Primo Piano

Patto per la salute. L’intervento di Carlo Di Nallo dell’Esecutivo federale Fedaiisf. Evidenziato lo squilibro fra legislazione e CCNL

Il ministro della Salute Giulia Grillo è intervenuta al primo giorno della MaratonaPattoSalute. Complessivamente, l’evento coinvolge più di 350 protagonisti del settore sanitario in tre giornate: 8, 9 e 10 luglio. La prima giornata è dedicata agli operatori, la seconda alle imprese, la terza alle associazioni dei pazienti.

La prima parte si è svolta all’Auditorium “Biagio d’Alba” della sede ministeriale di viale Giorgio Ribotta, dove ha presieduto l’apertura dei lavori il Sottosegretario Armando Bartolazzi; la sessione pomeridiana all’Auditorium “Cosimo Piccinno” della sede di Lungotevere Ripa, alla presenza del ministro Grillo.

È la prima volta che il Patto per la Salute, l’accordo Governo-Regioni che definisce risorse e azioni per il Servizio sanitario nazionale, diventa il frutto di un percorso comune e condiviso.

Lunedì 8 luglio è stata la giornata dedicata all’ascolto delle Federazioni degli ordini professionali, delle società scientifiche, delle associazioni professionali e dei sindacati.

Carlo Di Nallo, dell’Esecutivo Federale Fedaiisf, ha svolto una relazione per conto Fedaiisf. Ha riferito che il ministro Grillo ha ascoltato con molto interesse, si è fatta lasciare la relazione con i recapiti, ed è sobbalzata quando le è stata illustrata la deriva commerciale delle aziende.

Riportiamo l’intervento di Di Nallo.


INFORMAZIONE SCIENTIFICA DEL FARMACO: SQUILIBRIO TRA LEGISLAZIONE VIGENTE E REALTA’ DEI FATTI, FONTE DI GRAVE ALLARME SOCIALE MA CHE POSSIAMO TRASFORMARE IN GRANDE OPPORTUNITA’ DI SALUTE CON EFFETTO POSITIVO SUL PIL

Io sono CARLO DI NALLO, da più di 30 anni Informatore Scientifico del Farmaco, sono componente del Direttivo Nazionale di FEDAIISF, la Federazione delle Associazioni degli Informatori Scientifici del Farmaco; ma sono anche componente del Direttivo del COORDINAMENTO NAZIONALE ISF di FILCTEM CGIL.

Prima di esporVi le ragioni del mio intervento ho necessità di fare 3 premesse-flash affinchè si possa comprendere meglio lo stato dell’ arte delle cose ed i pericoli a ciò connessi, ma voglio evidenziare anche le opportunità che possono essere generate.

Premesso che: l’ Uomo alla nascita ha solo due certezze, la 1.a) che un giorno morirà e la 2.a) che prima o poi sarà un PAZIENTE, e quando si diventa pazienti, o lo diventa un nostro familiare, ci aspettiamo il più efficace trattamento sanitario e farmacologico possibile.

Premesso pure che: la Salute è strettamente collegata al PIL, basti pensare al costo complessivo di una banale epidemia influenzale; il XIX Congresso della Società Italiana di Pneumologia ha quantificato economicamente questa comunissima morbidità, in 1 punto diPIL (15 Miliardi di €); il costo, naturalmente, non solo comprende la spesa farmaceutica, poca cosa, ma tiene conto della mancata produzione, delle assenze dal posto di lavoro, dei ritardi burocratici generati dalle assenze sul posto di lavoro, ecc. ecc.

Ultima premessa: Una recente ricerca dell’ Università di Harvard ha stabilito che IL SAPERE MEDICO, IN 10 ANNI, SI AZZERA DEL 90 %, cioè nell’ arco di 10 anni il 90 % delle certezze terapeutiche sono annullate dal progresso delle conoscenze scientifiche e dal progresso terapeutico.

Da qui la necessità di una sempre maggiore ricerca, ma i risultati della ricerca scientifica devono essere fruibili da tutti altrimenti resta un puro esercizio teorico; qui mi piace ricordare una frase di Henry Ford: “L’ INNOVAZIONE NON E’ UTILE SE NON E’ ALLA PORTATA DI TUTTI”.

Negli ultimissimi anni la ricerca, in campo farmaceutico, ha avuto un profondo cambiamento, praticamente sdoppiandosi e facendo nascere un nuovo filone interessantissimo ed importantissimo, gli studi REAL LIFE.

Fino a qualche anno fa l’ unica ricerca farmaceutica era quale in fase di realizzazione di un farmaco, si sperimentava in 4 fasi, giungendo alla commercializzazione del farmaco stesso e li terminava.

