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Eli Lilly sponsorizza una ricerca sulle politiche farmaceutiche regionali

Forum PA, analisi del CEIS su politiche farmaceutiche regionali

Oggi a FORUM PA il mondo della politica del farmaco si è riunito per parlare del presente e del futuro della sanità italiana. Nel corso di una tavola rotonda il Professor Federico Spandonaro del Ceis dell’Università di Tor Vergata ha presentato i risultati della ricerca che per la prima volta ha comparato i sistemi sanitari delle regioni trend setter con quelle in piano di rientro.

I messaggi chiave della ricerca, resa possibile da un grant incondizionato di Eli Lilly, sono federalismo ancora in transizione, appropriatezza prescrittiva, innovazione in sanità. E poi scarso livello di collaborazione tra i diversi attori istituzionali responsabili delle politiche del farmaco e il mondo delle aziende farmaceutiche, dei rappresentanti dei pazienti e del mondo accademico.

Lo studio, dal titolo  “Analisi delle Politiche Farmaceutiche Regionali”, è stato condotto in 9 Regioni: sono state raccolte le testimonianze di assessori, direttori di assessorato, responsabili di politiche del farmaco, responsabili SIFO (Società Italiana Farmacie Ospedaliere), direttori generali di ASL e AO, permettendo così di visualizzare le differenti percezioni sulle politiche del farmaco e contestualmente analizzare come siano mediate dalle esigenze regionali.

Secondo lo studio del CEIS, in tutte le regioni, in cima alla lista delle priorità in termini di gestione della sanità c’è sicuramente l’appropriatezza prescrittiva ma dato significativo è che non risulta chiaro cosa si intenda per appropriatezza e come vada misurata. Commenta il Professor Spandonaro del CEIS “Di 45 persone intervistate, nessuno ha indicato un indicatore di esito del servizio come obiettivo prioritario di valutazione, la preoccupazione prevalente rimane quella di monitorare il risultato in termini economici senza, quindi, verificare quanto l’investimento nel sistema sanitario abbia reso. La realtà è che il nostro SSN continua ad avere un orientamento sull’offerta, piuttosto che sulla domanda. La politica del farmaco in Italia ha scarsa capacità di andare a cercare l’impatto sui cittadini a cui è erogato il servizio”.

Riguardo al federalismo, è sicuramente una sensibilità comune a tutti i rappresentanti istituzionali quella di volere un federalismo ordinato, prosegue Spandonaro “E’ chiaro però che il federalismo delle politiche del farmaco nel nostro paese è ancora in transizione e non ha trovato applicazione omogenea in tutte le regioni, infatti ci sono opinioni molto diverse sulle proporzioni delle responsabilità tra governo centrale e locali. Tuttavia le regioni del nord appaiono consapevoli di essere più avanti nell’attuazione delle politiche sanitarie ma di avere ancora molto da fare. Quelle del sud invece sono più indietro nel percorso”

All’ultimo posto delle priorità ci sono sperimentazione clinica e ticket. L’altro aspetto importante è quello della scarsa collaborazione tra mondo politico e quelle delle farmacie convenzionate, delle aziende farmaceutiche, delle associazioni pazienti e anche del mondo accademico “E’ necessario trovare una mediazione di interessi, credo che in un momento di crisi questo la partnership sia indispensabile, fa parte della soluzione. Negli ultimi 5 anni il gap di PIL rispetto agli altri Paesi Europei si è enormemente ampliato, pertanto la prima preoccupazione deve essere la crescita del sistema. Come vogliamo fare ricrescere il PIL? Uno dei pochi settori  economici ancora protetti dalla competizione globale è quello

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