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Pillole amare o troppo grandi, la metà dei pazienti ha difficoltà ad assumerle

Non basta un po’ di zucchero, perché la pillola vada giù. La difficoltà a deglutire compresse e capsule è un problema diffuso, che riguarda persone di ogni età. E può rappresentare un ostacolo importante alla corretta adesione alle terapie farmacologiche prescritte dai medici. Uno studio condotto in Germania e negli Stati Uniti da Hermes Pharma mostra che più della metà di 2.000 pazienti intervistati ha questo genere di difficoltà, a dimostrazione della portata del problema, già comunque all’attenzione delle aziende farmaceutiche.

La difficoltà di deglutizione è infatti un problema che è stato recentemente riconosciuto dalla Fda americana, che ha suggerito ai produttori di controllare le caratteristiche fisiche di compresse e capsule e di intervenire in caso di eventuali problemi. I consumatori che hanno difficoltà a deglutire le compresse citano uno o più ostacoli: le grandi dimensioni delle compresse; pillole che rimangono bloccate in gola; gusto oppure odore sgradevoli dei farmaci. Fra le altre questioni sollevate, la necessità di bere molta acqua per far scorrere le pillole, sensazioni sgradevoli nella gola, i conati che spesso giungono di riflesso, il fatto che spesso le compresse si ‘girano’ quando essere state ingerite, e problemi di rugosità o viscosità. Una piccola percentuale di intervistati ha dichiarato di avere difficoltà di respirazione e ansia da soffocamento dopo l’assunzione di compresse.

L’indagine – rileva ‘EyeforPharma’ – ha mostrato che il 33% delle persone ha l’abitudine di rompere le compresse prima di deglutirle, mentre un altro 17% le schiaccia e poi le scioglie in acqua. Si tratta di una percentuale molto elevata di persone che, in questo modo, potrebbero rendere i loro farmaci significativamente meno efficaci.

Interessante notare che, quando il campione di studio è stato diviso in gruppi di età, i 16-34enni sono risultati quelli che hanno la maggiore avversione verso pillole dalle dimensioni e/o dal sapore giudicati inadeguati; il 70% di questa categoria ha segnalato difficoltà nel deglutire le compresse rispetto a solo il 44% degli ‘over 65’. Si è constatato, inoltre, che l’8% degli adulti ha ammesso di aver sospeso il trattamento prima del tempo a causa del formato e del sapore del farmaco.

Le aziende stanno comunque muovendosi per migliorare questo aspetto. Progressi tecnologici interessanti nel campo dell’appetibilità dei medicinali sono rappresentati da quelli stampati in 3D: si tratta di compresse a strati, che permettono anche di inserire dosi più elevate in una formato più piccolo, che si scioglie in bocca molto rapidamente.

Attenzione però a produrre farmaci troppo ‘appetibili’: secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie americani, più di 60.000 bambini vengono ricoverati ogni anno per aver assunto farmaci dal colore o dal sapore ingannevole: le misure per rendere i medicinali più appetibili potrebbero richiedere una maggiore attenzione nella conservazione delle medicine nelle famiglie con bambini piccoli.

Pubblicato il: 09/09/2015 – adnkronos

Redazione Fedaisf

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