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Jannsen: “L’Italia ha trovato il farmaco dell’affidabilità, riqualificare è meglio di licenziare”

Kris Sterkens, presidente EMEA del gruppo farmaceutico: “portiamo i cinesi a Latina a far vedere il nostro impianto 4.0 dove abbiamo investito 100 milioni e raddoppiato gli occupati: riqualificare è meglio di licenziare”

Giorgio Lonardi – 13 Novembre 2017 – la Repubblica.it Economia&Finanza

Milano «L’ Italia è uno dei cinque grandi mercati su cui vogliamo investire. Sono tornato dall’Asia pochi mesi fa: se guardo all’Italia vedo che nell’ultimo quinquennio c’è stato un maggiore dialogo tra le industria farmaceutica e le autorità italiane. E siamo anche riusciti ad avere un accesso più veloce al mercato con i prodotti innovativi, che vanno a favore dei pazienti italiani». Non ha dubbi Risultati immagini per kris sterkensKris Sterkens, chairman di Janssen per Europa, Medio Oriente e Africa (Emea),: il Bel Paese è tornato ad essere appetibile per Big Pharma.

E se lo dice Sterkens a capo di un gruppo che nella sola Emea fattura intorno agli 8 miliardi di dollari che diventano circa 30 miliardi a livello globale bisogna crederci. Un gruppo, per essere chiari, che punta ad essere leader di mercato in cinque aree terapeutiche strategiche «dove vogliamo essere numeri uno o numeri due». E cioè oncologia, ematologia, ma-lattie infettive, sistema nervoso centrale e immunologia. «E in ciascuno di questi ambiti», precisa, «abbiamo lanciato dei farmaci nuovi nel corso dell’ultimo anno e ne lanceremo altri in futuro ». «Quello che vedo nel vostro Paese» spiega Janssen parlando a Cologno Monzese nella sede italiana del gruppo, «è un ambiente affidabile che consente di avere stabilità sul lungo termine in modo da poter spingere l’innovazione nel mercato dei farmaci dove Janssen Italia è una delle aziende principali.

Ed è anche per questo motivo che noi abbiamo investito 100 milioni di euro nell’impianto di Latina nel corso degli ultimi 5 anni. L’Italia è anche molto importante nella ricerca e sviluppo dove abbiamo investito 17 milioni durante il 2016. Insomma, si tratta di un mercato che per noi va bene, quindi sicuramente è una priorità». Fra gli elementi che stanno spingendo Janssen a considerare con un’attenzione crescente il nostro mercato c’è il ruolo del management locale. «Sicuramente adesso veniamo visti nel vostro Paese come un partner più affidabile. E questo», precisa Sterkens, «anche per merito di Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia, che è anche presidente di Farmindustria e ha insistito sul fatto che è molto importante avere un’industria farmaceutica forte e ha aperto il dialogo con gli stakeholders quindi con pazienti, accademici, ricercatori, medici.

Ma ovviamente il merito è anche delle autorità italiane che hanno voluto promuovere il dialogo». Ad ancorare Janssen all’Italia è lo stabilimento pontino dove l’azienda ha investito sia su un nuovo modello industriale sia sulle competenze dei dipendenti. «Latina è ormai un impianto 4.0 che non ha pari nel mondo e consente la produzione in continuo », spiega Starkens, «e dove negli ultimi anni abbiamo quasi raddoppiato l’occupazione.

A svilupparlo sono stati gli italiani, la gente di Janssen Italia. Oggi siamo attorno alle 800 unità. E questo è straordinario perché abbiamo dovuto riqualificare i lavoratori invece che ridurne il numero. Quindi il passaggio a industria 4.0 ci consente di avere più lavoratori e lavoratori più capaci». Sterkens da una parrte annuncia che l’impianto potrebbe essere inaugurato già entro fine anno: «Stiamo aspettando da parte dell’Aifa, l’Agenzia per il farmaco, l’ispezione per l’autorizzazione a produrre». Mentre dall’altra osserva che lo stabilimento «è stato sviluppato in Italia ma Johnson & Johnson e Janssen stanno esportando questa modalità di produrre anche in altri impianti in altre parti del mondo. Insomma, l’Italia sta facendo scuola. Sono venuti i cinesi di Janssen e stanno facendo un impianto speculare a quello di Latina».

Immagine correlataFra i plus dello stabilimento c’è pure l’esistenza un robusto distretto industriale. «A Latina con il nuovo impianto 4.0» precisa Sterkens,» siamo in grado di coprire in continuo tutto il ciclo produttivo dalla miscelatura delle polveri fino al confezionamento con un risparmio incredibile: riducendo, tempi, costi e aumentando la produzione. Ma non è importante che noi facciamo tutte le fasi perché a Latina abbiamo un indotto straordinario: per ogni impiegato diretto ce n’è 1,2 nell’indotto. Se nella zona venisse a mancare Janssen molte aziende chiuderebbero perché lavorano solo per noi». Per comprendere il peso delle parole di Sterkens bisogna ricordare che Janssen è uno dei pilastri del colosso americano Johnson & Johnson quotato alla Borsa americana e presente anche nei comparti dei beni di consumo e delle apparecchiature mediche. E quindi non può fare annunci senza avvertire prima la Sec.

Il suo, dunque, è uno «scenario» che manifesta una forte propensione a puntare sull’Italia: «L’anno scorso», dice, «abbiamo ampliato l’impianto di tremila metri quadrati. L’obiettivo: accrescere la capacità produttiva dello stabilimento che esporta oltre il 90% della produzione in oltre 100 paesi del mondo. A Latina abbiamo oggi una produzione pari a 4 miliardi e mezzo di unità all’anno mentre la capacità produttiva è superiore a 7 miliardi; quindi per noi spostare la produzione a Latina riduce i costi invece di aumentarli ». Certo, se proviamo a incalzare Sterkens chiedendogli se il gruppo investirà in Italia lui risponde con un diplomatico «dobbiamo valutare».

Ma poi aggiunge: «Anni fa Janssen ha valutato le sue fabbriche e molte sono state chiuse. Mentre abbiamo investito su Latina per il clima positivo riscontrato in Italia nei confronti dell’industria farmaceutica. I capi Emea dei grandi gruppi guardano all’ambiente: se è favorevole alle imprese decidono di investire in quei paesi che sono un bechmark, un punto di riferimento. E l’Italia in questo momento lo è». Kris Sterkens chairman per Europa, Medio Oriente e Africa di Jannsen, la società farmaceutica controllata dalla Johnson & Johnson Massimo Scaccabarozzi presidente e ad di Jannsen Italia


 Stock buybacks and cash dividends, 2006-2015, at 18 US pharmaceutical  companies in the S&P 500 Index in January 2016 

Redazione Fedaisf

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