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Malate cancro seno, il 56% teme l’effetto crisi sulle cure

Forti timori di perdere i diritti di assistenza. E la paura più grande, quella di perdere il diritto di cura. E’ l’effetto crisi sulla salute, paventato dalle donne con tumore al seno metastatico. Secondo quanto emerge da un’indagine condotta da Gfk Eurisko per Europa Donna, con il contributo incondizionato di Amgen, presentata a Milano, la spending review e la riduzione delle risorse destinate alla sanità, fa paura anche a loro. Tanto che il 56% delle intervistate crede "molto o abbastanza" che, in questo momento di crisi economica dell’Italia, il suo diritto a essere assistita potrebbe essere meno garantito.

Le pazienti hanno raccontato il loro vissuto, i bisogni inespressi, le ansie e le paure. E fra le dichiarazioni raccolte nell’ambito dell’indagine, ci sono anche riferimenti alla crisi. "Trovo profondamente iniquo che cure antitumorali possano venire negate a chi ne potrebbe trarre beneficio, per motivi di contenimento di spesa pubblica – sottolinea una paziente – Non è negando le cure ai malati oncologici che si raddrizzeranno i conti statati. I malati oncologici hanno necessità di risposte terapeutiche rapide e di poter disporre di tutte le cure disponibili, adatte al loro caso". Le fa eco un’altra malata che accenna invece ai medicinali: "Vogliamo parlare dei farmaci di nuova approvazione e del tempo che passa inutilmente prima che arrivino al paziente. Il tempo di approvazione in Italia può variare da 6 mesi a 2 anni, a seconda della regione. Ditemi voi se questo è il diritto alle cure, che per noi dovrebbe essere sacrosanto".

Alle pazienti è stato chiesto quali tagli o rincari, nell’ipotesi di un eventuale contenimento della spesa sanitaria, metterebbero maggiormente in difficoltà o danneggerebbero malati come lei: il 91% ha risposto facendo riferimento ai farmaci per la cura della malattia,

il 59% agli esami diagnostici, il 57% alle visite specialistiche, il 38% ai farmaci per gli effetti collaterali, il 23% ai rimborsi per trasferte, il 12% a integratori e parafarmaci.

Lucia Scopelliti – 24 maggio 2013 – PharmaKronos

 

 

 

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