Oggi a questa ricerca si affiancano i già citati STUDI REAL LIFE, cioè nella vita reale, la vita quotidiana.
Per farmi comprendere meglio, prima si studiavano solo pazienti altamente selezionati e si escludevano pazienti con patologie o comportamenti che interferissero con il disegno dello studio, al solo scopo di dimostrare l’ efficacia del nuovo farmaco.

Oggi invece si studia anche il farmaco nell’uso di tutti i giorni, quando il paziente è a casa, fa la vita quotidiana, assume altri farmaci per altre patologie.

Questi nuovi studi, nell’ arco dei prossimi 5 anni interesseranno il 99 % dei farmaci in commercio, quindi non solo dei nuovi farmaci ma anche di quelli più datati e gli studi stessi si protraggono anche per tempi lunghissimi per poter verificare i profili di efficacia e di sicurezza a lungo termine.
Oggi il REAL LIFE interessa ancora meno di un terzo dei farmaci in commercio, 5 anni fa non esisteva questa metodica di studio e come detto tra 5 anni pressochè la totalità dei farmaci ne sarà oggetto.
Purtroppo, come affermato, lo scorso giovedì nell’ Assemblea Pubblica di Farmindustria, dal Direttore Esecutivo dell’ EMA, l’ ente europeo che si occupa della supervisione e del controllodei farmaci, in Italia, questa tipologia di studi, è ancora troppo poco sviluppata, rispetto agli Stati Uniti ed ai principali Paesi Europei, ma abbiamo le risorse scientifiche e le capacità organizzative per recuperare il gap.

Per esplicitare quanto questa nuova metodica, gli STUDI REAL LIFE, ha portato ad acquisizioni scientifiche inimmaginabili prima, bastano 2 esempi per tutti:

1)- la scoperta che dosi importanti di PARACETAMOLO, il farmaco che tutti prendiamo quando abbiamo la febbre, assunte durante la gravidanza, comporta il rischio di sterilità nei feti femmina o di futuro aumento del rischio di tumore alla prostata nei feti maschi;
2)- la scoperta che l’ HCT, un diuretico presente in un’ infinità di farmaci per la pressione, a dosi normali, se assunto per lungo periodo, aumenta notevolmente il rischio di due tipi di tumore della pelle, con conseguente necessità di uno stretto monitoraggio dei pazienti che lo assumono.

Alla trasmissione di tutta questa massa di sapere scientifico è deputata la figura dell’ISF, figura professionale essenziale perché oltre ad informare il medico delle caratteristiche del farmaco, della corretta posologia, degli studi comparativi con precedenti terapie, ha, inoltre, l’ ISF, il compito di raccogliere dai medici, notizie sugli effetti collaterali od indesiderati del farmaco, ponendosi, in questo modo, quale primo e fondamentale anello della filiera della FARMACOVIGILANZA a tutela della pubblica salute.

Per farvi meglio comprendere quanto gli ISF, con la loro attività, abbiano cambiato la vita di tutti noi Vi cito solo un esempio, l’ ULCERA GASTRICA.

Correva l’ anno 1953 quando un medico greco ebbe l’ intuizione che questa patologia avesse una causa batterica, il medico raccolse una copiosa casistica, 30.000 soggetti trattati, anche in collaborazione con altri colleghi, ma non riuscì mai ad ottenere pubblicazioni scientifiche o riconoscimenti, anzi ebbe parecchi guai giudiziari.

Il modo di approcciare l’ULCERA GASTRICA cambiò a metà degli anni ’80, cioè 30 anni dopo, quando gli ISF cominciarono a presentare ai medici nuovi approcci terapeutici che si rifacevano a quelle stesse intuizioni del medico greco.
Visita dopo visita degli ISF, anche al medico nel più sperduto ed isolato dei paesini, da Pantelleria fino al Brennero, si è avuto come risultato un approccio diverso al trattamento dell’ ulcera, l’ intervento chirurgico di ulcera gastrica, nell’ arco di pochissimi anni non è stato più eseguito.

Fino ad allora, l’ intervento chirurgico di ulcera era il più comune atto chirurgico, dal nuovo approccio proposto dagli ISF, non viene più effettuato perché non è più necessario farlo, basta la terapia medica.
Ma dobbiamo tener presente che oggi la terapia medica si basa sulle stesse intuizioni scientifiche del medico greco; il medico greco però non aveva la capacità di contattare tutti i suoi colleghi e di contattarli ripetutamente, gli ISF quella capacità l’ hanno avuta ed hanno cambiato la storia clinica dell’ULCERA GASTRICA, portando a guarigione oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, naturalmente negli anni, rendendo non più necessari oltre un miliardo di interventi chirurgici, con incalcolabili risparmi di vite umane e di immense risorse economiche, ottenendo nel contempo una qualità di vita dei pazienti inimmaginabile prima.

