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Sanità: rischio debito al 108%

Il debito/Pil sfora la soglia del 108% quest’anno con la riclassificazione di tutte le cartolarizzazioni dei debiti sanitari accompagnate da delegazione di pagamento delle Regioni, in linea con i criteri di Eurostat: operazioni già chiuse, deliberate dalle Giunte prima del settembre 2006 da completarsi entro il 31 marzo 2007, prestiti ponte o linee di credito delle banche concesse in attesa di emissioni obbligazionarie.
Questo pacchetto di ristrutturazioni, che trasformano debiti commerciali in debiti finanziari, tocca i 7 miliardi di euro e lievita a oltre 12 miliardi se allargato alle cessioni di crediti con delegazione di pagamento ma senza securitization: un ritocco all’insù del debito/Pil tra lo 0,4 e lo 0,7 per cento.
Eurostat ha modificato il debito/ Pil 2005 classificando cartolarizzazioni di crediti sanitari 2004 2005 per 2,7 miliardi di euro.
E il Tesoro ha già modificato il debito/ Pil 2006 dal 106,6% al 107,6%, contabilizzando oltre agli oneri per la sentenza Iva anche i “sanibond” in circolazione o in arrivo per 2,2 miliardi. Ma lo stock del debito pubblico è destinato a salire sulla scia dei disavanzi sanitari e delle rinegoziazioni con delegazione di pagamento che evitano alle Asl di pagare interessi di mora fino al 10,25 per cento.
La formalizzazione delle cartolarizzazioni di Campania, Sicilia, Abruzzo e Piemonte nel 2007 consente al Mef di rinviare all’anno prossimo parte dell’aggravio sul debito pubblico. Ma se in aggiunta alle securitization il Tesoro dovesse contabilizzare anche le cessioni di crediti sanitari vantati dai fornitori di beni e di servizi con pagamento rateale a carico delle Regioni, dando un’interpretazione restrittiva alle comunicazioni di Eurostat, allora il debito pubblico salirebbe ben oltre il 108: vero è che in Finanziaria lo stop del Mef su queste operazioni colpisce tanto le cartolarizzazioni quanto le cessioni di crediti vantati dai fornitori.
L’operazione pulizia voluta dal Tesoro dunque è destinata a una lunga coda.
Il 2007 si preannuncia ricco di novità.
Eurostat pubblicherà, in marzo e dunque prima della notifica in aprile dei dati sui conti pubblici, le tanto attese linee guida sulle cartolarizzazioni degli Stati; Eurostat dovrà pronunciarsi sulle coperture «a carattere pluriennale con entrate certe e vincolate» introdotte dalla Finanziaria 2007 per smaltire i disavanzi sanitari pregressi fino al 2005 (un’impostazione applicata nella cartolarizzazione della Campania); l’innovazione finanziaria intende proporre soluzioni alternative quali le cartolarizzazioni dei crediti sanitari con rischio Asl senza delegazioni di pagamento, debiti commerciali trasformati indebiti sotto i 18 mesi, strutture “revolving” per sostituire vecchi crediti con nuovi contratti in mora.
Le riclassificazioni
Le cartolarizzazioni e le cessioni dei crediti sanitari non sono sempre operazioni pubbliche. In molti casi Asl eRegioni chiudono accordi in forma privata direttamente con gli intermediari: il quadro completo della situazione sfugge. I bilanci delle Asl, illeggibili e disomogenei, spesso presentano ritardi che vanno oltre i due anni. La trasparenza, come lamentano le agenzie di rating — da ultimo Standard & Poor’s nei suoi report sulle Regioni Lazio e Abruzzo — non è di casa. Monitorare a tappeto il fenomeno delle cartolarizzazioni e delle cessioni dei crediti sanitari, per stabilirne l’entità, è un compito che vede il Tesoro, la Banca d’Italia, la Ragioneria dello Stato, l’Istat e la Corte dei Conti in un difficile lavoro di squadra per ricucire informazioni molto frammentate.
I nodi del 2007
Lo smaltimento dei deficit sanitari pregressi e il problema dell’accumulo delle fatture con ritardi dei pagamenti ai fornitori, con pesanti multe a carico delle Asl (la direttiva 2000/35/CE fissa interessi d

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