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Rapporto Meridiano Sanità. “La sanità pubblica non sarà sostenibile se non ci saranno interventi di correzione”

Il livello di spesa risulta al momento incompatibile con lo scenario di invecchiamento demografico e di calo della natalità

Meridiano Sanità 2022

Il 9 novembre 2022 si è svolta a Roma, presso Palazzo Rospigliosi (Via XXIV Maggio, 43) la presentazione della 17^ Edizione del Rapporto Meridiano Sanità, alla presenza dei principali stakeholder dell’ecosistema della sanità e della salute italiano.

Esperti e Istituzioni internazionali, nazionali e regionali si sono confrontati sulle principali sfide che i sistemi sanitari si troveranno ad affrontare nel prossimo futuro e sulle priorità di intervento e linee d’azione da implementare.

Alcuni dei temi affrontati in questa edizione sono:

  • Il quadro geopolitico e socio-economico e gli impatti sulla sanità in Europa e in Italia
  • La salute negli SDGs: ambiente, contesto socio-economico e comunità
  • Il nuovo Piano della Prevenzione: attività e interventi prioritari
  • La riforma della sanità del territorio e la digitalizzazione del SSN: risorse e strumenti necessari
  • Il contributo del settore delle Life Science alla crescita economica e sociale del Paese
  • La Missione 6 del PNRR: a che punto siamo?  
  • L’Agenda politica della sanità
  • Investire sulla salute per una crescita sostenibile dell’Italia: le proposte di Meridiano Sanità

Questa Edizione del percorso Meridiano Sanità è stata sostenuta dal contributo non condizionante di Amgen, bioMérieux, MSD, Pfizer e Sanofi.

Comunicato Stampa

Rapporto Meridiano Sanità 2022

Riportiamo uno stralcio del Comunicato Stampa

La rilevanza dei fattori di contesto ha portato a una revisione del Meridiano Sanità Index (con una valutazione
multidimensionale della performance del sistema sanitario italiano nel confronto europeo e dei sistemi sanitari
regionali nel contesto nazionale).

Inoltre all’Indice dello Stato di Salute (che si pone l’obiettivo di valutare risultati in termini di salute che i diversi Paesi hanno fino ad oggi garantito ai propri cittadini) e all’Indice del Mantenimento dello stato di salute (il cui scopo è quello di fornire una valutazione di merito sulle capacità dei sistemi di mantenere o migliorare nel prossimo futuro i risultati di salute raggiunti finora), è stato affiancato l’Indice dei Determinanti di salute che si pone l’obiettivo di valutare gli impatti dei fattori individuali, socio-economici e ambientali sullo stato di salute della popolazione e da cui emerge una fotografia dell’Italia in chiaroscuro, con aspetti critici in tutte le aree analizzate che si traducono in un posizionamento molto negativo rispetto alla media europea in 8 ambiti su 11.

Gli aspetti più critici riguardano l’invecchiamento demografico, i fattori di rischio per la salute di bambini e adolescenti (in primis sedentarietà e obesità), le disuguaglianze di reddito e il livello di istruzione della popolazione.

Per quanto riguarda l’Indice dello Stato di Salute della popolazione, l’Italia ottiene risultati migliori della media
europea per tutti gli indicatori analizzati, eccezion fatta per la prevalenza standardizzata delle patologie
croniche ad alto impatto, strettamente legate all’invecchiamento demografico e ai fattori di rischio per la salute.

Con riferimento all’Indice di Mantenimento dello Stato di Salute, l’Italia ottiene un risultato complessivo in
linea con la media europea: va meglio della media nell’ambito dell’efficacia, efficienza e appropriatezza
dell’offerta sanitaria (ricoveri evitabili, efficacia delle cure, qualità delle cure); è in linea con la media per quanto riguarda la capacità di risposta dei sistemi ai bisogni di salute (coperture vaccinali e screening); continua adessere critico il tema delle risorse economiche per il comparto sanità.

