
Bene, ma non benissimo. È cautamente positiva la reazione della farmaceutica alle novità presenti nella Legge di Bilancio, che chiede all’Esecutivo di fare di più per tutelare in Manovra l’attrattività della ‘locomotiva d’Europa’.
Fortune Health – 20 ottobre 2025 di Margherita Lopes (estratto)
Accanto a “misure importanti per rafforzare il Ssn” e all’aumento “delle risorse per la spesa farmaceutica, in un quadro di gestione prudente e responsabile della finanza”, piace alle imprese del pharma la prevista
“cancellazione del payback dell’1,83% a carico delle aziende sulla spesa farmaceutica nel canale della convenzionata. Tuttavia il risultato complessivo non è ancora pienamente sufficiente affinché l’Italia rimanga attrattiva per investimenti e innovazione e possa conservare la sua leadership in Europa”, sottolineano da Farmindustria. È fondamentale alzare il tetto della spesa diretta dell’1%”.
L’aumento dei fondi per gli acquisti diretti introdotto nel provvedimento” è molto lontano rispetto al necessario e il payback rimane così su livelli insostenibili per l’industria – 2,3 miliardi di euro nel 2026 e quasi 3 miliardi nel 2027 – riducendo così l’attrattività e scoraggiando il mantenimento degli investimenti in Italia, continuano da Farmindustria. Il tutto “a vantaggio di Stati Uniti e Cina.
Per Collatina (Egualia) serve ora consolidare questo segnale attraverso un intervento più profondo e strutturale, per garantire la sopravvivenza di un settore strategico per l’accesso ai farmaci, anche attraverso il percorso della Legge Delega sul riordino della farmaceutica. Collatina fa notare che siamo lontani purtroppo dalla soluzione. Le nostre aziende pagano quasi il 18% di payback: un fardello che è, e resterà, insostenibile senza un ripensamento delle componenti della spesa che compongono attualmente il tetto”. Gli effetti già li stiamo vedendo: “I tassi di partecipazione alle gare scendono di anno in anno e le carenze aumentano”, segnala il presidente di Egualia,
Quanto all’incremento dei tetti di spesa per i dispositivi medici, già previsto in Manovra, si tratta di “una risposta concreta, seppur parziale, alle richieste del settore”, commenta Fabio Faltoni, Presidente di Confindustria Dispositivi medici. Resta ancora aperta però la questione payback, che le imprese del settore ritengono debba essere affrontata in modo strutturale, ovvero eliminando il meccanismo senza ulteriori oneri per le imprese.
Per Francesco Carugi (Grifols), presidente Gruppo Emoderivati Farmindustria (Gaef), partecipando al digital talk promosso da Adnkronos sulla disponibilità di plasma in Italia, “Il settore dei plasmaderivati in Italia è strategico – spiega – Ha
un valore di produzione di circa 350 milioni di euro. Vi operano 4 aziende costantemente e stabilmente sul territorio nazionale, con importanti investimenti sia nella parte industriale, sia nella ricerca e sviluppo, ma anche in ambito occupazionale. Parliamo di circa 1.700 addetti e di un forte impegno nella ricerca: a livello globale ci sono circa 20 nuovi farmaci in sviluppo”.
Le aziende del settore “operano su due canali, quello del plasma nazionale per l’autosufficienza e quello del plasma estero per integrare la domanda. Il sistema misto, se bilanciato e regolamentato, è un buon modello. Resta da affrontare il nodo del payback diventato “insostenibile per i plasmaderivati. Come Farmindustria chiediamo da tempo la loro esclusione dai tetti di spesa, a parità di risorse allocate”, sottolinea Carugi. “Molti anni fa – ricorda – erano esclusi dal payback, ma per vicende legate ai bilanci dei governi successivi sono stati reinseriti. Sostanzialmente – chiarisce – chiediamo che il sistema plasma venga messo in sicurezza e che venga rimossa questa barriera. (Fonte Adnkronos)
Carugi è originario della Toscana. Laureato in discipline umanistiche presso l’università degli Studi di Pisa. Ha iniziato la carriera come informatore medico scientifico
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Note:
Le aziende di frazionamento e di produzione di medicinali emoderivati autorizzate alla stipula delle convenzioni con le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano per la lavorazione del plasma raccolto sul territorio nazionale, sono individuate nelle seguenti: CSL Behring, Grifols Italia, Kedrion (Fonte: DECRETO 22 luglio 2024)
Altre grandi aziende farmaceutiche come Biotest Chiesi, Alfasigma, Angelini e Menarini, ecc., sebbene non specificamente focalizzate solo sugli emoderivati, hanno interesse anche in questo settore.




