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Licenziamenti Farmigea. Ancora nulla di fatto, nessun accordo.

Lunedì mattina si è tenuto l’ultimo e decisivo incontro presso l’ARTI (Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego) tra Farmigea srl rappresentata da Roberta Russo e Isabella Timpano, l’Unione Industriale Pisana rappresentata dal responsabile Servizi del lavoro, Paolo Meossi, la RSU aziendale rappresentata da tre ISF, Silvia Olivero, Giuseppe Morena e Mario Cerutti e l’Organizzazione Sindacale Filctem Cgil rappresentata da Loris Mainardi.

Conclusione dell incontro …. NON ACCORDO.

Nell’incontro precedente Farmigea si era presa un  altra settimana per effettuare ulteriori approfondimenti per la gestione meno traumatica degli esuberi. Risultato dell’approfondimento: confermato il licenziamento collettivo, 10.000 euro lorde di buona uscita e un sistema di outreplacement non monetizzabile ma pari forse al 10% della RAL (Retribuzione Annua Lorda) di ciascuno (per la serie chi ha una RAL alta ha buone probabilità di essere affidato a una buona agenzia, chi ha la RAL minima… all agenzia che si merita).

La RSU ha cercato di avanzare una sorta di trattativa chiedendo 24 mesi di RAL, ma l’azienda ha risposto che è molto lontana dalle loro idee senza avanzare una controproposta, per cui alla fine appunto non accordo.

L’azienda ora ha a disposizione 120 giorni per far arrivare la lettera di licenziamento ad opgni singolo dipendente.

Già da una settimana Farmigea ha “invitato” a prendere le ferie con la scusa di un fermo collettivo e anche alla richiesta degli ISF di non voler accettare l’uso obbligato delle ferie ma di un permesso retribuito, Farmigea è rimasta ferma sulle sue posizioni non mostrando nessuna apertura, come sempre, nei confronti degli ISF.


N.d.R.: Il servizio di outplacement in Italia è regolato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali quale attività di supporto alla ricollocazione professionale. L’attività è effettuata su specifico ed esclusivo incarico dell’organizzazione committente (l’azienda presso cui la persona è assunta e dalla quale sta per essere licenziata o posta in cassa integrazione o in mobilità) ed è finalizzata alla ricollocazione di lavoratori nel mercato del lavoro. Le società di outplacement non si occupano di ricollocare il lavoratore obbligandolo a subire le sue scelte, ma il loro compito è quello di accompagnare il lavoratore nel percorso di riqualificazione. L’intervento di outplacement è a carico dell’azienda sia dal punto di vista economico che dal punto di vista formativo. L’outplacement risulta uno strumento efficace per l’immagine aziendale in quanto invita i lavoratori a partecipare ai servizi di ricollocamento, quanto efficace sia per il lavoratoren è tutto da verificare.

Redazione Fedaisf

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