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Bologna. Assemblea Sezionale on line

Si è tenuta on line a Bologna il 15 febbraio l’annuale Assemblea Sezionale. Nel filmato sotto la registrazione video dell’evento.

Ha introdotto Patrizia Bassu, segretaria sezionale, che ha dato alcune indicazioni sulle iscrizioni, poi è intervenuto il Presdidente Alberto Bonomo. Hanno concluso Antonio Mazzarella, presidente Fedaiisf ed Angelo Baruchello, Presidente AIISF e vicepresidente Fedaiisf.

Alberto Bonomo ha fatto un bilancio degli ultimi 3 anni ricordando la costruzione della sezione da zero, “Ora siamo la sezione più numerosa d’Italia, segno di fiducia e del buon lavoro fatto, ma anche del forte malcontento”, ha detto Bonomo.

Tutte le porte erano chiuse, un anno e mezzo fa si è aperto il gruppo di lavoro, primo in Italia del genere. Essere ad un tavolo però non vuol dire essere diventati improvvisamente una lobby potente che impone le proprie regole e non è quello che vogliamo.

Abbiamo aperto un canale anche con l’assessore Donini e con dr.ssa Soncini, presidente della Commissione sanità della regione”.

“Luci ed ombre – ha continuato il Presidente – veniamo ascoltati, ma troppe disparità di trattamento all’interno delle varie strutture regionali, in particolar modo a Bologna, dove sembrano esserci tanti piccoli feudi che si ribellano alle indicazioni regionali. A questo proposito chiediamo collaborazione, come direttivo non riusciamo ad arrivare dappertutto: stampatevi le leggi, i regolamenti, fateli vedere ai responsabili delle strutture, chiedete un incontro con loro e insieme lavoreremo su questo.

Questo ci impone di cercare contatti anche a livello locale. Fare capire chi siamo e cosa facciamo: le istituzioni non lo sanno. Non siamo induttori di spesa: se diminuisce il nostro numero aumenta la spesa farmaceutica”.

Il Presidente Bonomo ha concluso affrontando il problema vaccinazioni degli ISF. “I fatti sono avvenuti in modo strano, ha detto Bonomo. Pare che il provvedimento fosse alla firma, poi improvvisamente sparito, le ragioni di tale decisione stanno molto in alto probabilmente. Difficoltà di approvvigionamento e forse troppi vaccini somministrati agli amministrativi sarebbero la causa, unite al fatto che politicamente ha più appeal vaccinare altre categorie. Ma resta la disparità con altre regioni. Attualmente però sono molte di più quelle che non vaccinano gli isf, rispetto a quelle che lo fanno. Il problema principale però è il riconoscimento della nostra categoria ed è su questo che bisogna insistere (ne parleranno a livello nazionale Mazzarella e Baruchello).

 

 

Redazione Fedaisf

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