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Associazioni (3)

Dall’articolo pubblicato sul BMJ (BMJ 2003;326:1208-10;) sono presi alcuni esempi di informazione non trasparente o di iniziative condotte da associazioni sotto la pressione di industrie farmaceutiche.
Il portale della Lymphoma association, charity legata alla Roche, rimanda a due siti, uno riservato ai professionisti l’altro rivolto al pubblico. Il primo è protetto da password e dichiara di aver ricevuto grant dalla Roche, al cui sito si rimanda attraverso un link allo sponsor; l’altro è accessibile liberamente e non menziona la Roche in nessuna area del sito, privando gli utenti di un’informazione sostanziale.
Nel 1999 la Biogen, industria farmaceutica, ha promosso la campagna Action for Access per spingere l’NHS, servizio sanitario nazionale britannico, a passare il beta interferone, un farmaco molto costoso di sua produzione, ai malati di sclerosi multipla. La Medicines Control Agency, agenzia che controlla il rispetto di standard fissati per i farmaci immessi sul mercato in UK, ha fermato la campagna.
The National Alliance for mentally ill, organizzazione di persone con disturbi mentali e loro familiari, tra il 1996 e il 1999 ha ricevuto 12 milioni di dollari da 18 compagnie farmaceutiche facenti capo alla Eli Lilly, multinazionale. L’organizzazione ha promosso la diffusione su tutto il territorio nazionale del programma PACT (Program of asservative community treatment), che prevede la spedizione a casa di psicofarmaci supportati da un’ordinanza della corte (VEDI) IAPO (Intarnational Alliance of Patients’ Organisation) e GAMIAN Europe (Global Alliance of Mental Illness Advocacy), due federazioni internazionali di pazienti fondate e finanziate da industrie farmaceutiche, sono preferite dalla Commissione europea come interlocutori rispetto ad altre associazioni o organizzazioni di pazienti, perché sarebbero rappresentative di un numero di pazienti maggiore rispetto alle altre. Nessuna delle due federazioni rende pubbliche le fonti dei suoi finanziamenti e, con altre organizzazioni finanziate da industrie, sono riuscite a sottoporre alla Commissione europea la proposta di permettere all’industria di ‘dare informazioni’ direttamente al pubblico sui farmaci che richiedono prescrizione medica (negli USA già succede).
Nel 2000 il presidente dell’Association of British Pharmaceutical Industry, che riunisce le industrie farmaceutiche britanniche, ha descritto in una conversazione privata, come risulta dall’articolo apparso sul BMJ, il loro progett “assumere al proprio servizio truppe sul territorio nella forma di organizzazioni di pazienti, opinion leader e professionisti sanitari compiacenti…che conducano il dibattito sui diritti di un paziente informato”.
Paola Mosconi, Cinzia Colombo
da www.partecipasalute.it

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