significativo notare che, in molti processi produttivi, una percentuale rilevante dell’impatto ambientale e sociale è attribuibile alla filiera dei fornitori. Pertanto, estendere l’analisi e l’adozione di pratiche sostenibili oltre i confini aziendali diventa cruciale per ridurre gli effetti negativi e migliorare le performance complessive.

Questo richiede alle aziende di assumere un ruolo proattivo come promotori di cambiamento, attivando sinergie con un approccio sistemico e cooperativo lungo la catena del valore.

In concreto, questo comporta coinvolgere tutti i soggetti che compongono la filiera in strategie condivise che mirino alla riduzione degli impatti e dei rischi legati alla sostenibilità e al miglioramento delle performance collettive. Il dialogo e le azioni congiunte possono generare un effetto moltiplicatore, contribuendo alla sostenibilità della filiera e aumentando la capacità di creare valore a lungo termine.

“Le nostre linee guida nascono in un contesto europeo in rapido cambiamento, con la CSRD che impone obblighi sempre più stringenti” – ha spiegato Stefano Collatina, presidente dell’associazione delle aziende produttrici di medicinali fuori brevetto –. “Per le PMI il rischio è di essere schiacciate da burocrazia senza strumenti adeguati: il nostro obiettivo è accompagnare le aziende in un percorso che trasformi l’ESG in opportunità competitiva.

Restano, però, diversi aspetti critici: alcune normative ambientali, come la Direttiva sulle acque reflue urbane (UWWTD, Urban Wastewater Treatment Directive) o la stretta sui PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), rischiano di limitare la produzione e l’accesso a farmaci essenziali. Serve equilibrio tra transizione verde e competitività: le aziende sono pronte a fare la loro parte, ma le politiche devono essere costruite insieme all’industria, altrimenti rischiamo di generare più ostacoli che benefici. Le imprese del farmaco, e in particolare quelle che rappresentiamo come Egualia, credono nella sostenibilità come leva di crescita e innovazione, ma servono regole stabili e condivise. Solo così l’ESG sarà davvero un motore di sviluppo, non un peso burocratico”.

Fonte Egualia


Nota:

La Direttiva UE sulle acque reflue urbane è una nuova normativa europea, entrata in vigore nel 2024 (Direttiva (UE) 2024/3019), che aggiorna la precedente direttiva del 1991. L’obiettivo principale è proteggere l’ambiente e la salute umana riducendo l’inquinamento idrico attraverso un trattamento più efficace delle acque, la gestione di nuovi inquinanti come i microplastiche e i prodotti farmaceutici, il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di depurazione e la promozione dell’economia circolare. 

Attraverso il principio della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), i produttori di medicinali e prodotti cosmetici contribuiranno a coprire i costi del trattamento quaternario. Il trattamento quaternario delle acque reflue è una fase di depurazione avanzata, prevista dalla nuova direttiva europea, che mira a rimuovere i microinquinanti (come farmaci, microplastiche, PFAS) dall’acqua trattata.

Responsabilità estesa del produttore

La riduzione dei microinquinanti comporterà costi aggiuntivi che, secondo la nuova direttiva, saranno almeno in parte coperti dai produttori che immettono questi prodotti sul mercato (principalmente l’industria farmaceutica e cosmetica).

È necessario implementare un sistema di responsabilità estesa del produttore per quantificare i costi, identificare gli agenti inquinanti e fare in modo che i produttori coprano tali costi (art. 9 e 10). Almeno l’80% dei costi sarà coperto dai produttori, integrati da finanziamenti nazionali. 


Redazione Fedaisf

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