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Menarini, nuovo sequestro la procura blocca 1,1 miliardi

Il gip ha deciso il sequestro preventivo per i reati di truffa e riciclaggio. C’è anche denaro rientrato con lo scudo fiscale

Nuovo maxi-sequestro – da 1,1 miliardi di euro – ad Alberto Aleotti, patron della multinazionale farmaceutica Menarini. Su richiesta della procura di Firenze il gip ha deciso un sequestro preventivo a doppio titolo per i reati di truffa e riciclaggio. La maxi-somma comprende denaro rientrato con lo scudo fiscale ed è ritenuta sia prodotto del riciclaggio sia profitto della truffa. Nel 2010 la procura fece sequestrare 1,2 miliardi di euro ‘per equivalente’, posta ridotta a 84,7 milioni dal riesame.

La procura di Firenze ha potuto far ‘risequestrare’ la maxi-somma miliardaria basandosi su un’ipotesi di reato molto articolata di riciclaggio e di truffa così da far scattare il sequestro preventivo. Decisivi sarebbero gli elementi di prova raccolti nell’archivio segreto di Lugano della Menarini, un appartamento scovato dalla polizia svizzera su indicazione degli inquirenti italiani grazie a una chiave trovata nelle perquisizioni del 2010 a Firenze.

Le carte degli uffici luganesi avrebbero consentito ai pm Luca Turco, Giuseppina Mione e Ettore Squillace Greco, e al Nas di Firenze, di ‘tracciare’ in modo dettagliato e completo i movimenti di denaro attraverso 130 società controllate da Menarini utilizzate fin dagli anni ’80. Grazie all’archivio svizzero, dove c’erano fatture originali e documenti relativi ad ogni singola operazione tra le società del gruppo. Ricostruiti anche i percorsi di denaro dalle ‘letterbox’, società ‘scatole vuote’ registrate in paesi stranieri a ‘fiscalità’ privilegiata, a società fiduciarie – molte delle quali emanazioni di banche svizzere fra cui l’Ubs – tramite cui Aleotti attuò lo scudo fiscale.

Appena l’11 novembre scorso il tribunale del riesame di Firenze aveva ridotto il sequestro a 84,7 milioni, anche recependo l’indicazione della Cassazione dopo un ricorso dei difensori di Menarini, per cui il sequestro ‘per equivalente’, essendo vigente con una norma del 2000, non può essere retroattivo. Così dall’originario maxisequestro del 2010 da 1.212.035.804 euro, sono stati detratti 323.416.626,37 euro, restituiti ad Aleotti, che il 29 giugno scorso ha aderito alle indicazioni dell’Agenza delle Entrate impegnandosi a versarli all’erario per mancato versamento di imposte e relativi interessi. Quindi sono stati sommati gli interessi alla data di oggi, pari ad oltre 231 milioni di euro, per il totale del sequestro odierno, operato dal Nas, di un miliardo, 120 milioni e 493.537,53 euro.

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