In definitiva gli ISF, inducendo un cambio di approccio all’ ulcera gastrica, hanno, allo stesso tempo, influenzato virtuosamente: sulla qualità/quantità di vita dei pazienti, sulla riduzione di spesa sanitaria e sul PIL per la mancata assenza sui posti di lavoro.

La Legislazione italiana, per prima in Europa e forse nel mondo, ha colto la delicatezza e l’importanza del ruolo dell’ ISF; il Parlamento Italiano, agli inizi degli anni ’90, proprio per questa importanza e delicatezza di ruolo, volle regolamentare la figura dell’ ISF con il D.Lgs 541/92.

La Comunità Europea prendendo a base questo nostro D.Lgs, all’ inizio degli anni 2000, ha varato le Direttive Comunitarie 2001/83/CE e 2003/94/CE, direttiva recepite dal Parlamento Italiano ed attuate con il D.Lgs 219/2006.

Cosa prevede e cosa impone il D.Lgs 219/2006:

  • Prevede che l’ informazione sui medicinali al medico ed al farmacista può essere fornita tramite gli ISF
  • Prescrive quali sono le lauree con le quali si può svolgere la professione di ISF
  • Impone la dipendenza degli ISF dal SERVIZIO SCIENTIFICO delle aziende
  • Impone agli ISF di riferire al Servizio Scientifico tutti gli effetti collaterali emersi dai colloqui con i medici
  • Impone alle Aziende che il SERVIZIO SCIENTIFICO sia indipendente dal SERVIZIO MARKETING e che ogni azienda ne sia dotata.

Impone che l’ azienda provveda alla formazione degli ISF ed alla verifica di tale formazione specifica

Ma qual’ è la realtà delle cose oggi:

  • Il CCNL della Chimica Farmaceutica inquadra gli ISF al livello B1, cioè IMPEGATI con FUNZIONI DIRETTIVE,  ma gerarchicamente posizionati nell’AREA FUNZIONALE E COMMERCIALE MARKETING/VENDITE cioè tutto il contrario di quanto disposto dal comma n° 6 dell’Art. 122 e dall’ultimo periodo del comma n° 1 dell’Art. 126 del D.Lgs 219/2006.
  • Ma poiché al peggio non c’è mai fine, sempre più aziende, dalle grandi alle piccole, assumono gli ISF con contratto ENASARCO, cioè come rappresentanti di commercio; per essere più comprensibile, come se divulgare l’ innovazione in campo medico fosse la stessa cosa che vendere panettoni o bulloni.
  • La cosa più allarmante risiede nel fatto che questa forma contrattuale basa la retribuzione dell’ ISF sulle vendite effettuate dalle farmacie.
  • Questo disallineamento, tra le la legislazione nazionale, recepente le direttiva comunitarie, e le realtà contrattuali degli ISF continuano a generale situazioni che giungono a sfiorare l’allarme sociale, situazioni che riassumerei così:

1. Negli ultimi 10 anni circa 15.000 ISF sono stati licenziati per la decisione, di quasi tutte le aziende, di ridurre la comunicazione scientifica presso la classe medica; riduzione di informazione portata ai medici nonostante la sempre crescente mole di nuovi dati forniti dalla ricerca clinica e nonostante i crescenti risultati economici delle aziende.

2.Negli ultimi mesi si è giunti, addirittura, per gli ISF, ai licenziamenti individuali per motivi economici, ex art. 18 dello Statuto dei Lavoratori come modificato dalla Legge Fornero, cioè per chiusura dei territori dove l’azienda farmaceutica ritiene meno economicamente vantaggioso continuare a portare l’ aggiornamento scientifico alla classe medica di quello stesso territorio. Nella realtà dei fatti come se in quelle zone, chiuse dalle aziende farmaceutiche, le persone non avessero gli stessi diritti del resto dei cittadini italiani, ed avere informazione dalla classe medica sulla migliore opportunità terapeutica.

3.Se questo principio passa come legittimo presto avremo una sanità per le zone ricche, avanzata ed aggiornata, ed una sanità per zone meno ricche, più arretrata e meno aggiornata; dobbiamo rassegnarci al fatto che lo sparti acque della scelta sarà il fatturato ?

4.In questo modo, la deriva commerciale porterebbe, per assurdo, a quei cittadini che vivono nelle zone meno ricche, un’ attenuazione di quelle garanzie Costituzionali sancite dagli Artt.: 2, 3, 4 e 32 della Carta costituzionale.

5.In ultimo, una deriva commerciale dell’ INFORMAZIONE SCIENTIFICA DEL FARMACO potrebbe portare ad illecite inframettenze, che troverebbero terreno di coltura tra una correlazione stretta tra remunerazione degli ISF e prescrizione del farmaco, generando, anche teoricamente, il sospetto che la prescrizione non sempre sia quella più utile al paziente o quella più giusta per lui, con possibili conseguenza sulla salute pubblica e per l’ erario.

