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Carrassi (BA). La protesta di un medico di base: «La Regione ci manda la Finanza, non vi prescriviamo più i farmaci»

There Gazzetta del Mezzogiorno riporta il caso di un medico di medicina generale del quartiere Carrassi di Bari che con un lungo avviso, ha informato i suoi pazienti che la pacchia è finita: «Poiché molti farmaci (anche se prescritti da medici specialisti ospedalieri e Asl dopo visita o accesso al Pronto soccorso o alla dimissione ospedaliera) potrebbero non essere prescrivibili, si invitano gli assistiti di consultare il proprio medico di base prima di farsi anticipare farmaci dalle farmacie ed evitare l’autoprescrizione di farmaci che non rientrano nella prescrivibilità».

Il medico fa notare che la responsabilità sulla cosiddetta proprietà prescrittiva ricade sul medico di base è punita con procedimenti disciplinari dell’Ordine e Asl, procedimenti giudiziari (civili e penali) che possono comportare il semplice risarcimento del costo dei farmaci, sino alla sospensione dell’attività e alla perdita del posto di lavoro.

Tutto nasce dal fatto che la spesa farmaceutica in Puglia ha sforato di 200 milioni la cui responsabilità, dice il medico, «da Regione e organi di stampa viene fatta ricadere tutta sui medici di medicina generale», nonostante in realtà «le cause siano molteplici» e la quota di sforamento “territoriale” è molto contenuta».

Non è la prima volta che i medici di medicina generale pugliesi protestano con le autorità regionali. Lo scontro si è esteso anche agli assessori al bilancio e alla salute. L’assessore al bilancio a febbraio aveva convocato i Direttori Generali per richiamarli al rigore. Un modo del tutto irrituale essendo i DG di competenza dell’Assessore alla salute.

Rispetto al tema della spesa farmaceutica, ha dichiarato Raffaele Piemontese, assessore alla salute, la Puglia rispetta i tetti sulla convenzionata. Sugli acquisti diretti siamo settimi in Italia per sforamento. Ma posto che c’è stata una flessione, nel momento in cui tutte le Regioni superano il tetto sulla spesa dei medicinali per curare i ricoverati, è evidente che sono i parametri a dover essere rivisti. Noi dobbiamo garantire le migliori cure e anche i farmaci innovativi. Non sono tra quelli che pensano di dover mettere pressione ai manager sperando che il numeretto scenda. Se ci sono farmaci di ultima generazione devono essere usati anche in Puglia, altrimenti i pazienti andranno a curarsi fuori e a noi costerà ancora di più. Dobbiamo garantire – conclude Piemontese – i farmaci ai malati, e dobbiamo lavorare per la riduzione delle liste d’attesa. Il nostro compito è dare risposte ai cittadini».

Piemontese ha escluso il contrasto con l’assessore al bilancio. Una lite in questa fase, in un momento in cui la maggioranza è in agitazione perché pensa alle candidature per le prossime elezioni regionali, non conviene a nessuno.

Un ragionamento, quello dell’assessore Piemontese, che ci sembra logico, razionale e … umano. Quest’ultimo aspetto ci sembra importante perché è sempre più evidente che lo scopo delle varie ASL in Italia non è la cura dei pazienti ma far quadrare i bilanci, del resto dal 1992 sono aziende e come tali sono stati introdotti nel settore sanitario logiche delle imprese private. I tetti sono appositamente sottostimati rispetto ai fabbisogni e la spesa per gli acquisti diretti dei farmaci, rispetto alla convenzionata, è destinata sempre ad aumentare semplicemente  perché con la diretta i farmaci, per legge, costano meno, almeno il 50% in meno, ma poi con le gare al ribasso si arriva a molto meno. Inoltre lo sfondamento del tetto è finanziato per il 50% dalle stesse aziende farmaceutiche e dei dispositivi  con il cosiddetto payback, una mostruosità in un sistema economico occidentale, che per i bilanci della sanità è (sulla carta) una fonte di ricavo.

La spesa farmaceutica territoriale è stata negli ultimi anni oggetto di contrazione vistosa e, se si propongono ulteriori tagli, si corre il grande rischio di sottrarre ai cittadini cure essenziali senza generare risparmi, anzi con la conseguenza concreta di aumentare altre voci di spesa sanitaria.

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Redazione Fedaiisf

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