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I farmaci destinati al Portogallo deviati verso altri Paesi I medici spedivano false ricette intestandole a pazienti che non erano a conoscenza della situazione. L’informatore scientifico andava nelle farmacie a prelevare i farmaci prescritti, rimborsati al 90% dallo Stato, per poi rivenderli al mercato nero.

Nel maggio 2013, la carenza ha colpito colpisce il 46% degli utenti intervistati, il 100% delle farmacie e l’87% dei medici

Alla gran parte dei portoghesi è certamente capitato di raggiungere una farmacia e non trovare i farmaci necessari. A volte i farmacisti dicono loro di tornare più tardi. Altre volte, la risposta è semplicemente: “Li abbiamo venduti tutti!”.

Secondo il rapporto “Profilo degli errori di approvvigionamento nel mercato farmaceutico nazionale”, commissionato dall’Associazione portoghese delle industrie farmaceutiche (Apifarma) a Deloitte e pubblicato nel maggio dello scorso anno, la carenza di farmaci ha colpito il 46% degli utenti intervistati, il 100% delle farmacie e l’87% dei medici. I farmaci per la cura del sistema nervoso mancano nel 50% dei casi, secondo le farmacie. Al secondo posto, i farmaci per la cura del sistema respiratorio (23%). Così come è accaduto nel 2012, si continuano a segnalare mancate disponibilità di farmaci per malattie croniche come il diabete di tipo 2 (metformina).

Dal luglio 2013, l’Associazione Nazionale delle Farmacie (ANF) tiene la situazione sotto controllo. A marzo ha rivelato che -ogni mese- nelle farmacie manca la disponibilità di circa cinque milioni di confezioni. Quasi il 28% dei farmaci disponibili sul mercato a febbraio è mancato almeno una volta. L’Autorità nazionale del farmaco e dei prodotti sanitari (Infarmed) ha trovato, in quel periodo, che almeno tre farmaci indisponibili non avevano valide alternative terapeutiche.

Laboratori, farmacie e medici considerano che la mancanza di farmaci esprime un grande impatto sui pazienti. Un terzo delle farmacie suggerisce di sostituire il farmaco con un equivalente, una soluzione che è accettabile per il 9% degli utenti. Circa il 32% dei medici sono preoccupati perché “i difetti negli approvvigionamenti hanno portato all’abbandono della terapia”, mentre il 41% dei dati clinici indicano terapie iniziate in ritardo.

Secondo l’80% delle farmacie, la responsabilità della mancanza di medicinali è nel livello logistico (magazzini).

L’esportazione parallela

Il 23% delle farmacie interpellate parlano dell’esportazione parallele come il motivo delle difficoltà di approvvigionamento. Nel rapporto pubblicato da Apifarma si legge che Infarmed “indica l’esportazione parallela come una delle cause delle indisponibilità sul mercato”, individuando anche altri due motivi: le difficoltà economiche e finanziarie delle farmacie e le difficoltà nel processo di produzione, anche se occasionali.

Che cosa è l’esportazione parallela? Si tratta della distribuzione parallela di prodotti farmaceutici, fondata sulle differenze di prezzo tra i diversi mercati nazionali all’interno dello Spazio economico europeo. I distributori paralleli acquistano i prodotti dal produttore originale ad un prezzo inferiore in un paese e li vendono ad un prezzo superiore in un altro Paese. Il commercio parallelo di farmaci tra gli Stati membri dell’Unione europea rientra nell’ambito dell’articolo 28. CE, che vieta le restrizioni quantitative sulle importazioni da altri Stati membri. Ci sono un sacco di rivenditori specializzati in import-export di farmaci, che sfruttano le dualità tra il mercato libero europeo e quello farmaceutico vincolato, dove le politiche di prezzo sono fissate amministrativamente.

In questo mercato c’è un movimento di farmaci, guidato da fattori quali la differenza di prezzo tra il Sud, dove i prezzi sono più bassi, e il Nord Europa, dove i farmaci sono più costosi. I principali esportatori sono la Spagna, la Grecia, l’Italia e il Portogallo, mentre i principali importatori sono la Germania, la Danimarca, il Regno Unito e i Paesi Bassi. In Germania e in Danimarca i prezzi dei farmaci sono il doppio rispetto alla media del Portogallo.

L’esportazione parallela di medicinali da parte dei distributori è legale, purché non compromettano l’approvvigionamento del mercato interno. Ma il Portogallo, negli ultimi anni, è stato colpito spesso dall’assenza dei farmaci.

