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Regione Emilia Romagna. Cauta apertura. Disponibilità a incontrare Fedaiisf

Finalmente dalla Regione Emilia Romagna giunge la disponibilità a incontrare Fedaiisf riguardo alla regolamentazione regionale sull’informazione scientifica.

L’incontro è stato proposto per martedì mattina 30 luglio alla presenza della Dr.ssa Valentina Solfrini, Responsabile dell’Area Farmaci e Dispositivi Medici del Servizio Assistenza Territoriale.

Nel messaggio che ci è giunto ci viene “anticipato che, per  riprendere un dialogo al fine di rivedere dopo un primo periodo di applicazione la normativa regionale sull’informazione scientifica, vi è l’intenzione di organizzare un incontro” con l’associazione di categoria degli informatori scientifici “dopo la pausa estiva e quindi questo incontro preliminare sarebbe una utile occasione di confronto“.

Porremo all’attenzione della Dr.ssa Solfrini le criticità generate dalla delibera regionale sull’informazione scientifica e l’applicazione distorta dei regolamenti che da esso discendono delle varie AUSL e Aziende Ospedaliere ed il discutibile “registro informatizzato”.

E’ bene ribadire che Fedaiisf non è contraria ad una regolamentazione purché sia concretamente applicabile al lavoro degli ISF.

Già il 24 giugno 2017 c’era stato un incontro fra gli ISF e la Dr.ssa Petropulacos, Direttrice Generale Salute e Welfare Regione Emilia Romagna. Già allora erano state manifestate tutte le criticità del regolamento e delle sue applicazioni locali. Purtroppo era stato un incontro di facciata e tutti i problemi sollevati erano caduti nel vuoto.

Nonostante tutto ci presenteremo all’incontro proposto con fiducia, nella convinzione che se si è disponibili a conoscere il lavoro degli ISF (e non eliminarlo) si può giungere ad un accordo su un regolamento che possa conciliare sia le esigenze del SSR sia le esigenze lavorative degli ISF.

Quando incontrammo alcuni “consiglieri” dell’ANAC, li avvisammo, dicendo loro che con quelle linee guida per la prevenzione della corruzione bloccavano gli ISF e spianavano la strada a tutta una serie di figure non meglio identificate e di cui non conoscevano nemmeno l’esistenza. Ci risposero che loro avevano tracciato dei “consigli”, il problema da noi sollevato era di come venivano tradotti nelle realtà locali.

Le regole vanno bene, ma bisogna pensare alle norme “senza il pregiudizio del reato. Le regole si fanno su misura di un Paese, di imprese e persone oneste, non si fanno pensando solo ai corrotti”.

Redazionale – 26 luglio 2019

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