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Immigrati: SIFO, non pesano sulla spesa farmaceutica

 (ASCA) – Roma, 19 ott – ”In Italia vivono quasi 5 milioni di immigrati (pari al 7,2% della popolazione residente) che producono l’11,1% della ricchezza nazionale, ma incidono sulla spesa farmaceutica complessiva solo per il 2%. La ragione principale va ricercata nella giovane età (quella media è di 36 anni) di queste persone, che ricorrono ai farmaci in misura decisamente inferiore rispetto agli italiani (soprattutto per la cura di malattie cardiovascolari)”. I dati emergono dal 32* Congresso Nazionale della Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie), che si chiude oggi a Firenze con la partecipazione di oltre mille iscritti.

”Il farmaco può essere un ”tracciante’ dello stato di salute delle persone – afferma Laura Fabrizio, presidente Sifo -. Abbiamo attivato un Osservatorio sulla prescrizione farmaceutica della popolazione immigrata in collaborazione con la Società Italiana di Medicina della Migrazioni (Simm), l’Istituto Superiore di Sanità, Cineca e il Consorzio Mario Negri Sud”.

Si tratta, spiega Enrico Costa, responsabile dell’Area Cooperazione internazionale della Sifo, del ”primo progetto in Italia di questo tipo. Sono state coinvolte 39 Asl in 9 Regioni per un totale di più di 10 milioni di pazienti assistibili. Circa il 15% della popolazione italiana riceve più di 10 farmaci nel corso di un anno, invece il 50% degli immigrati solamente uno. E non sono emerse differenze nel consumo tra la popolazione pediatrica italiana e quella immigrata. La SIFO vuole essere una rete di supporto alla salute globale, grazie alla nostra posizione privilegiata che ci permette di interagire con i clinici e con gli amministratori. Abbiamo dedicato questo congresso alla ‘Nuove tecnologie’. Noi rappresentiamo una ‘tecnologia di presenza’ su tutto il territorio nazionale. I migranti sono un’importante risorsa per l’Europa e per l’Italia perché’ contribuiscono allo sviluppo democratico ed economico”.

Il progetto mira a evidenziare le variazioni qualitative e quantitative nell’accesso ai farmaci erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale tra le diverse popolazioni di immigrati e italiani e soprattutto a far emergere, dal confronto con i dati epidemiologici, i bisogni inevasi, anche alla luce delle differenze nei livelli e nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria delle Regioni coinvolte.

19 ottobre 2011

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