Il problema delle esportazioni parallele era già stato affrontato nella relazione che Apifarma ha pubblicato nel mese di ottobre 2012:  “Profilo e ottimizzazione della (dis)fornitura nel mercato farmaceutico interno”. Lo studio ha preso in considerazione l’aumento delle esportazioni dal Portogallo, per un valore di oltre 73 milioni di euro ogni anno. L’ANF ​​ha risposto a questo studio, accusando l’industria farmaceutica di razionare i farmaci, perché i prezzi sono più bassi in Portogallo che in altri Paesi.

Misure per attenuare la mancanza di medicinali

Per combattere le carenze del mercato portoghese, Infarmed ha implementato un sistema di monitoraggio degli errori, che si basa sulle informazioni ricevute dai pazienti e dalle farmacie. Sul suo sito web, il regolatore chiede ai consumatori di riferire, via telefono o e-mail, se hanno “difficoltà” nel trovare i farmaci di cui hanno bisogno e fornisce una mappa delle farmacie, nella quale si indicano quelle dove mancano i farmaci. Le farmacie sono tenute a segnalare la mancanza dei farmaci all’autorità. A seguito delle informazioni ricevute, si attivano azioni ispettive nelle farmacie in questione.

Ci sono multe per chi esporta i farmaci e genera problemi di fornitura, ma il loro valore massimo di 44.000 €, non basta come deterrente per smantellare il volume di affari dell’esportazione. L’Infarmed chiede multe più pesanti e ha già consegnato al Parlamento un disegno di legge per modificare i regimi sanzionatori delle leggi in vigore, un ddl ancora in discussione e verifica presso l’organo legislativo.

Lo scorso anno la legge è stata modificata in modo che Infarmed potesse definire, mediante regolamento, un elenco di farmaci la cui esportazione o di distribuzione ad altri Stati membri dell’Unione europea richiede una preventiva comunicazione al regolatore da parte del distributore all’ingrosso. L’elenco è stato approvato nel mese di maggio.

La polizia smantella le reti che deviano i farmaci

La polizia portoghese ha smantellato le reti responsabili della deviazione dei farmaci verso il mercato parallelo. La scorsa settimana, la polizia giudiziaria ha arrestato quattro persone accusate di truffa al Servizio Sanitario Nazionale (Serviço Nacional de Saúde -SNS), di aver emesso false fatture, di corruzione e associazione per delinquere. Tra gli arrestati c’erano due medici, un rappresentante di commercio e il proprietario di una farmacia.

I medici spedivano false ricette intestandole a pazienti che non erano a conoscenza della situazione. L’informatore scientifico andava nelle farmacie a prelevare i farmaci prescritti, rimborsati al 90% dallo Stato, per poi rivenderli al mercato nero. Secondo il quotidiano ‘Público’, la truffa è iniziata nel 2010 e dev’essere costata milioni di euro allo stato.

L’azienda è di proprietà della moglie del proprietario di una farmacia, in carcere dal luglio dello scorso anno. Al momento, la polizia giudiziaria ha arrestato sette persone, nell’operazione “Prescrição de Risco”. Tre medici, un informatore scientifico, due farmacisti e un grossista di prodotti farmaceutici hanno creato allo stato un danno di diverse migliaia di euro, tramite uno schema che ancora una volta passava per l’emissione di ricette false, tramite il pagamento di una contropartita ai medici. Le ricette per i medicinali (rimborsati dallo stato tra 90 e 95%) erano poi distribuite alle farmacie affinché le inviassero al Servizio Sanitario Nazionale per il rimborso. I farmaci invece tornavano nel mercato o venivano esportati.

Avendo generato un sistema analogo, 18 persone sono state rinviate a giudizio (sei medici, due farmacisti, sette rappresentanti, un’ex informatrice, un uomo d’affari brasiliano e un commerciante): hanno sottratto allo stato quattro milioni di euro. Questi 18 professionisti sono stati catturati all’interno dell’operazione “Remédio Santo” (2012), nella quale la Polizia Giudiziaria ha sequestrato un milione di scatole di farmaci, destinate al mercato nero. Sarebbero stati reintrodotti nel mercato portoghese o venduti all’estero.

