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Aziende Pharma, studio misura contributo a sistema paese

È da tempo che l’industria farmaceutica chiede al governo nazionale di essere considerata in modo proporzionale al contributo che il comparto offre al sistema-paese e al suo sviluppo economico. Nessuno, tuttavia, si era mai preso la briga di misurarlo, questo contributo. A colmare la lacuna ha provveduto il Cerismas, il Centro di ricerche e studi in management sanitario dell’Università Cattolica. Suo è infatti lo studio che, per la prima volta in Italia, ha "pesato" l’apporto di una grande azienda del settore farmaceutico allo sforzo produttivo dell’intero paese. Allo scopo gli autori della ricerca, presentata ieri in un convegno organizzato alla Cattolica di Milano, hanno "radiografato" una realtà industriale di primo livello come Novartis attraverso una metodologia nota tra gli economisti come "analisi d’impatto". La scelta è caduta sulla multinazionale perché la sua presenza diffusa sul territorio (quattro stabilimenti in altrettante regioni) ha permesso di valutarne il contributo produttivo non solo su scala nazionale ma anche locale. «Attraverso le tavole di Leontieff» ha spiegato Enzo Pontarollo, coordinatore dell’indagine e docente di economia industriale della Cattolica «abbiamo misurato la produzione attivata, comprensiva della produzione Novartis e di quella dell’indotto, il valore aggiunto e i posti di lavoro generati dalla multinazionale. I risultati dimostrano che in tutt’e tre le voci l’impatto economico dell’azienda farmaceutica è decisamente significativo». In particolare, dallo studio emerge che il contributo di Novartis al Pil nazionale raggiunge lo 0,1% («un contributo molto elevato per una singola azienda», hanno ricordato gli autori) ed è ancora più considerevole nelle regioni dov’è presente: lo 0,2% del Pil lombardo e toscano e lo 0,3% di quello trentino. Per quanto concerne la produzione attivata, invece, l’impatto complessivo sulla produzione nazionale è di oltre 2 miliardi di euro, mentre in termini occupazionali i posti di lavoro generati (indotto compreso) sono poco meno di 15mila. «In Italia» ha sottolineato Americo Cicchetti, docente di Organizzazione aziendale della Cattolica e consigliere del Cerismas «il sistema sanitario viene solitamente analizzato secondo un’ottica di politica sanitaria, senza considerare il fatto che costituisce un settore industriale tra i più rilevanti».

DoctorNews – 1 marzo 2011

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