Mettendo in relazione i 3 Indici, i Paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia, presentano valori per gli Indici dei
Determinanti di salute e di Mantenimento dello stato di salute più bassi della media con potenziali impatti negativi nel medio-lungo periodo sullo stato di salute dei cittadini. Tale scenario dovrebbe stimolare, già nell’immediato, azioni di politica sanitaria e non solo, secondo l’approccio “Health in all policies”, per cercare di invertire questa tendenza. A livello regionale, invece, il quadro generale restituisce un forte divario tra Nord-Centro e Sud del Paese.

Per quanto riguarda le risorse economiche per la sanità, continuano a essere insufficienti. Anche nel 2021, l’incidenza della spesa sanitaria sul PIL continua ad essere ampiamente inferiore ai principali Paesi europei (7,2% dell’Italia vs. l’11% della Germania e il 10,3% della Francia), così come la spesa sanitaria pubblica pro capite a parità a di potere d’acquisto (2.580 euro dell’Italia vs. 5.370 euro della Germania e 3.916 euro della Francia).

La spesa sanitaria pubblica, cresciuta significativamente durante la pandemia e pari a 127,8 miliardi di euro nel 2021, dovrebbe raggiungere il suo picco nel 2022 (134 miliardi di euro) secondo le ultime stime contenute della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza di novembre 2022 per poi diminuire a partire dal 2023.

L’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL al è 2025 è data al 6%, con risorse in valore assoluto insufficienti per recuperare gap di spesa nei confronti dei principali Paesi competitor.
Considerando l’evoluzione dei fattori economici (PIL pro capite e spesa pro capite per fascia d’età), dei fattori e demografici (struttura e proiezione della popolazione per fascia d’età), del contesto epidemiologico (prevalenze delle patologie più impattanti per mortalità e disabilità) e dei fattori di rischio associati alle principali patologie (fumo, alcol, obesità, sedentarietà), il modello previsionale della spesa sanitaria di Meridiano Sanità ha stimato che l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL al 2050 sarà pari al 9,5%, valore di gran lunga superiore all’incidenza attuale ma ancora inferiore rispetto a Paesi quali Germania e Francia.

Tale livello di spesa risulta al momento incompatibile con lo scenario di invecchiamento demografico e di calo della natalità che porta con sé la riduzione del numero di occupati che, con i loro redditi da lavoro, sono principali contributori alla spesa sanitaria. Le simulazioni elaborate da Meridiano Sanità mettono in luce come l’azione congiunta su 5 leve quali la pressione fiscale, flussi migratori, l’età pensionabile, la forza lavoro potenziale e il tasso di occupazione, permette di rendere sostenibile questo scenario.

Le risorse del PNRR, in particolare quelle assegnate al raggiungimento degli obiettivi della Missione 6 dedicata
alla Salute, rappresentano una grande opportunità per “mettere in sicurezza” il sistema, dal momento che mirano non solo a rispondere alle vulnerabilità emerse durante l’emergenza pandemica ma anche a risolvere
le criticità preesistenti attraverso il rafforzamento delle infrastrutture e la digitalizzazione dei servizi sanitari.

Dei 18,51 miliardi di euro previsti dal PNRR e dal Fondo Complementare nella Missione 6, ben 16,53 miliardi
di euro (89,3%) sono territorializzabili, a testimonianza del ruolo centrale delle Regioni nel processo di
rafforzamento della prevenzione e dei servizi sanitari, della modernizzazione e della digitalizzazione degli stessi.