Un accusato dice che la frode è nata per rispettare gli obiettivi commerciali

Il primo imputato nel processo del caso “Remédio Santo”, Rui Peixoto, un ex rappresentante, ha detto che il meccanismo dell’uso fraudolento delle ricette è nato perché gli informatori cercavano di conseguire i loro budget periodici imposti dai distributori. Peixoto ha sottolineato che si tratta di una pratica trasversale a tutta l’industria farmaceutica e che i professionisti che non riuscivano a raggiungere gli obiettivi perdevano il lavoro.

Anche se questa tesi è comprovata da linee guida inviate agli informatori per posta elettronica, i responsabili si dichiarano ignari di un sistema che si è diffuso dal 2009, con la diffusione dei farmaci generici che hanno guadagnato terreno rispetto ai farmaci di marca.

Il calo dei prezzi dei medicinali

La salute è stato uno dei settori più colpiti dai tagli della forbice dell’austerità. Il Governo sta cambiando le regole per abbassare il prezzo dei farmaci, politica che è stata criticata dall’Associazione Nazionale delle farmacie. L’ANF ritiene che questa sia “una delle ragioni per le quali mancano i farmaci nel mercato interno e la causa della rovina di molte farmacie.”

Nel 2011 il Governo ha ridotto (da quattro a tre) il numero di Paesi di riferimento per la determinazione dei prezzi. Cancellata la Francia e la Grecia, conservate Spagna e Italia, ha aggiunto la Slovenia, trattandosi dei paesi con il PIL più simile a quello portoghese. Il confronto dei prezzi è servito a malapena per abbassare i prezzi, perché quando nei paesi di riferimento il prezzo è più alto, quello portoghese non cambia.

L’anno scorso, l’esecutivo ha deciso che i tre paesi sarebbero stati scelti ogni anno, cercando di abbassare i prezzi. Il metodo di fissazione dei prezzi ha iniziato ad essere applicato anche ai farmaci ospedalieri, il cui prezzo è stato fissato unilateralmente dalle case farmaceutiche. La spesa per i farmaci del contesto ospedaliero è stata la più difficile da controllare.

Il governo ha firmato degli accordi con l’industria farmaceutica per contenere la spesa pubblica sui medicinali. Questa settimana, Apifarma ha accettato di collaborare per ridurre questa spesa nel 2014, grazie a un contributo di € 160 milioni. Le case farmaceutiche che aderiranno al presente accordo entro un mese, si divideranno “un valore proporzionale alla loro quota di mercato 2014, calcolata con riferimento al totale dei costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale (ambulatoriali e ospedalieri)”.

Lo Stato si impegna, a sua volta, cercando di continuare a pagare il debito con il settore farmaceutico, che secondo il presidente della Apifarma si avvicina a 1.300.000 €. Secondo il Ministero della Salute, tra 2011-2012, il prezzo medio dei farmaci è calato del 14%, mentre il prezzo medio dei farmaci generici è sceso del 24%.

Farmacie in lutto e a rischio

Nel rapporto “Imparare dalla recessione economica: come migliorare le valutazioni, il monitoraggio e mitigare l’impatto nel settore sanitario”, la Banca Mondiale presenta il case study “Cambiamenti nel settore della sanità, durante la crisi economica e il salvataggio finanziario: il Portogallo”. Il documento sottolinea come le implicazioni di riduzione dei prezzi dei farmaci e dei margini di profitto dei distributori di farmacie abbiano causato difficoltà economiche. “Si stima che le entrate delle farmacie dovute alle ricette siano inferiori al loro costo marginale”, recita il testo, che fa anche una raccomandazione: “Dato che i prezzi dei farmaci continueranno ad essere esposti a pressioni per la diminuzione, ci dovrà essere un cambiamento nel modo in cui le farmacie vengono pagate affinché dispensino i farmaci, per evitare la rottura nella rete.” La Banca Mondiale dice anche che dovrebbe essere valutato il rischio per i distributori.

Il calo del prezzo dei farmaci comporta in ogni caso una spesa inferiore per i pazienti e per il governo. “Farmacie a lutto” è il nome della campagna di protesta delle farmacie portoghesi che ha avuto luogo nel 2012, per opporsi alle scelte del governo sulla politica del farmaco. I proprietari hanno marciato, hanno gettato le chiavi della farmacia in una bara e hanno messo le bare nere nelle loro farmacie. È stata anche presentata una petizione in Parlamento, che chiede misure per impedire la chiusura di centinaia di farmacie a rischio di fallimento.

Traduzione di Valeria Noli @valeria_noli

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Filipa Soares Venerdì 27 Giu 2014 L’INDRO

 

 

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Redazione Fedaisf

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