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Farmacie: la liberalizzazione dell’ex governo Monti verso il fallimento

(AGENPARL) – Roma, 13 mag – Il tentativo di liberalizzare il sistema di distribuzione del farmaco con il decreto "Cresci Italia" si avvia verso il totale fallimento.

Dopo 15 mesi risultati parlano da soli: nessuna nuova farmacia aperta, quattro regioni (Campania, Basilicata, Molise e Trentino Alto Adige) che devono ancora bandire il concorso e numerose commissioni non ancora costituite.

Inoltre, denuncia il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, le sedi farmaceutiche poste a concorso sono state istituite per metà in zone assolutamente disabitate, lontane dai centri abitati e sicuramente destinate a non essere mai aperte perché prive dei parametri minimi per la sopravvivenza

In questo momento – continua il MNLF – centinaia di ricorsi dei farmacisti titolari stanno intasando i Tribunali Amministrativi Regionali e se le cose andranno per il verso giusto, tra 12/16 mesi si potranno aprire non più di 1500/1800 farmacie pari ad un aumento dell’8% delle farmacie italiane.

Se a questo quadro desolante aggiungiamo il fatto che la possibilità, introdotta dal Governo Monti, di praticare sconti sui medicinali con obbligo di ricetta che i cittadini pagano di tasca propria, è di fatto praticata solo da poche decine di farmacie, abbiamo la visione d’insieme di un vero e proprio fallimento.

Un ben magro risultato che ha tanto il sapore del bluff.

A questo punto, commenta Vincenzo Devito Presidente del MNLF, tutti i problemi del settore presenti prima del decreto "Cresci Italia" rimangono irrisolti a cominciare dal trattamento discriminante tra i farmacisti, all’impedimento alla libera prestazione dei servizi e alle più elementari regole sulla concorrenza.

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