Le attività di promozione e prevenzione (primaria e secondaria) risultano fondamentali per aumentare gli anni
vissuti in buona salute. Interventi sulla riduzione dei fattori di rischio e il miglioramento della diagnosi precoce
permettono di ridurre il peso delle malattie non trasmissibili (in primis tumori e patologie cardiovascolari e
cerebrovascolari), responsabili oggi del 93,3% dei decessi e del 90,2% dei DALY. I vaccini, strumento di prevenzione che presenta il miglior rapporto costo-efficacia, consentono di prevenire molte malattie infettive che causano oggi il 2,6% dei decessi e il 3% dei DALY; per quanto riguarda i tassi di copertura vaccinale, per nessuna vaccinazione viene raggiunta la soglia del 95% (target fissato dall’OMS): per la vaccinazione anti-HPV, strumento chiave per contrastare anche i tumori HPV-correlati, non si raggiunge neanche il 35% del cluster dei dodicenni (32,2% nelle femmine e 26,8% nei maschi). Le azioni di antimicrobial e diagnostic stewardship permettono di contrastare efficacemente l’antimicrobico-resistenza che vede ancora oggi l’Italia primeggiare tra i Paesi OCSE per decessi, DALY e costi associati a questo fenomeno.

Secondo “l’equazione” di Meridiano Sanità, Prevenzione e Innovazione sono i 2 capisaldi in grado di generare Valore per i cittadini e per il sistema, oggi e in futuro.

L’innovazione farmacologica e medicale ha contribuito in maniera significativa al miglioramento della qualità di vita dei cittadini: l’attività di ricerca delle oltre 5.400 aziende impegnate nello sviluppo di nuove molecole nel mondo conta nel 2022 oltre 20.000 terapie (valore quadruplicato rispetto al 2001), di cui 7.772 riguardano l’area oncologica, 3.301 quella neurologica e quasi 2.800 quella infettivologica. I settori farmaceutico e medicale si contraddistinguono per un elevato valore aggiunto, alte produttività e intensità di ricerca e sviluppo e know-how distintivo.

A questo si aggiunge la presenza di un ecosistema della ricerca fortemente integrato, che oggi posiziona l’Italia 1° nel mondo per numero di pubblicazioni per ricercatore e 1° nell’Unione Europea per citazioni di pubblicazioni in ambito Life Sciences. In quest’ottica, l’Italia ha tutte le qualità per candidarsi a diventare un ecosistema delle Life Sciences attrattivo, orientato alla ricerca, all’innovazione e alla manifattura avanzata a livello europeo, ma deve risolvere alcuni limiti a partire dalla mancanza di una visione strategica di sviluppo dei settori e una governance complessa (ad esempio: meccanismi dei tetti di spesa farmaceutica e dei dispositivi medici e il payback) che penalizza l’innovazione.

Tutte le analisi e le riflessioni contenute nel XVII Rapporto Meridiano Sanità hanno delineato una strategia di intervento basata su 4 direzioni specifiche (le “Proposte” di Meridiano Sanità):

Continuare a investire nella Salute con un approccio intersettoriale e aumentare in maniera strutturale le risorse economiche per la Sanità portandole, nel breve periodo, almeno al 7% del PIL e arrivando a investire fino al 9% nel medio-lungo termine (pari all’incidenza media della spesa sanitaria su PIL di Germania, Francia e Spagna).

Dare piena attuazione ai progetti della Missione “Salute” del PNRR a fine di rendere il sistema sanitario più resiliente, accompagnando il rafforzamento infrastrutturale del sistema con il potenziamento dell’organico del SSN e con la transizione digitale.

Adottare programmi e strategie che permettano all’Italia di affrontare e vincere le sfide di salute che si prospettano puntando su Prevenzione – primaria e secondaria – e Innovazione in grado di creare valore e per i cittadini e l’intero sistema

Promuovere il principio della “Salute in tutte le politiche”, considerando gli impatti e diretti e indiretti che
determinanti socio-economici e ambientali hanno sulla salute degli individui, favorendo prima di tutto
la convergenza tra la politica sanitaria e la politica industriale del Paese.

La XVII Edizione del percorso Meridiano Sanità è stata realizzata con il contributo non condizionante di Amgen, bioMérieux, MSD, Pfizer e Sanofi.

Le proposte complete sono disponibili nel
XVII Rapporto Meridiano Sanità sul sito https://www.ambrosetti.eu/meridiano-sanita/ oppure qui sul QR Code

Presentazione di Daniela Bianco

Attuazione della Missione 6 del PNRR nelle regioni

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Redazione Fedaisf

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