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La corte Europea condanna AstraZeneca

AstraZeneca avrebbe «abusato della sua posizione dominante» per evitare o ritardare l’ingresso sul mercato dei generici di omeprazolo tra il 1993 e il 2000. Lo ha ribadito la corte Europea, riducendo però l’ammenda per l’azienda da 60 a 52,5 milioni di euro perché la Commissione non è riuscita a provare parte delle sue accuse. L’azienda si era appellata dopo la prima sentenza del 2005, ma non ha ottenuto il successo sperato. La corte ha, infatti, sancito che AstraZeneca ha deliberatamente rilasciato dichiarazioni fuorvianti agli uffici brevettuali di sei paesi, con l’obiettivo di ottenere certificati di protezione supplementari per omeprazolo. «L’azienda è delusa che la nostra posizione non sia stata confermata pienamente» commenta Sarah Lindgren, portavoce di AstraZeneca e aggiunge «ovviamente è una questione molto complessa e bisogna rivederla in dettaglio prima di commentare ulteriormente». Si tratta della prima volta che la corte Europea accusa una compagnia farmaceutica di aver violato le regole antitrust, abusando della sua posizione dominante per evitare la competizione. Un caso che, come osservano gli esperti, potrà essere utilizzato come un precedente in situazioni simili.

Farmacista33 – 5 luglio 2010 – Anno 6, Numero 123

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