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CAMPIONI GRATUITI MA RISCHIOSI

Una ricerca statunitense ha dimostrato che i campioni gratuiti di farmaco possono potenzialmente essere un rischio per i bambini. Il lavoro, pubblicato su Pediatrics, ha analizzato attentamente una precedente ricerca che aveva chiesto alle persone in che modo si prendano cura della propria salute. Una parte delle domande fatte al campione consisteva nel chiedere se e quanto spesso avessero ricevuto farmaci gratuitamente. Uno degli elementi più interessanti che è stato ricavato dall’analisi è che è meno probabile che i bambini nati in famiglie indigenti ricevano dal medico campioni gratuiti di farmaco. Questo dato si spiega in parte con il fatto che le famiglie più svantaggiate tendono a recarsi più raramente dal medico. D’altro canto però, quando le famiglie prive di assicurazioni sanitarie vanno a far visitare i propri figli ricevono più spesso farmaci gratis rispetto a chi gode di buone coperture assicurative.

La preoccupazione maggiore riguarda però il tipo di molecola contenuta negli omaggi. Nel 2004, anno della ricerca originale, più di 500.000 bambini hanno ricevuto gratuitamente farmaci, che in seguito sono stati messi sotto inchiesta dalla FDA per possibili effetti collaterali severi. Sull’argomento è stata sentita Sarah L. Cutrona, docente presso l’Harvard Medical School. Secondo Cutrona i farmaci che vengono consegnati ai medici all’interno di campioni gratuiti sono spesso molto recenti. Di conseguenza è frequente che non esista uno studio completo della fase 4. Inoltre i campioni non sono quasi mai accompagnati da un foglietto illustrativo completo per cui è possibile che la gestione del farmaco possa condurre a overdose. Cutrona ha aggiunto che potrebbe essere necessario un blocco totale della distribuzione di campioni. Al contrario Ken Johnson, vice presidente del Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, ha ribattuto affermando che il regalare campioni ai pazienti migliora la qualità della vita di milioni di americani a prescindere dal loro livello di reddito.
La paura di rischi potenziali per uso pediatrico di farmaci non pienamente testati sui pazienti in giovane età sono state rilanciate da un’iniziativa presa nei giorni scorsi dalla CHPA (Consumer Healthcare Products Association) che riunisce tutte le aziende USA produttrici di OTC. L’associazione ha, infatti, deciso di aggiungere una voce ai foglietti illustrativi dei farmaci per sconsigliare, in via cautelativa, la somministrazione di farmaci contro la tosse o il raffreddore a pazienti di età inferiore ai quattro anni. Lynda Suydam, a capo dell’associazione, ha comunicato che l’iniziativa fa seguito a una consultazione della stessa CHPA con la Food and Drug Administration.

Fonte: "Pharmamarketing"

 

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