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Spesa farmaceutica Ssn in calo, Ranaudo: il risparmio è solo teorico

I dati Aifa sulla spesa farmaceutica relativi al primo bimestre del 2015 diffuso nelle scorse settimane indica un decremento della spesa netta convenzionata a carico del Ssn, ma secondo Carlo Ranaudo, docente di farmacoeconomia dell’Università di Salerno, in conti non sono veramente in ordine e spiega perché.

I primi due mesi del 2015 confermano una tendenza ormai consolidata negli ultimi 5 anni: la spesa netta tra gennaio e febbraio cala di un ulteriore 1% dopo il -3% del 2015. Il tetto di spesa programmato dell’11,35% viene rispettato anzi siamo addirittura al disotto, ad un 10,83% con un risparmio per il Servizio sanitario nazionale di circa 97 milioni di euro rispetto a quanto era stato stanziato.

E che il fenomeno sia ormai consolidato lo si evince da un dato incontrovertibile: il prezzo medio dei farmaci erogato in regine Ssn è calato del 23,5% negli ultimi 5 anni. È l’effetto “generico”, ma anche e soprattutto la continua e progressiva uscita dell’innovazione farmacologica dalla farmacia territoriale. Senza ombra di dubbio è la Farmacia territoriale quella che contribuisce in maniera sostanziale alla tenuta dei conti. Ma i conti sono veramente in ordine? Risposta semplice: No.

Tutti i farmaci nuovi escono dal canale farmacia per entrare in quello ospedaliero, allora il risparmio così sbandierato è solo teorico. Nel 2014 la spesa ospedaliera sfonda il tetto del 3,5% di oltre 1 miliardo di euro assestandosi al 4,5%, Nei primi due mesi del 2015 le cose peggiorano. Dal 3,5% preventivato si è già superato il 5% con un disavanzo di oltre 300 milioni di euro in soli due mesi.

E allora forse sarebbe più giusto guardare alla spesa totale. L’ospedale si è “mangiato” tutto il risparmio territoriale, il tetto globale previsto del 14,85% si assesta ad un 16% con un disavanzo in due mesi di circa 230 milioni di euro. Solo Lombardia ed Emilia insieme alle “piccole” Val d’Aosta e Trentino rispettano il tetto globale. Tutte le altre sono già in rosso con i maggiori scostamenti assoluti in Puglia, Campania, Lazio, Sardegna e Toscana. E in conclusione il cittadino contribuisce sempre di più: l’anno scorso 1,5 miliardi di euro nei primi due mesi già oltre 260 milioni con un trend in continua crescita.

Carlo Ranaudo
Docente di farmacoeconomia. Dipartimento di Farmacia, Università di Salerno

Martedì, 09 Giugno 2015  – Farmacista33

Sempre più italiani pagano cure, +1 mld spesa in 2014

RBM SaluteCresce la spesa degli italiani per curarsi privatamente. Un miliardo di euro in più in un anno, per un totale di 33 miliardi nel 2014 (+2% rispetto all’anno precedente). Mentre la spesa per l’assistenza nelle strutture pubbliche supera i 110 miliardi di euro.

E’ quanto emerge da una ricerca Censis-Rbm Salute dal titolo ‘Oltre l’attuale welfare integrativo: rinnovare la previdenza complementare e la sanità integrativa‘. Oltre 9 milioni di italiani hanno effettuato visite specialistiche nell’ultimo anno nel privato a pagamento intero (2,7 milioni di questi sono persone a basso reddito): a spingerli sono le lunghe liste d’attesa nelle Asl e negli ospedali.

Cresce anche l’incertezza degli italiani sulle spese per la salute. Il 63,4% si dichiara insicuro rispetto alla copertura sanitaria futura. E non a caso il 54% degli italiani indica come priorità del welfare la riduzione delle liste di attesa.

10 giugno 2015 – PharmaKronos

Agenas, Economo figura chiave

Efficienza e trasparenza nel settore sanitario “dipendono anche dalla specificità professionale degli economi e dei provveditori. Abbiamo trascurato per troppo tempo questa evidenza, alimentando così forti elementi di criticità sia per quanto riguarda l’appropriatezza negli approvvigionamenti, sia per quanto riguarda il verificarsi di fenomeni corruttivi che interessano il settore e, in particolare, gli acquisti in sanità”.

Ne è convinto Francesco Bevere, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che lo ha detto a margine della giornata formativa proposta dall’Ael ‘Gli indirizzi del nuovo Codice degli appalti’. “La centralizzazione degli acquisti – prosegue – sortirà gli effetti sperati se la responsabilità delle centrali di acquisto sarà affidata a professionisti preparati e in grado di garantire il possesso di requisiti e di competenze altamente qualificate e certificate”.

10 giugno 2015 – PharmaKronos

Redazione Fedaisf

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