Non a caso lo Stato, per evitare squilibri territoriali, nell’ aggiornamento medico, ha voluto che la spesa per l’ INFORMAZIONE SCIENTIFICA sia computata già in sede di determinazione del prezzo del farmaco, onde perseguire un’appropriata ed uniforme informazione a tutta la classe medica senza costringere le aziende produttrici ad illeciti artifizi per rientrare dalle spese di informazione.

Avviandomi a conclusione del mio intervento chiedo alla Sig.ra Ministra, per quanto sopra rappresentato:
Di emettere, al più presto, un atto, quello che ritiene più opportuno, Circolare Ministeriale, Decreto o qualunque altro documento ritenga giusto, dal quale atto si evidenzi in modo INEQUIVOCABILE che gli ISF non debbono avere una dipendenza gerarchica dal settore commerciale marketing/vendita dell’ azienda ma gerarchicamente devono dipendere dal servizio scientifico, come stabilito dal D.Lgs 219/2006.

Oppure, se la Sig.ra Ministra, ritiene opportuno e giusto quanto è nello stato dei fatti oggi, cioè la prevalenza dell’ aspetto commerciale sull’ aspetto scientifico, proponga al Parlamento di cambiare la legislazione vigente, legislazione ricordo che recepisce le direttive comunitarie.

In definitiva o adeguiamo i contratti di lavoro alla legge o cambiamo la legge adeguandola ai contratti di lavoro improntati con visione commerciale.

L’una o l’altra opzione, una terza via, cioè quella di non decidere, non è più possibile percorrela, il rimandare ancora ci condurrebbe ad un punto di non ritorno.

La necessità di scegliere, e di scegliere ora, penso che sia chiaro a Tutti; ma nello scegliere è necessario tener presente alcuni fattori:

  • Il ritardo della scelta porterebbe, in primis, un danno al mondo della Farmaceutica cheè il fiore all’ occhiello dell’ industria italiana; la farmaceutica è un settore ad altissimo valore aggiunto che negli ultimi anni, nei comparti di ricerca e produzione ha generato crescenti e qualificati livelli occupazionali, a tali risorse bisogna necessariamente fornire un adeguato anello di collegamento con il mondo clinico, l’ unico anello legittimato per legge è costituito dagli ISF che anzi nello stesso periodo sono stati ridotti dei 2/3.
  • Farmindustria, nel proprio CODICE DEONTOLOGICO ha dedicato addirittura tutto un capitolo, il 2°, all’ INFORMAZIONE SCIENTIFICA DIRETTA, capitolo tutto improntato sull’ etica e sulla correttezza d’ informazione.
  • Giovedì scorso, nell’ Assemblea Pubblica di Farmindustria, il Presidente Scaccabarozzi ha tenuto ad evidenziare che, per la sua Associazione, le Persone, cioè i pazienti, vengono prima dell’ utile economico.
  • Sempre giovedì scorso, il dott. Scaccabarozzi, ha chiesto: “REGOLE DURATURE, CERTE E CERTAMENTE APPLICATE” , è quello che chiediamo pure noi per l’INFORMAZIONE SCIENTIFICA DEL FARMACO; ora bisogna DECIDERE E FAR APPLICARE LA DECISIONE se gli ISF sono derivazione territoriale del SERVIZIO SCIENTIFICO, come stabilisce la Legge, o sono la derivazione territoriale del COMMERCIALE MARKETING/VENDITE come lo vogliono i contratti di lavoro.
  • La domanda è: PREVALE LA LEGGE DELLO STATO O PREVALE QUANTO STABILITO NEI CONTRATTI DI LAVORO ?

Signori qui, ora, può nascere un patto di collaborazione tra tutti gli attori del Pianeta Sanità, un Patto improntato sull’ Etica, finalizzato alla salute di Tutti; un Patto capace di mantenerel’ industria farmaceutica italiana saldamente prima in Europa; un Patto in grado di accrescere livelli occupazionale e PIL, sia diretto che indotto; un Patto che possa avvalersi anche di una futura tracciabilità di filiera, che potremmo chiamare Brand Italia; un Patto che veda gli ISF sempre più impegnati nel conseguimento dell’ obiettivo di migliorare le aspettative di maggiore e migliore quantità e qualità di vita di Tutti, anche attraverso programmi condivisi con eventuali iniziative ministeriali, che potremmo chiamare Informa Italia.

Si signori è necessario un Patto di collaborazione tra tutti gli Attori del Pianeta Sanità e gli ISF ci saranno, un Patto di collaborazione perché come diceva Henry Ford:

Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo

Vi ringrazio della Vostra Attenzione.



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Redazione Fedaisf

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